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DOVE LA SCIENZA INCONTRA L'ANIMA

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2015 19:43
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12/01/2013 10:16
 
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di Caitanya Carana dasa
La ricerca scientifica sulle esperienze pre-morte sostiene la spiegazione
vedica della coscienza e della percezione


La scienza può continuare a dire: ‘Queste cose sono semplicemente
impossibili’; tuttavia finché questi avvenimenti si moltiplicano in
differenti paesi e per così pochi di essi esiste una giustificazione
razionale, non è un buon metodo ignorarli.”
– Lo psicologo americano William James


C’è una prova scientifica dell’esistenza dell’anima?” è la domanda
ricorrente che i devoti devono affrontare ogniqualvolta condividono la
filosofia della coscienza di Krishna con altri. Sì, c’è. La ricerca
scientifica in campi quali la coscienza, i ricordi delle vite passate e le esperienze pre-morte (EPM) offrono prove persuasive. In questo articolo tratterò il fenomeno delle EPM.


Insolito ma Universale

Le esperienze pre-morte sono esperienze di visioni e percezioni
straordinarie durante momenti d’incoscienza di persone che da un punto di vista medico erano morte o quasi per cause varie quali incidenti, malattie, interventi chirurgici o tentativi di suicidio. Queste persone sono tornate da stati di morte o di pre-morte a raccontarci le loro sorprendenti esperienze. Esperienze pre-morte sono state testimoniate da tempo immemorabile nelle culture di tutto il mondo. In uno studio multiculturale pubblicato nel Journal of the Society for Psychical Research nel marzo del 1978, il ricercatore Dean Sheils riferiva che le credenze relative alle esperienze pre-morte sono presenti in circa il novantacinque per cento delle culture del pianeta e colpiscono per la loro uniformità anche se espresse da culture diverse per struttura e localizzazione.

Nei tempi moderni, l’interesse popolare per le esperienze pre-morte è stato inizialmente suscitato dal libro del 1975 di Raymond Moody Life after Life che riportava numerose esperienze pre-morte riferite a un ampia rappresentanza di persone. Secondo l’inchiesta Gallup e Proctor del 1980-1981, il quindici per cento di tutti gli americani che si sono trovati in situazioni di pre-morte, hanno avuto un’esperienza pre-morte. Da un punto di vista più clinico, Pim van Lommel, un cardiologo olandese, ha trovato
che, tra i pazienti che erano stati rianimati con successo dopo arresti cardiaci, il diciotto per cento aveva avuto un’esperienza pre-morte.


La Prova Elimina lo Scetticismo

Durante gli stadi di pre-morte, i pazienti riferiscono di aver vissuto molte esperienze straordinarie – incontro con esseri luminosi, visione di tutta la propria vita, viaggio in una dimensione piena di colori meravigliosi – molte delle quali hanno cambiato profondamente la loro vita. Dal punto di vista della prova scientifica, le più importanti tra queste esperienze sono quelle autoscopiche, cioè fuori dal corpo, in cui i pazienti riferiscono di aver visto il proprio corpo dall’esterno (in genere dall’alto del tavolo operatorio) e danno anche descrizioni verificabili degli interventi chirurgici messi in essere dallo staff medico. Secondo l’attuale prevalente visione scientifica, i pazienti in stato d’incoscienza non possono essere consapevoli di questi dettagli e pertanto le loro descrizioni non sono altro
che allucinazioni o, nel migliore dei casi, ipotesi plausibili.

Questa fu l’attitudine del dott. Michael Sabom, un cardiologo americano che aveva iniziato con scetticismo le sue ricerche sulle esperienze pre-morte negli ultimi anni del ’70. Nel suo libro Recollections of Death: A Medical Investigation, Sabom metteva in evidenza il suo progetto iniziale d’invalidare le percezioni dichiarate dai pazienti autoscopici: “Giocherei la mia esperienza di esperto cardiologo contro i ricordi visivi dichiarati da persone profane. Così facendo, ero convinto che sarebbero apparse ovvie
contraddizioni per ridurre queste osservazioni visive riferite a niente di più che a “un’ipotesi plausibile” da parte del paziente.” Lo scetticismo iniziale di Sabom svanì subito, mentre l’evidenza delle prove continuava a crescere nella sua ricerca sulle esperienze pre-mortem durata più di trent’anni.

Ecco alcuni casi tratti dai libri di Sabom che hanno cambiato la sua
comprensione della vita e della morte ed anche quella di migliaia dei suoi lettori.

Un pilota dell’Air Force in pensione che aveva avuto un forte
attacco cardiaco riferì con molti dettagli lo svolgimento della
rianimazione. Egli descrisse perfino il movimento dei due aghi del
defibrillatore, un apparecchio elettronico usato per dare scosse elettriche nel tentativo di recuperare il normale funzionamento cardiaco: “Esso [il misuratore della defibrillazione] era quadrato e aveva due aghi, uno fisso e uno che si muoveva ... il primo ago si muoveva ogni volta che essi premevano. Penso che muovessero l’ago fisso e allora si calmava ... Sembrava che l’ago che si muoveva in realtà venisse su piuttosto lentamente.

Non compariva all’improvviso come in un amperometro o un voltmetro o qualche altro tipo di apparecchio di registrazione ..La prima volta si posizionò tra un terzo e metà del fondo scala. Allora lo fecero di nuovo e questa volta l’ago superò la metà del fondo scala e la terza volta arrivò quasi ai tre quarti.”

Sabom spiega il significato di questa particolare osservazione: “Ero
particolarmente affascinato dalla sua descrizione di un ago ‘fisso’ e un altro che ‘si muoveva’ sulla parte anteriore del defibrillatore come se fosse carico di elettricità. Il movimento di questi due aghi non è niente che egli possa aver osservato senza aver veramente visto lo strumento in uso. Questi due aghi sono usati separatamente (1) per preselezionare la quantità di elettricità da mandare al paziente [la descrizione del paziente: “Essi muovevano l’ago fisso ed allora si calmava”] e (2) per indicare che il defibrillatore viene caricato con la quantità preselezionata [la descrizione del paziente: “L’ago che si muoveva sembrava venir su piuttosto lentamente in verità. Non appariva improvvisamente come in un amperometro o in un voltmetro o in uno strumento di misurazione.

Questo metodo di carica viene compiuto soltanto immediatamente prima della defibrillazione, perché una volta caricato, questo strumento comporta un serio rischio elettrico se non viene scaricato correttamente con un metodo molto particolare. Inoltre, i misuratori del tipo descritto da quest’uomo non si trovano nei modelli più recenti di defibrillatori, ma venivano comunemente usati nel 1973, al momento del suo arresto cardiaco.” Come poteva una persona che si trovava (1) ad affrontare un arresto cardiaco, (2)
che stava per essere scosso da uno shock elettrico (3) mentre era quasi certamente incosciente e (4) non in una posizione fisica da poter vedere il defibrillatore (5), osservare con metodo il movimento degli aghi sul quadrante?

In un altro caso riferito dal dott. Sabom una donna diede una descrizione dettagliata ed accurata da un punto di vista medico della sua operazione ad un disco lombare, eseguita con la paziente in posizione supina. Ella riferì che l’operazione, con sua grande sorpresa, non era stata eseguita dal suo chirurgo ma dal primario della neurochirurgia, un dettaglio esatto che non le era stato riferito. Seguendo Sabom, molti altri ricercatori sono stati
coinvolti in esperienze premorte che hanno presentato percezioni accurate o esatte.


Incosciente ma Cosciente?

Come potevano queste persone acquisire tali informazioni accurate su ciò che accadeva mentre erano incoscienti da un punto di vista medico? Potevano aver avuto le informazioni sulle procedure mediche conoscendole in precedenza?

Sembrava che questa conoscenza esatta fosse impossibile per pazienti non collegati direttamente alla professione medica. Tuttavia Sabom, essendo un rigoroso ricercatore scientifico, decise di valutare questa possibilità.

Propose un questionario di controllo a un gruppo di venticinque cardiopatici i cui casi erano simili a quelli di coloro che avevano riferito esperienze pre-morte. Quando alle persone sotto controllo fu chiesto d’immaginare quello che sarebbe accaduto nella sala operatoria quando i dottori risuscitavano un paziente con arresto cardiaco, due di loro non dettero alcuna descrizione e venti tra i rimanenti ventitre fecero errori grossolani.

In netto contrasto, delle trentadue persone che avevano riferito di aver avuto esperienze pre-morte, ventisei dettero delle descrizioni generiche che non contenevano alcun errore grossolano e sei diedero riferimenti dettagliati, in esatto accordo con gli interventi medici che non avevano visto.

Basandosi su questo studio, Sabom concluse: “È molto probabile che
questi resoconti di pre-morte non siano invenzioni sottili basate su una conoscenza generica precedente.” Potevano queste persone essere state parzialmente coscienti e aver acquisito queste informazioni per mezzo di esperienze sonore e tattili? Questa ipotesi non spiega i casi di premorte in cui le persone riferiscono eventi accurati avvenuti immediatamente vicino a loro, informazioni che non potrebbero aver avuto origine da esperienze sonore o tattili o con alcun mezzo normale anche se fossero stati coscienti.


Sabom riferisce un caso in cui un paziente in via di guarigione da una
malattia aveva subito un arresto cardiaco imprevisto. Dopo che era stato rianimato, egli riferì che aveva avuto un’esperienza fuori dal corpo durante la quale era andato nella hall e aveva visto sua moglie il figlio maggiore e la figlia che stavano arrivando lì, cosa che era accaduta realmente.

Questa informazione è molto significativa perché (1) quando stava per essere dimesso, non si aspettava che i membri della sua famiglia venissero a trovarlo; (2) anche se avesse saputo che venivano a trovarlo, non poteva sapere chi sarebbe venuto perché egli aveva sei figli adulti, che a turno accompagnavano sua moglie quando veniva a trovarlo; (3) i membri della sua famiglia erano stati fermati nella hall dieci porte prima della stanza dov’egli veniva operato dai dottori e dalla infermiere; (4) il suo viso era girato dall’altra parte rispetto a loro; e (5) stava per essere rianimato dopo l’arresto cardiaco.

Esperienze pre-morte, che riguardano pazienti incoscienti che danno precise informazioni da fuori del corpo ma vicini ad esso, sono state riferite per più di mezzo secolo, come riportato nell’articolo di Hornell Hart pubblicato nel Journal of the American Society for Psychical Research (Vol. 48, No. 4).

Segue
[Modificato da francocoladarci 28/06/2015 19:43]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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