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Sogni Lucidi

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2013 17:51
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28/02/2013 17:46
 
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Parte II
Cosa sono i sogni lucidi? Come controllarli? Come riuscire a ricordare un sogno? E infine, che funzione ricoprono i sogni per la nostra mente e più in generale per il nostro organismo? Sono queste le domande che avevo lasciato in sospeso nel precedente articolo, dove avevo affrontato la tematica dei sogni in maniera più generale, iniziando con un riepilogo degli studi effettuati nel corso degli anni su questo argomento, e concludendo con la descrizione delle varie tipologie di sogni.


Ed é proprio da qui che intendo ripartire, da quella che ad oggi rappresenta senza dubbio la tipologia di sogno che sembra destare maggior interesse: i sogni lucidi.

Come accennato precedentemente, si tratta di sogni in cui il soggetto è cosciente di star sognando. Il primo ad aver studiato questo tipologia di sogni è stato Frederik van Eeden nel 1913, mentre nel 1970 vennero studiati sistematicamente da Stefhan La Berge presso l’Università di Stanford, utilizzando come segnali volontari dei sognatori i loro movimenti oculari durante il sonno REM: i soggetti per dimostrare di essere coscienti dovevano muovere gli occhi in una determinata sequenza.

La Berge, fondatore del Lucidity Institute, con i suoi esperimenti ha scoperto che durante i sogni lucidi l’esperienza onirica influisce sul nostro corpo quasi come accadrebbe nella realtà. Se nel sogno, ad esempio, solleviamo il braccio destro o respiriamo affannosamente, gli stessi movimenti possono verificarsi in quel preciso istante anche nella realtà. Tutto questo accade nonostante durante i sogni lucidi le persone sembrano essere in gardo di fare esperienze difficilmente replicabili nella vita reale, tanto che a volte anche i concetti di spazio e tempo possono risultare violati.

A questo punto la domanda sorge spontanea: come riuscire a fare un’esperienza di sogno lucido? Il primo passo per avere un sogno lucido è quello di chiedersi sempre se si stia sognando o meno in quel determinato istante.

Ciò deve essere fatto soprattutto nel momento in cui ci stiamo abbandonando al sogno, in quel momento che contraddistingue il passaggio dalla veglia al sonno. In secondo luogo, all’inizio del sogno dobbiamo essere in grado di riconoscerlo, identificando tutti quegli elementi che lo differenziano dalla realtà.

In tal caso possiamo fare una serie di test di realtà che variano in base alla scena onirica:

- test della lettura→ provare a leggere una scritta, distogliere lo sguardo e rileggerela. Durante un sogno, solitamente il contenuto o l’ordine delle parole cambia;

- test della luce→ provare a spegnere la luce dell’ambiente in cui vi trovate. In un sogno molto difficilmente ci riuscirete;

- test della gravità→ provare a saltare. In questo modo scoprirete che nei sogni la gravità non agirà come nella realtà, e voi avrete la sensazione di rimanere sospesi per aria;

- test della respirazione→ respirare profondamente. Se riuscirete a farlo, pur trovandovi in una situazione in cui apparantemente non dovreste riuscire a respirare, capirete che vi trovate all’ interno di un sogno.

- test dello specchio → provare a guardarsi allo specchio. Durante un sogno l’immagine riflessa non corrisponde quasi mai alla nostra.

- test della memoria→ provare a ricordare i passaggi precedenti a quella particolare scena onirica. Nei sogni, il più delle volte, non riusciamo a ricordare cosa sia successo prima di quel determinato momento.

Dopo aver fatto ciò, possiamo ricorrere alla messa in atto di alcune tecniche specifiche per aumentare le possibilità di fare un’esperienza di sogno lucido.

Una di queste è la tecnica MILD (Mnemonic Induction of Lucid Dreaming), consistente nell’andare a dormire con l’intensione di riuscire ad identificare nel sogno quegli elementi che lo differenziano dalla realtà (attraverso i test sopra citati), aumentando in tal modo il nostro livello di consapevolezza all’interno dell’esperienza onirica.

Un’altra tecnica è la WILD (Wake Initiated Lucid Dreams), consistente nel cercare di iniziare il sogno lucido quando si è ancora svegli, cercando di rilassare il proprio corpo, ma mantenendo allo stesso tempo un livello di veglia che va decrescendo progressivamente.

Un fenomeno particolarmente interessante quando si parla di sogni lucidi, è quello del cosiddetto “falso risveglio“, caratterizzato da un aumento di consapevolezza che può indurre il soggetto a credere di essere sveglio mentre invece sta ancora sognando (un classico esempio è quello della sveglia che suona più volte per svegliarci e che segna l’inizio della nostra giornata). Quando questa esperienza è successiva ad un incubo, essa può rivelarsi particolarmente terrificante, perchè il soggetto, nel cercare di svegliarsi effettivamente, può avere la sensazione di essere cosciente e di sentire allo stesso tempo il proprio corpo immobilizzato. L’esperienza del falso risveglio, però, può essere anche sfruttata a nostro vantaggio per governare il sogno: nel caso in cui crediamo di esserci svegliati possiamo infatti effettuare un test di realtà (come l’accendere la luce).

Un altro aspetto importante è quello di riuscire a ricordare i sogni. Come fare? Anzitutto sarebbe opportuno svegliarsi un pò in anticipo rispetto all’orario previsto, quando il sogno è ancora fresco, cercare di ricordarlo e tornare a dormire pensando costantemente ad esso.

Il modo più semplice per ricordare un sogno è senza dubbio l’annotarlo su un foglio appena ci siamo svegliati.

Generalmente possiamo non ricordare i sogni per vari motivi: quando attribuiamo ad essi poca importanza e quindi non esercitiamo a suffcienza la nostra memoria, quando viviamo periodi di intenso stress, quando riteniamo che i sogni corrispondano esclusivamente a scene oniriche lunghe, o quando il contenuto del sogno è talmente intenso che la nostra coscienza ci impedisce di ricordarlo.

Ma cerchiamo adesso di riepilogare le ipotesi riguardanti le diverse funzioni che i sogni svolgerebbero per il nostro benessere psico-fisico:

- esprimere pensieri e desideri inconsci;

- permettere al cervello di elaborare ed integrare le nuove informazioni o esperienze durante il sonno. In tal caso l’informazione verrebbe prima elaborata nell’ippocampo, per poi essere integrata dalle aree corticali all’interno dei nostri schemi d’azione;

- purificare la nostra mente dalle scorie della vita quotidiana;

- rielaborare emotivamente eventi passati o futuri, esorcizzando in alcuni casi paure e ansie che possono riferirsi tanto al passato quanto al futuro;

- stimolare la nostra creatività, aiutandoci ad analizzare una situazione secondo una prospettiva differente, e a risolvere il problema secondo percorsi di pensiero e d’azione non esplorati durante la giornata.

Nonostante le numerose ricerche in questo campo, è evidente che restano ancora molti aspetti da chiarire. Se pensiamo alla grande quantità di tempo che trascorriamo sognando, e al fatto che solo il 5% delle persone sostiene di non aver mai sognato, è evidente che i sogni abbiano una qualche importante funzione evolutiva e di adattamento. Una funzione che resta ancora da scoprire, ma che è sicuramente collegata alla nostra sfera emotiva e affettiva, oltre che alla nostra attività neurofisiologica. Una connessione che contribuisce a rendere il mondo dei sogni ancora più misterioso e affascinante.
Articolo di
Giulio Caravella

Tratto da
www.psicozoo.it/2011/06/04/i-sogni-tra-mito-e-realta-cosa-sono-e-a-cosa-servono-i...
Franco
[Modificato da francocoladarci 28/02/2013 17:51]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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