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La testimonianza di Gloria Polo: dall'illusione alla verità

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2015 19:46
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18/12/2012 19:39
 
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parte V
Onora il padre e la madre
Gesù continuava a mostrarmi tutto…Vi ho già raccontato come fui ingrata verso i miei genitori, come mi vergognavo di loro, li maledicevo e li rinnegavo perché erano poveri e non potevano darmi tutto quello che le mie amiche ricche avevano. Fui una figlia ingrata, al punto di dire che quella non era mia madre, perché mi sembrava inferiore a me. Fu spaventoso vedere il riassunto di una donna senza Dio. Distrugge tutto ciò che le si avvicina. Oltretutto, e questa è la cosa più grave, mi sentivo e mi credevo una brava persona!
Pensavo che al 4° comandamento sarei passata bene, perché i miei genitori mi erano costati cari: spesi molto denaro per essi, a causa delle loro malattie, (tutte le analisi, infatti, si facevano a pagamento), perché entrambi ebbero gravi malattie prima di morire. Fu mio marito ad accollarsi le spese, e io dicevo: “Guarda un po’ questi due svergognati, non lasciano un centesimo in eredità e in più bisogna spendere una fortuna per loro. I genitori delle mie amiche, invece, lasciano beni e…”. E il Signore mi mostrò come analizzavo tutto attraverso il denaro, perché manipolai perfino i miei genitori quando avevo denaro e potere, perfino di loro mi approfittai.
Con i soldi mi feci dio, e calpestai persino i miei genitori. Sapete ciò che più mi addolorò? Vederli lì… Mio padre piangeva, vedendo che era stato un buon padre, che aveva insegnato alla figlia ad essere lavoratrice, lottatrice, imprenditrice, a farsi rispettare, perché solo chi lavora va avanti… Ma dimenticò un particolare: che io avevo un’anima, e che lui era il mio evangelizzatore, con la sua testimonianza. La mia vita cominciò ad affondare, con l’esempio che egli mi diede. Vedeva ora, con profondo dolore, la responsabilità che aveva davanti a Dio, poiché era un donnaiolo, e si diceva felice, vantandosi con mia madre e con tutti, d’essere molto “macho”, perché aveva molte donne e poteva conquistarle tutte. Inoltre beveva troppo e fumava. Era anche una brava persona, ma aveva questi vizi, che secondo lui non erano tali, anzi li credeva virtù. Era molto orgoglioso. Io, che ero appena una bambina e vedevo come mia madre piangeva quando lui parlava delle altre donne, cominciavo a riempirmi di collera, di risentimento e di rabbia. Il risentimento comincia con la morte spirituale: io sentivo una rabbia spaventosa nel vedere come mio padre umiliava mia madre davanti alla gente, e come le causava tante lacrime… E lei, non diceva niente. Lì cominciò la mia ribellione.
Quand’ero adolescente, dicevo a mia madre: “Io non farò mai come te. Tu getti la dignità delle donne sotto i piedi. Per questo noi donne non valiamo niente: tutta la colpa è delle donne come te, senza dignità, senza orgoglio, che si lasciano calpestare e umiliare dagli uomini!”. E a mio padre, dicevo: “Papà, fa’ bene attenzione: io mai permetterò a un uomo di farmi ciò che tu fai alla mamma! Mai! Se un giorno un uomo mi fosse infedele, io mi vendico! Faccio la stessa cosa, perché lui impari!”. Mio padre mi picchiò sgridandomi: “Come ti permetti, ragazzina?!”. Non so perché mio padre fosse tanto maschilista. Gli dissi: “Va bene, puoi anche picchiarmi… Ma se un giorno mi sposerò, e mio marito mi tradisse, io mi vendicherò, lo ripagherò con la sua stessa moneta, perché gli uomini capiscano e provino come soffre una donna, quando un uomo la calpesta e la umilia in tal modo!”. Mi riempii di tutto quest’odio e risentimento. Sapete, sentivo tanta rabbia, che questo fece della mia vita una ribellione: cominciai a vivere con il desiderio di difendere la donna. Cominciai a sostenere l’aborto, l’eutanasia, il divorzio, e consigliavo a tutte le donne che conoscevo, di vendicarsi qualora il marito le avesse tradite! Io non sono mai stata infedele fisicamente, ma feci male a tanta gente con questi consigli.
Quando ormai stavo bene economicamente, cominciai a dire a mia madre: “Mamma, separati da papà, , perché è impossibile sopportare un uomo così! Abbi un po’ di dignità, fatti valere, mamma!”. Anche se era così, mio padre mi piaceva: sapete perché lo amavo, nonostante tutto? Perché mia madre era una donna veramente buona, che mai, mai, c’insegnò a odiare, né mio padre, né alcun altro! …E io, immaginatevi un po’! Volevo far divorziare i miei genitori! Ma mia madre diceva: “No, figlia mia, non posso; soffro, è vero, ma mi sacrifico per voi, miei figli. Voi siete 7 e io sono una sola. Mi sacrifico perché il tuo è un buon padre: sarei incapace di separarmi da lui e lasciare voi senza padre. E poi, se mi separassi, chi pregherebbe perché tuo padre si salvi? Sono io che posso supplicare il Signore per lui, perché trovi salvezza: infatti, il dolore e la sofferenza che mi procura, li unisco ai dolori che Gesù soffrì sulla Croce. Ogni giorno vado in chiesa, e davanti al tabernacolo dico: “Signore, questa sofferenza non è niente, la unisco a quella della Tua Croce, perché si salvino mio marito e i miei figli.”. Affido tuo padre a Gesù, unitamente al Rosario. Il demonio lo spinge verso il basso facendolo peccare, ma io lo spingo in alto con il Rosario, lo porto davanti al Santissimo nel tabernacolo e dico a Gesù: “ Signore, è qui: confido che non mi lascerai morire senza vederlo convertito. Signore, non ti prego solo per mio marito, ma anche per tutte le donne che sono nella mia stessa situazione; specialmente per quelle che, invece di stare in ginocchio a supplicarti per il proprio marito e per i figli, si mettono nelle mani dei maghi e degli indovini, oppure anche loro tradiscono, consegnando la propria anima e la famiglia nelle grinfie del maligno. Signore, ti prego per queste donne, per queste famiglie.”
Sapete: 8 anni prima di morire, mio padre si convertì! Si pentì, chiese perdono a Dio, e il Signore lo perdonò. Stava in Purgatorio, nella parte più in basso, in grandi sofferenze, perché non riparò il suo peccato. Riparare il peccato è qualcosa che prendiamo molto poco sul serio, non ci pensiamo. Certo, spesso non è possibile, ma proprio per questo il Signore ci concede la grazia di riparare i nostri errori attraverso l’Eucaristia. Ogni volta che partecipiamo ad una Messa, il Signore ci dà la grazia di riparare il male che abbiamo commesso. Dio ci mostra, nell’aldilà, la conseguenza dei nostri peccati, del male che abbiamo fatto al prossimo. Perfino di uno sguardo cattivo, di una brutta parola… Se vedeste com’è terribile! E come piangiamo, là , tutti questi errori!
Nel caso di mio padre: mia madre gli diceva di consigliare ai miei fratelli che abbandonassero la vita di peccato che conducevano. Infatti, seguivano le orme del padre, nell’infedeltà, nel bere… Erano la sua copia. Se avesse fatto quanto gli diceva la moglie, questa sarebbe stata riparazione. Ma lui sempre le rispondeva di lasciare che i ragazzi si divertissero, che erano solo fidanzati, e che poi avrebbero avuto tempo per cambiare! Diede un cattivo esempio ai miei fratelli, e non riparò il suo peccato. Piangeva, là in Purgatorio, e diceva: “Mi sono salvato grazie ai 38 anni di preghiera di questa santa donna, che Dio mi diede come sposa!”. Mia madre passò 38 anni della sua vita a pregare per lui!

Segue

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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