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Elizabeth Kùber-Ross Medico Psichiatra

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2014 12:59
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27/12/2012 11:04
 
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Alcune pagine del suo libro " La morte e la Vita dopo la morte"
Molti dicono, "è chiaro che la Dottoressa Ross ha visto troppi pazienti moribondi, sta diventando un po' ridicola".

Quello che gli altri pensano di voi è un problema loro non vostro, è importante ricordarsene, se si ha la coscienza pulita e si svolge il proprio lavoro con amore, diranno tutto il male di voi e tenteranno di rovinarti la vita salvo poi onorarvi 10 anni dopo e conferirvi 18 lauree per lo stesso lavoro. E ciò che è capitato a me.

Dopo essere stati per molti anni sul letto di morte di bambini e vecchi e aver ascoltato ciò che essi dicono, ci si rende conto che essi sanno quando la morte si avvicina, all'improvviso vi dicono addio, quando non avete idea della morte sia imminente. Se non ignorate questo fatto e continuare ad ascoltare allora il morente vi dirà tutto ciò che vuole farvi sapere, dopo la morte di quel paziente vi sentirete in pace perché potreste essere la sola persona che ha preso seriamente le sue parole.

Abbiamo studiato 20.000 casi in tutto il mondo di persone che erano state dichiarate clinicamente morte, e che sono poi ritornate alla vita, alcune si risvegliarono naturalmente altre a seguito di rianimazione.

Voglio riassumere in breve quello di ogni essere umano dovrà sperimentare al momento della morte, è un'esperienza che tutti devono vivere indipendentemente dal fatto che siano Australiani, Indù, Musulmani Cristiani o non credenti, non dipende nemmeno dall'età o dalla condizione sociale, la morte infatti è un processo umano, come la nascita.

L'esperienza della morte è quasi identica a quella della nascita, è come nascere a un'esistenza diversa che può essere dimostrata molto semplicemente.

Da migliaia d'anni ci hanno indotto a credere in ciò che riguarda l'aldilà, per me non è più questione di credere, ma di sapere, e sono disposta ad dirvi come potete arrivare anche voli a questa conoscenza purché vi interessi veramente, se non vi interessa, non fa nulla, tanto, dopo la morte, lo saprete comunque, e io sarò la, tutta felice per coloro che ora dicono povera Dottoressa Ross.

Al momento della morte vi sono tre stadi, se riuscire ad accettare il linguaggio che uso nelle mie conversazioni con i bambini morenti e che ho applicato all'esempio nella lettera a Dougy, accetterete che io vi dica che la morte di un essere umano è identica a ciò che accade quando la farfalla esce dal bozzolo. Il bozzolo può essere paragonato al corpo umano, quest'ultimo non è il nostro vero io è solo una dimora in cui vivere per un po' di tempo, morire è solo trasferirsi da una dimora in un'altra più bella, per usare un paragone simbolico.
Non appena il bozzolo è in condizioni disperate, a causa di suicidio, di assassinio, di attacco cardiaco, oppure di una malattia cronica, non importa quale la causa, esso lascia libera la farfalla, l'anima per così dire.

In questo secondo stadio, dopo che la farfalla simbolica ha lasciato il suo corpo materiale, si sperimentano cose importanti che si dovrebbero conoscere per non avere più paura della morte.
A questo secondo stadio si dispone di energia psichica, mentre al primo stadio si dispone di energia fisica, allora si aveva ancora bisogno di un cervello funzionante, di una coscienza vigile, per comunicare con i propri simili, appena questo cervello questo bozzolo è troppo danneggiato non si ha più coscienza, nel momento in cui questa viene a mancare e per così dire il bozzolo è in condizioni tali che manca la facoltà di respirare ed è impossibile misurare le pulsazioni o le onde cerebrali, la farfalla ha già lasciato il bozzolo.

Ciò non significa necessariamente che si è già morti, ma piuttosto che il bozzolo non funziona più, lasciando il bozzolo si raggiunge il secondo stadio, che è caratterizzato dall'energia psichica, l’energia fisica e psichica sono le sole che l'uomo può gestire.
Il dono più grande che Dio ha fatto all'uomo è il libero arbitrio, e fra tutti gli esseri viventi l'uomo è l'unico dotato di libero arbitrio, col quale può decidere di usare quell'energia in modo positivo o negativo, appena l'anima lascia il corpo ci si rende conto immediatamente che si può percepire tutto quello che accade nel luogo della morte, sia in ospedale, sia nel luogo dell'incidente o dovunque si sia abbandonato il corpo.

Non si registrano gli avvenimenti con la consapevolezza terrena, ma con una nuova consapevolezza, si registra tutto ma solo durante il periodo in cui non c'è più pressione sanguigna, in cui mancano di pulsazione e respiro e alcuni casi anche le onde cerebrali.
Ci si rende conto di ciò che ognuno dice, di ciò che pensa e di come agisce, e in seguito si sarà in grado di riferire nei più minuti dettagli che, ad esempio, il nostro corpo fu estratto dall'auto con la fiamma ossidrica, è perfino accaduto che qualcuno sia stato in grado di ricordare la targa dell'auto che l'aveva investito e il cui pilota aveva deciso di andarsene.

Scientificamente è impossibile spiegare come qualcuno privo di onde cerebrali sia in grado di leggere una targa, occorre molta umiltà agli scienziati, si deve umilmente accettare il fatto che vi sono milioni di cose che ancora non siamo in grado di capire, ciò non significa che quello che non siamo in grado di capire non esiste o non è reale.
Se io soffiarsi dentro al fischietto per cani voi non potreste udire, mentre qualunque cane sentirebbe benissimo, il motivo è che l'orecchio umano non è in grado di percepire frequenze così alte, allo stesso modo l'uomo medio è incapace di vedere un'anima fuori dal corpo fisico mentre invece l'anima uscita dal corpo può percepire vibrazioni terrene e capire quello che accade sul luogo dell'incidente o in qualsiasi altro luogo.

Molte persone hanno esperienze extra corporee durante un intervento chirurgico, infatti osservano il chirurgo al lavoro, questo fatto deve essere tenuto presente da tutto il personale medico ed infermieristico, e mentre il paziente è fuori coscienza dovrebbero parlare solo di cose che anche il paziente può udire infatti le persone prive di coscienza possono udire tutto, tutti dobbiamo sapere, quando ci accostiamo al letto di nostro padre o di nostra madre già in coma profondo che quest'uomo, questa donna, possono udire tutto quello che diciamo in questi momenti non è troppo tardi per chiedere perdono o dire ti voglio bene o qualsiasi altra cosa si voglia dire, per dire queste parole non è mai troppo tardi nemmeno per dirla in morti perché possono ancora udirci anche allora si possono concludere cose lasciate in sospeso che possono risalire anche a dieci o venti anni prima, ci si può liberare del peso dei propri debiti per poter ricominciare a vivere.
Segue.
Franco
[Modificato da francocoladarci 26/04/2014 12:59]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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