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La testimonianza di Gloria Polo: dall'illusione alla verità

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2015 19:46
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18/12/2012 19:44
 
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parte VIII
Amare il prossimo
Mai, mai, ebbi amore, né compassione, per il prossimo, per i miei fratelli di fuori. Non pensai mai, nel modo più assoluto, ai malati, alla loro solitudine, ai bambini senza la mamma, agli orfani… Con tanti bambini che soffrono, tanta sofferenza, potevo dire: Signore, concedimi di accompagnarli nel loro dolore… E invece no. Niente! Il mio cuore di pietra, mai si ricordò della sofferenza altrui. La cosa più terribile era che non feci mai niente per amore al prossimo! ...Per esempio, pagavo la spesa del supermercato a molta gente, che non aveva i soldi e si trovava in necessità, ma non lo facevo per amore: avevo il denaro, e non mi costava niente. Io davo perché mi piaceva che tutti vedessero il gesto, e dicessero che ero buona, che ero una santa. E come sapevo approfittare delle necessità delle persone! Non davo niente gratuitamente! Infatti dicevo: “Io ti faccio questo, ma tu in cambio fammi il favore di andare, al mio posto, al collegio dei miei figli, alle riunioni, perché io non ho tempo… Portami le buste della spesa alla macchina… Fammi questo, fammi quello…”. Così, manipolavo tutti: facevo le carità per avere in cambio dei favori, e mai perché la persona aveva bisogno. In più, adoravo avere dietro di me un sacco di gente, che dicesse quant’ero buona e generosa, perfino santa: perché c’era chi diceva addirittura questo, ed era gente che mi conosceva bene! Nell’esame che Gesù mi fece dei 10 Comandamenti, vidi come dall’avidità uscivano tutti i miei mali. Fui accecata da questo desiderio d’avere denaro, molto denaro, perché pensavo che sarei stata felice quanto più ne avessi avuto. Peccato che, proprio il periodo in cui avevo molti soldi, fu quello peggiore per la mia anima, al punto da volermi suicidare. A dispetto della mia ricchezza, mi sentivo sola, vuota, amareggiata, frustrata Quest’avidità, questo desiderio di denaro, fu la strada che mi condusse, per mano del maligno, ad allontanarmi e a staccarmi dalla mano del Signore. Egli mi disse: “Tu avevi un dio, e questo dio era il denaro, e a causa sua ti condannasti. Per colpa sua, sprofondasti nell’abisso, e ti allontanasti dal tuo Signore”. Quando mi disse “dio denaro”… Noi eravamo arrivati, sì, ad avere molti soldi, ma ultimamente eravamo in rosso, pieni di debiti, e non avevamo più un centesimo. Allora gridai: “Ma quale denaro?! Quello che ho lasciato sulla terra, non sono altro che debiti!...”
Nel mio esame sui 10 Comandamenti, non ne passai uno! Terribile!!! Che spavento!!! Vivevo in un autentico caos! …Ma come? …Io?! Io, che mai avevo ucciso?! Che non facevo male a nessuno?! Ecco quello che pensavo… E invece sì, avevo ucciso tanta gente.

Il libro della vita
Dopo l’esame dei 10 Comandamenti, il Signore mi mostrò il “Libro della Vita”. Mi piacerebbe poter avere le parole per descriverlo. Che meraviglia! Vediamo tutta la nostra vita, le nostre azioni e le loro conseguenze, buone o cattive che siano, su noi e sugli altri. I nostri sentimenti e pensieri, e quelli degli altri. Tutto come un film. Comincia dal momento della fecondazione: vediamo la nostra vita a partire da questo momento, e da qui veniamo presi per mano da Dio, che ci mostra tutta la nostra esistenza. Nell’istante stesso della nostra fecondazione, c’è come una scintilla di Luce Divina, un’esplosione bellissima, e si forma un’anima, bianca… Ma non come il bianco che conosciamo! Dico questo colore perché è il più simile, ma è così stupendo che è impossibile descriverne a parole la bellezza, lo splendore… L’anima è talmente bella, piena di luce, incantevole, raggiante e piena d’Amore di Dio… Un Amore di Dio impressionante. Non so se avete mai notato come i neonati, spesso, ridono da soli, ed emettono quei suoni e balbettii. Sapete? Stanno parlando con Dio! Si, perché sono immersi nello Spirito Santo. Anche noi vi siamo immersi, ma la differenza è che essi, nella loro innocenza, sanno approfittare di Dio e della Sua Presenza.

Voi non potete immaginare che cosa meravigliosa fu vedere il momento in cui Dio mi creò, nel grembo di mia madre. La mia anima portata nella Mano di Dio Padre! Scopro un Dio Padre così bello, meraviglioso, tenero, premuroso e affettuoso, che ha cura di me 24 ore al giorno; che mi amò, mi protesse, e sempre venne a cercarmi quando mi allontanavo, con infinita pazienza. Io vedevo solo castigo, mentre Lui non era che Amore, solo Amore, perché Egli guarda non la carne ma l’anima, e vedeva come io mi andavo allontanando dalla salvezza.
Sapete, mia madre era sposata da 7 anni e ancora non aveva figli. In quel momento era molto turbata, a causa della vita d’infedeltà di mio padre: fu molto preoccupata e angosciata, quando si accorse di essere incinta. Piangeva con grande afflizione. Ciò ebbe una conseguenza tale, che mi segnò interiormente, tanto che nella vita non mi sentii mai amata da mia madre! Eppure lei fu sempre tanto affettuosa, tanto buona con me; mi diede sempre amore e affetto, ma io dicevo e insistevo che lei non mi amava, e vissi sempre con questo complesso. Per questo, solo i Sacramenti sono la Grazia di Dio che ci cura. Quando mi battezzarono, dovete vedere la festa che ci fu in Cielo! E’ una creaturina che riceve sulla fronte un sigillo, il Sigillo dei figli di Dio! E’ un fuoco! Il fuoco d’appartenenza a Gesù Cristo.

Ma vidi nel Libro della Vita come, già da piccolina, cominciai a riempirmi delle conseguenze del peccato di mio padre nel matrimonio, dei peccati che iniziai a conoscere, per esempio le sue bugie, il vizio del bere, l’infedeltà, e la sofferenza di mia madre. Tutto questo mi segnò, e causò in me cattivi sentimenti, limiti emotivi e comportamentali.

I talenti
Il Signore mi disse: “Che ne facesti dei talenti che ti diedi? ...Non li all’esterno, profumava meravigliosamente, con profumi costosi, con abbigliamento usasti mai!”…Talenti?! Io venni al mondo con una missione: quella di difendere il regno dell’Amore. Ma dimenticai d’avere un’anima, tanto più d’avere dei talenti, e più ancora d’essere le Mani Misericordiose di Dio. Non sapevo nemmeno che tutto il bene che avevo tralasciato di compiere, aveva causato tanto dolore a Nostro Signore. Vidi i talenti davvero meravigliosi che Dio aveva messo nella mia vita. Tutti noi, fratelli, valiamo molto per Dio. Egli ci ama tutti, e ciascuno in particolare. Tutti abbiamo una missione in questo mondo. Vidi il demonio preoccupatissimo perché questi talenti, che Dio ha posto in noi, erano al servizio del Signore.

Sapete ciò di cui più mi chiedeva conto il Signore? Della mia mancanza d’amore e carità al prossimo, e mi disse: “La tua morte spirituale cominciò quando non ti lasciasti commuovere dalla sofferenza; eppure anche tu l’avevi provata. Eri viva, ma morta”. Se vedeste cos’è la morte spirituale! Un’anima che odia, è spaventosamente orribile, brutta, amareggiata, disgustosa, dà fastidio e fa male a tutti. E’ doloroso vedere la nostra anima, quand’è piena di peccati… Io vidi la mia: firmato… Ma dentro, una puzza tremenda, e sprofondata nell’abisso. Ecco perché tanta depressione e amarezza. Il Signore mi disse: “La tua morte spirituale cominciò quando non ti lasciasti prendere dalla compassione per i tuoi fratelli. Era un avviso, quando vedevi le tribolazioni dei tuoi fratelli da ogni parte, o quando sentivi dai mezzi di comunicazione d’uccisioni, sequestri… Ma tu rimanevi di pietra! Solo dicevi, con la bocca: oh, poverini. Ma non ti addoloravi, nel cuore non sentivi niente, avevi il cuore di pietra, e fu il peccato a indurirtelo”.

Ora vi racconto come il Signore mi mostrò i talenti.
Dovete sapere che alla TV non guardavo mai i notiziari, perché non mi andava di vedere tanti morti, tante cose spiacevoli… M’interessava solo la parte finale: diete, oroscopo, potere mentale, energie, e servizi su questo genere di cose… Tutta roba che usa il demonio per distoglierci, per confonderci… Ora il Signore mi mostrava, nel Libro della Vita, come un giorno, nella Sua strategia Divina, ritardò i programmi, e io accesi la TV quando ancora le notizie non erano terminate: vidi un’umile contadina, che piangeva sopra il cadavere del marito.
Devo dirvi, fratelli, che il demonio ci abitua al dolore degli altri, a vedere la sofferenza altrui pensando che quel problema non ci riguarda: chi sta male, si arrangi, perché il problema non è mio. Ebbene, il Signore mi mostrò come Gli fa male quando i giornalisti sono preoccupati solo che la notizia impressioni, senza commuoversi; pensano solo a vendere la notizia, senza preoccuparsi, in quel caso, di quella donna! Quando accesi la TV e vidi quella contadina piangere, provai un profondo dolore per la sua sofferenza; mi addolorò realmente, quella povera donna. Era il Signore che permetteva così! Prestai attenzione a ciò che si diceva, e mi accorsi che il luogo dove accadevano quei fatti era nel Venadillo, Tulima: la mia terra natale...! Ma subito dopo, cominciò la parte delle rubriche, dove si parlava di una dieta fenomenale, ed io mi dimenticai completamente della contadina, perché m’interessava più la dieta. …Non pensai mai più a lei!
Chi non dimenticò la contadina, fu Nostro Signore! Egli mi aveva fatto sentire il dolore e la sofferenza di quella donna, perché voleva che fossi io ad aiutarla. Era quello il momento di usare i talenti che Lui mi aveva dato. Mi disse: “Il dolore che provasti per lei, ero Io, che ti gridavo di aiutarla. Fui Io a ritardare le notizie, perché tu potessi vedere: ma non fosti capace di piegare le ginocchia e pregare per lei, neanche per un minuto! Ti lasciasti annebbiare dalla dieta, e non ti ricordasti più di lei!”.

Il Signore mi mostrò la situazione di quella donna. Si trattava di una famiglia d’umili contadini. Per prima cosa, avevano chiesto al marito di abbandonare la casa in cui vivevano. Al che, lui rispose di no, che non se ne sarebbe andato da lì. Allora vennero degli uomini, per cacciarlo via. Quel contadino li vide venire verso di lui, per mandarlo via, e si accorse che erano armati e avevano intenzione di ucciderlo. Vidi tutta la vita di quell’uomo: vidi e sentii lo spavento e l’angoscia che provò; vidi come corse a nascondere i suoi bambini e la moglie sotto delle cose, che sembravano enormi pentole di terracotta. Lo vidi allontanarsi da lì correndo, ma quegli uomini lo inseguirono. Sapete quale fu la sua ultima preghiera? “Signore abbi cura di mia moglie e dei miei figlioli: te li raccomando!”. E l’uccisero! Cadde steso al suolo. Quando spararono, il Signore mi fece sentire il dolore di quella donna e dei suoi bambini, che non potevano gridare. (Piange).
Così il Signore ci mostra il dolore che Lui prova, e la sofferenza degli altri. Ma noi, spesso, c’interessiamo solo delle nostre cose, e non ci preoccupiamo neanche un po’ dei nostri fratelli e delle loro necessità! (Continua a piangere). Sapete cosa voleva il Signore? Voleva che m’inginocchiassi e Lo supplicassi per quella famiglia, per quella mamma e i suoi bambini! Dio mi avrebbe ispirato come avrei potuto aiutarli! E sapete come? Bastava fare qualche passo e andare da un sacerdote, che viveva di fronte a casa mia, e dirgli quello che avevo visto in TV. Questo sacerdote era amico del parroco di quel villaggio, (Venadillo, Tulima), e aveva una casa di accoglienza a Bogotà; avrebbe aiutato quella donna.

Sapete, la prima cosa di cui rendiamo conto a Dio, prima ancora dei peccati, sono le omissioni! Sono tanto gravi! Non immaginate quanto! Un giorno lo vedrete, come l’ho visto io! Questi peccati fanno piangere Dio! Sì, Dio piange, vedendo i suoi figli soffrire per la nostra indifferenza e mancanza di compassione del prossimo; per il fatto che tanti soffrono, e noi non facciamo niente per loro! Il Signore ci mostrerà, mostrerà a tutti, le conseguenze del peccato della nostra indifferenza davanti alla sofferenza altrui. Tanto dolore, nel mondo, è dovuto alla nostra indifferenza, disinteresse, e cuore duro.
Per riassumere un po’: quella contadina, vedendosi perseguitata, (infatti, cercarono di uccidere anche lei), scappò con i suoi bambini, e cercò aiuto presso il sacerdote di quel villaggio. Il parroco, desolato, le disse: “Figlia mia, devi fuggire, perché se ti trovano ti ammazzano!”
In tutta fretta, fece ciò che gli sembrava meglio per lei: la mandò molto preoccupato a Bogotà, le diede un po’ di denaro, e alcune lettere di raccomandazione!
Lei andò via di corsa; si presentò, con queste lettere, nei vari posti che il parroco le aveva indicato, ma nessuno la ricevette! Sapete dove andò a finire? Sapete chi aiutò, alla fine, quella donna? Quelli che la costrinsero alla prostituzione!!!
Il Signore mi diede ancora un’opportunità per aiutarla, quando anni dopo la rividi! Fu un giorno che dovevo andare in centro. Io detestavo andarci, perché è il posto dove si vede più miseria, e siccome mi sentivo superiore, non mi piaceva vedere povertà, indigenza, e cose del genere. Ma in quel giorno dovevo proprio andarci, e mentre passavamo di là, mio figlio mi chiede: “Oh! …Mamma, come mai quella signora si veste così, e porta la gonna tanto corta?”. Io gli risposi: “Non guardare, figlio mio! Queste sono donne spregevoli, che vendono il loro corpo per piacere, per denaro: sono prostitute, sono delle immonde”. Figuratevi! Parlare così, e per di più avvelenando mio figlio! Classificai senza pietà una sorella, caduta in questa condizione a causa dell’indifferenza di un popolo. Il Signore mi disse: “Gli indifferenti sono i tiepidi, e Io li vomito! Un indifferente non entrerà mai in Cielo! L’indifferente è colui che passa nel mondo e niente gli importa, niente lo riguarda, se non la sua casa e i suoi interessi! La tua morte spirituale cominciò quando smettesti d’interessarti di quello che accadeva ai tuoi fratelli. Quando pensavi solo a te e al tuo benessere!”.

I tesori spirituali
Io fui chiamata all’esistenza per aiutare a costruire un mondo migliore, e usare i talenti, che il Signore mi aveva dato, per contribuire ad estendere il Regno dei Cieli sulla terra. Ma non lo feci! …Anzi! Quanti cattivi consigli diedi, e quanta gente trascinai e rovinai, con i miei cattivi consigli e cattivi esempi! Non seppi usare mai i talenti che Dio mi diede, non li usai mai! Il Signore mi chiese anche: “Che tesori spirituali mi porti?”

Tesori spirituali?! Le mie mani erano vuote! Allora mi disse: “A cosa ti servono i due appartamenti che avevi, le case che possedevi, gli ambulatori, che tu consideri di una professionista, con grandi soddisfazioni? Forse hai potuto portarne qui un solo mattone? A che ti è servito tanto culto al tuo corpo, tutto il denaro speso per lui, tutte le preoccupazioni per stare in forma? A cosa ti è servito sottoporlo a tante diete che ti portarono a soffrire d’anoressia, bulimia, torturando il tuo corpo? Facesti del tuo corpo, di te stessa, un dio! E a che ti serve tutto ciò, adesso, qui? Eri molto generosa, è vero, ma lo facevi perché ti ringraziassero, per essere lodata, perché dicessero che eri buona. Manipolavi tutti, con i soldi, perché in cambio ti facessero favori. Dimmi: cos’hai portato qui? Quando ti visitai con la rovina economica, non fu un castigo come tu pensasti, ma una benedizione. Sì, quella bancarotta era per spogliarti di quel dio, quel dio che servivi! Era per farti tornare a Me! Ma tu ti ribellasti, ti rifiutasti di scendere dal tuo livello sociale, e imprecavi, schiava di questo tuo dio denaro! Pensavi di aver ottenuto tutto da sola, con le tue forze, con lo studio, perché eri lavoratrice, lottatrice… Invece no! Guarda quanti professionisti ci sono, con studi accademici migliori dei tuoi; quanti che nel lavoro s’impegnano come o più di te: osserva le loro condizioni…
A te fu dato molto, ed è per questo motivo che molto ti viene chiesto; di molto devi rispondere”.

Pensate, d’ogni chicco di riso che sprecai, dovetti rendere conto a Dio! Per tutte le volte che buttai il cibo nella spazzatura!
Nel mio Libro della Vita, vidi quand’ero piccola e la mia famiglia era povera. Mia madre cucinava spesso i fagioli; e io li odiavo, li detestavo. Dicevo: “Ancora questi maledetti fagioli? Un giorno sarò tanto ricca, che non li mangerò mai più”. Vidi che una volta gettai via i fagioli che mamma mi aveva servito, senza che lei se ne accorgesse, e quando si sedette per mangiare notò il mio piatto vuoto. Pensò che avessi mangiato in fretta perché avevo molta fame, e mi servì un’altra volta, dandomi la porzione riservata a lei: così rimase senza mangiare. Sapete, il Signore mi mostrò che tra le persone a me più vicine, chi soffrì spesso la fame a quel tempo, fu mia madre. Avendo sette figli, molte volte rimaneva senza mangiare perché mangiassimo noi, poiché eravamo molto poveri. Ebbene, quel giorno rimase affamata per darmi, senza saperlo, ciò che io avevo buttato nella spazzatura. Ma accadeva anche, spesso, che non mangiasse perché bussava qualcuno alla porta per chiedere cibo, e lei dava quello che stava per mangiare. Soffriva la fame, ma non lo fece mai notare, non aveva mai la faccia amareggiata, tanto meno triste, né alcun altro segno. Anzi, era sempre col sorriso e non le si notava niente. Vi ho già raccontato che gioiello di figlia ero?! Chiamavo mio padre “Pietro spacca-pietra”(Fred dei "Flintstones"), e a mia madre dicevo che era fuori moda! Che era una vecchia antiquata, e altre cose del genere. Fino la punto di negare che lei era mia madre, perché ne avevo vergogna. Figuratevi!...

Eppure, non immaginate le grazie, le benedizioni che si spargevano su di me e sul mondo intero, per merito di mia madre! Pensate la grazia di avere una madre che va in chiesa e, davanti al tabernacolo, offre le sue sofferenze e il suo dolore a Gesù, e per di più confida! Confida in Lui!
Il Signore mi disse: “Mai nessuno ti amò, e ti amerà, come tua madre! Mai! Nessuno ti amerà così teneramente come lei!”. Poi il Signore mi mostrava tutte le feste che davo ( dopo il cambiamento della mia condizione sociale)… In quei banchetti, in quei buffet, metà del cibo finiva nella spazzatura, senza pensarci su.
Il Signore continuò: “Guarda i tuoi fratelli, soffrire la fame! Io avevo fame!”, mi disse quasi gridando. Sapeste come addolora il Signore la fame, il bisogno, e la sofferenza dei Suoi figli! Come Lo rattrista il nostro egoismo e la nostra mancanza di carità verso il prossimo!
E continuò a farmi vedere come in casa mia c’erano tante cose raffinate e costose. In effetti, a quel tempo, avevo in casa roba molto costosa, vestiti molto eleganti, costosissimi. Il Signore mi disse: “ Io ero nudo, e tu avevi gli armadi pieni d’abiti costosi, che non usavi…”. Vidi anche che, quando vivevamo in un livello sociale alto, se le mie amiche compravano abiti firmati, io dovevo acquistarne di migliori; se una si comprava una bella auto, io dovevo prenderla migliore… Volevo sempre qualcosa di meglio rispetto a loro, perché ero invidiosa. Il Signore mi disse: “Fosti sempre altezzosa, facevi i paragoni con quelli che stavano meglio di te! Persone ricche! E non guardasti mai a quelli che stavano economicamente più in basso di te. Quand’eri povera, camminavi sulla strada della santità, perché davi persino quello che ti mancava”. E mi mostrò quanto gradì il mio gesto, una volta che mia madre, nonostante la nostra povertà, riuscì a comprarmi delle scarpe da tennis di marca.

Io ero contentissima, ma incontrai un bambino di strada che era scalzo, e sentii una tale pena per lui, che mi tolsi le scarpe e gliele diedi. Tornai a casa senza calzature, e mio padre quasi mi ammazzò! E non senza ragione: con la povertà in cui eravamo, tanto sacrificio per comprarle, e io le regalai per via, appena acquistate! Ma il Signore ne fu contento! Come gli piaceva la strada per cui camminavo! Nonostante fossimo una famiglia complicata e povera, Dio spargeva su noi molte grazie e benedizioni per merito di mia madre, della sua bontà e delle sue preghiere. Il Signore continuò mostrandomi che, se non mi fossi chiusa alla Grazia e allo Spirito Santo, avrei potuto aiutare molta gente, con i talenti che mi aveva dato. Mi mostrò tutta l’umanità, e come noi rispondiamo a Dio, a causa di ciò che abbiamo vissuto, tenendo il cuore chiuso a Lui e allo Spirito Santo, e alle loro ispirazioni divine. Mi disse: “Io ti avevo ispirato di pregare per queste persone: se l’avessi fatto, il male non sarebbe entrato in esse, causando tanto danno”. Per esempio: una bambina fu violentata dal padre: se io non mi fossi chiusa allo Spirito Santo, avrei ascoltato le Sue ispirazioni Divine, e avrei pregato per loro: così il maligno non sarebbe entrato in quel padre, protetto dalla preghiera, e quella violenza non ci sarebbe stata, né avrebbe causato tanta sofferenza. Oppure, quel giovane non si sarebbe suicidato. Il Signore continuò dicendomi: “Se tu avessi pregato, quella ragazza non avrebbe abortito, quella persona non sarebbe morta sentendosi abbandonata da Me, in un letto d’ospedale. Se avessi pregato, Io ti avrei consigliato, affinché tu cominciassi ad aiutare i tuoi fratelli. Io ti avrei guidato! Ti avrei condotto a queste persone. Tanto dolore nel mondo, e tu avresti potuto aiutare!”.

Mi mostrò quante persone soffrono al mondo, e quante avrei potuto aiutare. Mai permisi che Lo Spirito Santo mi toccasse, né mai mi lasciai commuovere per la sofferenza degli altri. Il Signore mi disse: “Guarda la sofferenza del mio popolo, guarda come avesti bisogno che Io ferissi la tua famiglia con il cancro, perché tu ti commovessi per quanti soffrono la stessa malattia! Ti commuovesti per i sequestrati, solamente dopo che tuo marito stesso fu sequestrato”. E quasi gridando: “Ma tu, di pietra!!! Incapace di sentire amore!”.
Per concludere, tenterò di spiegare come ci si vede nel Libro della Vita.

Io ero molto ipocrita, falsa. Ero di quelli che davanti alla persona fanno gli elogi, ma alle spalle ne parlano male; che fuori parlano bene, ma dentro non si sente ciò che dicono. Per esempio, elogiavo qualcuno dicendo: “Sei carina, che vestito delizioso, ti sta benissimo”. Ma dentro pensavo: fai schifo, sei brutta, e ti credi di essere la regina! Nel Libro della Vita si vede tutto questo, con la differenza che vediamo anche i pensieri. Tutte le mie bugie vennero allo scoperto, al “rosso vivo”, così evidenti che tutti potevano vedere. Quante volte uscii di nascosto da mia madre, perché non mi lasciava andare da nessuna parte, quante bugie inventavo: “Mamma, ho un lavoro di gruppo in biblioteca”. Lei ci credeva, e io me ne andavo a vedere un film pornografico, o al bar a prendere una birra con le mie amiche. Ed ecco mia madre lì, adesso, a vedere tutto nel Libro della Vita… Adesso niente era nascosto. Che vergogna sentii! Che vergogna! Al tempo in cui i miei genitori erano poveri, portavo a scuola, per merenda, del latte e una banana. Mangiavo la banana e buttavo la buccia dove capitava; non mi venne mai in mente che qualcuno potesse farsi male a causa di quella buccia di banana. Il Signore mi fece vedere, in effetti, le conseguenze: chi cadde, chi si fece male… Avrei perfino potuto uccidere qualcuno, con la mia incoscienza e mancanza di misericordia.

Vidi, con gran dolore e vergogna, come solo una volta feci una buona confessione, da adulta. Fu quando una signora mi diede di resto 4.500 pesos in più, in un supermercato di Bogotà. Mio padre ci aveva insegnato ad essere onesti, e mai toccare neanche un centesimo di alcuno; mi accorsi in macchina dell’errore, mentre andavo al mio ambulatorio, e dissi fra me: “Ma guarda un po’ quella stupida, quell’animale (era così che parlavo), mi ha dato 4.500 pesos in più! Adesso mi tocca tornare indietro! ...Ma guardando nello specchietto retrovisore, vidi il traffico congestionato, e dissi: “No! Non torno indietro, non voglio far tardi e perdere tempo! Peggio per lei ch’è stata così idiota!”. Ma rimasi col rimorso di quei soldi. Da questo lato, mio padre ci aveva educato bene. La Domenica mi confessai, e dissi: “Mi accuso di aver rubato 4.500 pesos, non avendoli restituiti; me li sono tenuti!”. Non prestai attenzione a ciò che il sacerdote mi disse, però il maligno non poté accusarmi d’essere ladra!

…Ma il Signore mi disse: “Fu una mancanza di carità non restituire il denaro, perché per te 4.500 pesos era niente, ma per quella donna era l’alimentazione di tre giorni”. La cosa più triste fu vedere come quella donna soffrì la fame per un paio di giorni, per colpa mia, insieme ai suoi due bambini; così mi mostrò il Signore. Quando faccio qualcosa, ci sono le conseguenze dei miei atti, e chi soffre a causa di essi: perché i nostri atti hanno sempre le loro conseguenze. Quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, porta conseguenze per noi e per gli altri! Tutti vedremo queste conseguenze nel Libro della Vita. Quando arriverà il momento di comparire davanti a Dio per il giudizio, lo vedrete, come l’ho visto io. Quando si chiuse il mio Libro della Vita, immaginate la mia tristezza, la mia vergogna, il dolore immenso…

Il Libro della mia vita si chiuse nel modo più bello. Nonostante il mio comportamento, nonostante i miei peccati, la mia immondizia, la mia indifferenza, e i miei orribili sentimenti, il Signore mi cercò fino all’ultimo istante: m’inviava sempre strumenti, persone, mi parlava, mi gridava, mi prendeva le cose, mi lasciò cadere in disgrazia per cercarmi, e perché io Lo cercassi. M’inseguì sempre, fino all’ultimo istante. Sapete Chi è, il nostro Dio e Padre? E’ un Dio potente, innamorato, che mendica presso ciascuno di noi, perché ci convertiamo. Invece, quando le cose andavano male, io dicevo: “Dio mi ha punito, mi ha condannato!”. Chiaro che non è così! Mai Egli ci condanna: infatti, di mio libero arbitrio, scelsi liberamente chi fosse mio padre, e non era Dio. Io scelsi satana come mio padre!
Quando fui colpita dal fulmine, prima di portarmi al “Seguro Social” mi condussero in un ospedale pubblico, dove c’erano tanti malati, tanti feriti, tanta sofferenza, e non si trovava una barella disponibile per me. E quando coloro che mi portavano, chiesero ai medici dove potessero mettermi, quelli dicevano soltanto: “Laggiù, laggiù!”. E i miei soccorritori: “Ma laggiù, dove?”. “Laggiù, sul pavimento!”. Ma essi non volevano lasciarmi per terra, perché ero molto ustionata, e se avessi contratto un’infezione, sarei certamente morta… Mentre stavo in un angolo, durante queste ore, i medici mi guardavano con una faccia… E’ che non potevano lasciare qualcuno che aveva l’infarto, per esempio, o era in condizioni molto gravi, ma con più possibilità di sopravvivere rispetto a me, che invece ero tutta bruciata come un “toast”, e con ogni probabilità sarei morta.

Io però ero cosciente, e parecchio irritata, mormorando perché i medici non venivano da me. Ma ci fu un momento in cui ero calma, senza brontolare, perché vidi Nostro Signore Gesù Cristo, che stava chinato e si teneva vicinissimo a me, mi toccava la testa con le Sue mani e mi consolava. Riuscite a immaginarlo?! Riuscite a immaginare la tenerezza?! Io pensai: sarà una allucinazione? Com’è possibile vedere Nostro Signore qui?! Chiusi gli occhi, poi li riaprii, e continuavo a vederlo lì! Mi disse, con grande tenerezza: “Vedi, piccolina, tu stai per morire! Séntiti bisognosa della Mia Misericordia”. Immaginatevi…! Così dissi: “Misericordia! Misericordia!”, ma nel frattempo pensavo: misericordia perché? Cos’ho mai fatto di male?
Non avevo coscienza dei miei errori, ma mi fu chiaro che stavo per morire, questo sì! Ne rimasi rattristata… “Ahimé, sto per morire!!! ...Ahimé, i miei anelli di diamanti!!!”. Mi ricordai subito dei miei anelli. Guardo, e vedo tutta bruciata la carne delle dita, come se fossero esplose. Ma dicevo tra me: “Devo toglierli, costi quel che costi! Altrimenti li dovranno rompere, e perderanno il valore”. Non pensavo ad altro; vedevo le mie dita gonfiarsi, e pensavo solo a togliermi gli anelli perché non li rompessero! Voi non immaginate che odore sgradevole ha la carne bruciata. E quanto più muovevo quegli anelli, tanto più questa puzzava. Sentivo che sarei impazzita dal dolore, ma insistevo e dicevo a me stessa: “No! No e no! Io devo riuscirci! Devo riuscirci, perché a me, nessuno mi vince, e questa carne non mi si ingrosserà, nossignore! Io tolgo questi anelli da qui, costi quel che costi, non morirò con essi”. Quando alla fine riesco a sfilarli, mi ricordo improvvisamente: “Oh, no!!! Sto per morire, e queste infermiere ruberanno i miei anelli!”. Nel frattempo arriva mio cognato. Io, tutta contenta: “Salva i miei anelli!!!”. Li consegnai a lui, che è medico, e non poteva essere diversamente: perché altrimenti non li avrebbe toccati, ma li avrebbe buttati via, e ben lontano! Infatti erano bruciati, e con brandelli di carne attaccati.

Gli dissi di consegnarli a Fernando, mio marito, aggiungendo: “Dì alle mie sorelle che prendano i miei figli perché, poverini, resteranno senza mamma. Infatti, non me la caverò!”. La cosa peggiore fu che non approfittavo di quei momenti che Gesù mi offriva, per chiederGli Misericordia e perdono. Ma come potevo chiedere perdono, se pensavo di non avere peccati?! Mi credevo una santa! Quando ci sentiamo “santi”, è allora che ci condanniamo.

Quando ebbi tolto gli anelli e li affidai a mio cognato, perché li consegnasse a mio marito, mi dissi sollevata: “Ecco, adesso posso morire!”, e l’ultimo pensiero fu: “Ahimé, con quali soldi mi seppelliranno, visto il mio conto bancario in rosso?...”
Dio Padre ama tutti e ciascuno, indipendentemente dal fatto che siamo buoni o cattivi; e con tale intensità che, sino all’ultimo istante, viene fino a noi con tanta tenerezza, ci abbraccia con tutto il Suo Amore… Egli vuole salvarci, ma se non Lo accogliamo, se non Gli chiediamo perdono e misericordia, riconoscendo le nostre colpe, ci lascia liberi di seguire quello che abbiamo scelto. Se la nostra è stata una vita senza Dio, molto probabilmente in quel momento Lo rifiuteremo, e Lui ci rispetterà. Non ci obbliga ad accettarLo.
Così si chiude il mio Libro della Vita.

Segue

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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