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NDE – Howard Storm

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2014 17:36
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28/02/2013 18:15
 
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Parte II
3 – La terapia dell'amore e dell'illuminazione

La rivisitazione di tutta la mia vita sarebbe stata emotivamente devastante, e mi avrebbe reso uno psicopatico, se non fosse stato per il fatto che il mio amico, e gli amici del mio amico, mi manifestavano il loro amore durante la rappresentazione. Era un amore percepibile. Ogni volta che mi deprimevo essi sospendevano per un po' la revisione, e mi offrivano il loro amore, un amore tangibile. Potevo sentirlo nel mio corpo e dentro di me: quell'amore mi passava direttamente attraverso. Vorrei potermi esprimere meglio, ma non ci riesco.

La terapia era il loro amore, dato che la revisione della mia vita era per me come un castigo. Era penoso osservarla, semplicemente penoso. Non potevo crederci. Ed il fatto era che le cose peggioravano via via che si andava avanti. La mia stupidità ed il mio egocentrismo di adolescente aumentarono a dismisura quando fui adulto, sempre sotto la vernice di un marito, di un padre e di un cittadino modello. L'ipocrisia di tutto ciò era nauseante. Ma al di là di tutto ciò c'era il loro amore.

Quando la revisione fu terminata mi chiesero: "Hai qualche domanda da fare?". Ne avevo un milione. Domandai, per esempio: "Che mi dite della Bibbia?" Risposero: "In che senso?" Domandai se diceva la verità, e risposero di sì. Quando chiesi come mai, se tentavo di leggerla, non vi trovavo altro che contraddizioni, mi riportarono indietro alla revisione della mia vita, in un punto al quale non avevo prestato attenzione. Mi mostrarono che quelle poche volte in cui avevo aperto la Bibbia, l'avevo letta con l'idea di trovarvi contraddizioni e problemi. Cercavo di provare a me stesso che non valeva la pena di leggerla. Feci loro notare che per me la Bibbia non era chiara, che non aveva senso. Mi dissero che ciò che conteneva era la verità spirituale, e che dovevo leggerla dal punto di vista dello spirito per comprenderla. Doveva esser letta in raccoglimento. Mi informarono che non era come gli altri libri. Mi dissero inoltre, ed in seguito potei verificarlo, che quando viene letta con raccoglimento parla al cuore. Si rivela apertamente, e non è più necessario pensarci sopra.

I miei amici risposero ad un sacco di domande in modo divertente. Essi sapevano davvero l'esatto senso di ciò che chiedevo loro, prima ancora che io formulassi la domanda. Quando pensavo alle domande nella mia mente, essi le comprendevano immediatamente. Chiesi loro, per esempio, quale fosse la migliore religione. Mi aspettavo una risposta tipo: "La presbiteriana". Supponevo infatti che quei tipi fossero tutti cristiani. La risposta che ottenni fu: "La miglior religione è quella che ti avvicina di più a Dio". Avendo chiesto loro se c'era vita su altri mondi, la sorprendente risposta fu che l'universo era pieno di vita.

A causa del mio timore per un olocausto nucleare, domandai se ci sarebbe stata una guerra atomica nel nostro mondo, e dissero di no. Questa risposta mi sorprese, e diedi loro una lunga spiegazione di come avessi trascorso la vita sotto la minaccia di una guerra nucleare. Questa era una delle ragioni per le quali ero quel che ero: immaginavo, mentre ero in vita, che tutto fosse senza via di scampo. Il mondo sarebbe comunque esploso, e nulla poteva aver senso. In un simile contesto sentivo di poter fare quel che mi pareva, tanto nulla aveva importanza.

Mi dissero: "No, non ci sarà nessuna guerra nucleare". Chiesi loro se ne erano assolutamente certi. Mi riassicurarono di nuovo, ed io domandai come potessero esserne così sicuri. La risposta fu: "Dio ama il mondo". Mi dissero che tutt'al più una o due armi nucleari potevano esplodere accidentalmente, se non venivano distrutte, ma non vi sarebbe stata una guerra atomica. Allora chiesi come mai nella storia erano scoppiate così tante guerre. Dissero che consentivano che qualche guerra ci fosse, ma queste erano poche in confronto a tutte quelle che l'umanità cercava di iniziare. E quelle poche che essi permettevano che avessero luogo, servivano per riportare i popoli alla ragione, afffinché smettessero di combattersi. La scienza e la tecnologia, con i loro vantaggi, mi dissero, erano doni da loro conferiti all'umanità, mediante l'ispirazione. Gli uomini erano stati letteralmente guidati verso quelle scoperte, molte delle quali erano state poi utilizzate in modo sbagliato dall'umanità, che se ne era servita a fini di distruzione. Noi potremmo fare troppi danni al nostro pianeta, e col termine "pianeta" intendevano tutta la creazione divina: non solo la gente, ma anche gli animali, gli alberi, gli uccelli, gli insetti, ogni cosa.

Mi spiegarono che loro si preoccupavano per tutti gli esseri umani. Non erano interessati a che un gruppo sopravanzasse gli altri. Essi vogliono che ciascuno consideri ogni altro individuo più importante della propria carne. Desiderano che ognuno ami gli altri, completamente, perfino più di quanto non ami se stesso. Se alcune creature, in qualche parte del mondo, soffrono, anche noi dovremmo soffrire, dovremmo sentire il loro dolore. E dovremmo aiutarle. Il nostro mondo, per la prima volta nella nostra storia, si è evoluto al punto che noi abbiamo il potere di farlo. Noi siamo globalmente collegati gli uni agli altri, e possiamo diventare un solo popolo.

La nazione a cui avevano offerto il privilegio di guidare il mondo verso un'epoca migliore ha fallito quest'obiettivo. Quel popolo eravamo noi, gli Stati Uniti. Quando parlai con loro riguardo al futuro, e questo può suonare come una scusa da parte mia, mi dissero in modo chiaro che noi abbiamo una libera volontà. Se noi modifichiamo il nostro modo di essere, allora potremo modificare anche il futuro che mi mostrarono. Durante quell'esperienza mi fu mostrata una visione del futuro basata su come noi, negli Stati Uniti, ci stavamo comportando. Era un futuro nel quale una grande depressione globale si sarebbe verificata. Se noi modificassimo i nostri comportamenti, però, il futuro sarebbe diverso.

Mentre chiedevo loro come poteva essere possibile modificare le abitudini di tante persone, osservai che era molto difficile, se non impossibile, cambiare ogni cosa sulla Terra: manifestai l'opinione che fosse come tentare un'impresa senza speranza. I miei amici spiegarono in modo chiaro che tutto quel che ci vuole per realizzare un cambiamento è una persona sola. Una persona che ci provi, e poi, a causa di quella persona, un'altra persona cambierà in meglio. Dissero che il solo modo per cambiare il mondo era iniziare con una persona: una sarebbe diventata due, due sarebbero diventate tre, e così via. Questo è l'unico modo di ottenere un cambiamento di rilievo.

Cercai di sapere come il mondo si sarebbe presentato in un futuro ottimista, nel quale i mutamenti da essi auspicati avessero avuto luogo. L'immagine del futuro che mi fecero vedere, ed era la loro immagine, non una creata da me, mi sorprese. Mi sarei aspettato qualcosa del tipo "Guerre stellari", un futuro pieno di plastica, tecnologia e "era spaziale". Nel futuro che mi mostrarono la tecnologia era ridotta al minimo. Ciò in cui tutti, e veramente tutti, in questo futuro euforico impegnavano la maggior parte del tempo era la cura dei bambini e dei ragazzi. La maggiore preoccupazione di ognuno era rivolta ai figli, ed ognuno considerava i bambini come la cosa di maggior valore al mondo. E quando una persona diventava adulta, non c'era in lei alcun senso di ansietà, di odio o di competizione. C'era un enorme sentimento di fiducia e di rispetto reciproco.

Se qualcuno, in questa visione del futuro, manifestava dei problemi, allora la comunità tutta si interessava della persona in crisi affinché non fosse emarginata rispetto all'armonia del gruppo. Spiritualmente, mediante la preghiera e l'amore, gli altri risollevavano la persona afflitta.

Quel che la gente faceva nel tempo restante era giardinaggio, quasi senza alcuno sforzo fisico. Mi mostrarono che le piante, tramite la preghiera, avrebbero prodotto frutti e verdure giganti. Le persone, tutte insieme, potevano controllare il clima del pianeta tramite la preghiera. Ognuno avrebbe lavorato nella fiducia reciproca, e la gente avrebbe chiamato la pioggia quando serviva, ed il sole splendente. Gli animali vivevano con gli uomini, in armonia.

La gente, in questo mondo migliore, non aveva interesse per la conoscenza, ma per la saggezza. Questo era possibile perché, nella posizione in cui si trovavano, tutto quello che avevano bisogno di sapere nel campo della conoscenza potevano riceverlo semplicemente attraverso la preghiera. Ogni cosa, per loro, aveva una soluzione, e potevano fare tutto ciò che volevano. In questo futuro la gente non aveva un desiderio intenso di viaggiare, perché potevano, spiritualmente, comunicare con chiunque altro al mondo. Non c'era nessun bisogno di andare in altri posti. Tutti erano così assorbiti ed interessati dal luogo in cui si trovavano e dalla gente intorno a loro che non sentivano il bisogno di andare in vacanza. Vacanza da cosa? Erano completamente realizzati e felici.

La morte, in questo mondo, era il momento in cui l'individuo aveva sperimentato tutto ciò che lei o lui avevano bisogno di sperimentare. Morire significava mettersi sdraiati e lasciarsi andare: allora lo spirito si sarebbe sollevato, mentre tutta la comunità si raccoglieva intorno al morente. Ci sarebbero state manifestazioni di gioia, poiché ciascuno aveva una visione interiore del regno celeste, e lo spirito andava a riunirsi con gli angeli che scendevano per andargli incontro. Essi potevano vedere lo spirito che abbandonava il corpo e sapevano che era venuto il momento per lo spirito di lasciare questo mondo: aveva superato il bisogno di crescere quaggiù. Coloro che morivano avevano conseguito in questa vita tutto ciò di cui erano capaci in termini di amore, gratitudine, comprensione, e lavoro in armonia con gli altri.

La sensazione che ricevetti in questa bella visione del futuro del mondo fu quella di un giardino, il giardino di Dio. Ed in questo giardino terrestre, pieno di ogni bellezza, c'erano gli esseri umani. Le persone nascevano in questo mondo per accrescere la loro comprensione del Creatore. Poi avrebbero lasciato qui nel mondo fisico questa pelle, questa conchiglia, per progredire e passare nel regno celeste, lassù, per avere una relazione più intima ed evoluta con Dio.

4 – Quel che accade dopo la morte

Chiesi al mio amico, e ai suoi amici, a proposito della morte, cosa accade quando moriamo? Mi dissero che quando una persona buona muore, gli angeli gli vengono incontro e lo portano verso il cielo, gradualmente, perché quell'anima non potrebbe sopportare di essere esposta istantaneamente alla presenza di Dio. Sapendo bene cosa c'è dentro ognuno di noi, gli angeli non hanno bisogno di esibire niente. Sanno ciò di cui ognuno di noi ha bisogno, e glielo danno. In certi casi può essere un prato paradisiaco, oppure qualcosa d'altro. Se qualcuno ha bisogno di incontrare un parente, gli angeli lo portano da lui. Se una persona ha davvero bisogno di gioielli, mostreranno a quella persona i gioielli che desidera. Noi vediamo ciò che ci è necessario per accedere al mondo degli spiriti, e quelle cose sono reali, nella dimensione celeste.

Con gradualità, ci istruiscono come esseri spirituali, e ci portano in paradiso. Noi progrediamo e cresciamo sempre di più, ed abbandoniamo le preoccupazioni, i desideri e la nostra natura animale che abbiamo combattuto per la maggior parte della nostra vita. Gli appetiti terreni di sciolgono e se ne vanno. Non si deve più lottare per combatterli. Diveniamo ciò che siamo veramente, cioè parte della divinità.

Questo è quanto acccade alle persone amorevoli, che sono buone ed amano Dio. Mi fu insegnato che noi non abbiamo nessuna coonoscenza o diritto per giudicare qualcuno, riguardo alla sua relazione profonda con Dio. Solo Dio conosce davvero il cuore di una persona. Alcuni, che noi riteniamo esseri riprovevoli, sono agli occhi di Dio persone magnifiche, e parimenti persone che noi riteniamo buone sono da Dio viste come ipocriti dal cuore scuro. Solo Dio conosce la verità su ogni individuo.

Alla fine Dio giudicherà ogni individuo, e permetterà che alcuni siano trascinati nelle tenebre in compagnia dei loro simili. Vi ho raccontato, in base alla mia personale esperienza, cosa succede laggiù. Non so altro al di là di quello che ho visto e sperimentato, ma ho il sospetto di aver visto solo la punta dell'iceberg. Io meritavo di essere lì dov'ero, ero al posto giusto nel momento giusto. Era il posto per me, e la gente che mi circondava rappresentava una perfetta compagnia. Dio permise che avessi quest'esperienza, e poi me ne liberò, perché vide che farmi sperimentare quei tormenti era un modo per redimermi. Era un modo di purgarmi. Coloro che non devono passare attraverso le tenebre, data la loro natura amabile, sono attirate in alto, verso la luce.

Io non vidi mai Dio, e non ero in paradiso. Ero nei lontani sobborghi, e queste sono le cose che mi furono mostrate. Parlammo a lungo, di tante cose, e ad un certo punto io mo guardai. Quando mi vidi, stavo splendendo, ero radioso. Stavo diventando bello, naturalmente non come loro, ma avevo un certo scintillio che non avevo mai avuto prima. Non essendo pronto a far fronte di nuovo alla vita terrena, dissi loro che desideravo stare con loro per sempre. Dissi: "Sono pronto, son pronto ad essere come voi ed a stare qui per sempre. È magnifico, mi piace. Vi amo. Siete meravigliosi". Sapevo che mi amavano e che sapevano tutto di me. Sapevo che tutto sarebbe andato bene da allora in poi. Chiesi se potevo liberarmi del mio corpo, che era diventato davvero un impiccio, per diventare come loro, un essere dotato dei poteri che mi avevano mostrato.

Mi dissero: "No, tu devi tornare indietro". Mi spiegarono che io ero ancora molto inevooluto e che mi sarebbe stato di gran beneficio ritornare alla mia esistenza fisica per imparare. Nella vita umana avrei avuto un'opportunità di crescere così che la prossima voolta che mi fossi trovato con loro sarei stato più in armonia. Avevo bisogno di sviluppare importanti caratteristiche per diventare come loro e per essere coinvolto nel lavoro in cui erano impegnati. Rispondendo che non potevo tornare indietro, cercai di far valere le mie ragioni, ed osservai che se dovevo sopportare quel pensiero (il pensiero di dover finire di nuovo nel pozzo) li pregavo coon tutto il cuore di poter restare. Allora i miei amici dissero: "Credi che noi ci aspettiamo che tu sia perfetto, dopo tutto l'amore che ti abbiamo manifestato perfino dopo che tu, sulla Terra, imprecavi contro Dio e trattavi chiunque ti stava vicino come se fosse polvere? E questo nonostante il fatto che noi inviavamo persone per cercare di aiutarti, per insegnarti la verità? Credi davvero che noi ti lasceremmo solo adesso?".

Io domandai: "E cosa mi dite del mio senso di fallimento? Voi mi avete mostrato come posso essere migliore, ed io sono sicuro che non ne sarò all'altezza. Non sono abbastanza buono". Parte del mio egocentrismo riemerse ed io dissi: "Niente da fare. Non tornerò indietro". Essi diissero: "Ci sono persone a cui importa di te, tua moglie, i tuoi figli, tua madre e tuo padre. Dovresti tornare per loro. I tuoi figli hanno bisogno del tuo aiuto". Ed io risposi: "Li potete aiutare voi. Se mi fate tornare indietro ci sono cose che senza dubbio non funzioneranno. Se io torno indietro e faccio degli errori non riuscirò a sopportarlo perché mi avete mostrato che io potrei essere più amorevole e compassionevole ed io me ne dimenticherò: sarò egoista verso qualcuno e farò qualcosa di spiacevole a qualcun altro. Sono sicuro che le cose andranno così perché sono un essere umano. Fallirò nel mio compito e non riuscirò a sopportarlo. Mi sentirò così malvagio che vorrò suicidarmi e non potrò farlo perché la vita è preziosa. Potrei fiinire in uno stato catatonico. Per questo non potete rimandarmi indietro".
Essi mi assicurarono che gli errori sono parte integrante dell'esperienza umana. "Vai – dissero – e fai tutti gli errori che vuoi. È attraverso gli errori che si impara". Fintanto che avessi cercato di fare quello che sapevo essere giusto, dissero, sarei stato sulla buona strada. Se facevo un errore, avrei dovuto riconoscerlo senza riserve come errore, e poi lasciarmelo alle spalle e semplicemente avrei dovuto cercare di non farlo una seconda volta. L'importante è di cercare di fare del proprio meglio, mantenere fede ai propri principi di bontà e di verità, e di non tradirli per ottenere l'approvazione degli altri. "Ma – dissi io – gli errori mi fanno stare male". Ed essi dissero: "Noi ti amiamo così coome sei, errori e tutto il resto. E tu puoi sentire la nostra indulgenza. Tu potrai sentire il nostro amore ogni volta che vorrai". Io dissi: "Non capisco. Come potrò farlo?". "Basti che ti rivolgi dentro di te – dissero – e semplicemente chiedi il nostro amore e noi tre lo daremo se lo chiederai dal profondo del tuo cuore".

Mi consigliarono di riconoscere i miei errori e di chiedere perdono. Prima ancora che le parole fossero uscite dalla mia bocca, sarei stato perdonato, ed avrei dovuto accettare il perdono. La mia fede nella sorgente primaria del perdono doveva essere reale, ed io dovevo sapere che il perdono mi era stato concesso. Confessando, in pubblico o in privato, che avevo commesso un errore, dovevo poi chiedere perdono. Dopo di che, sarebbe stato un insulto nei loro confronti se non lo avessi accettato. Non avrei dovuto continuare ad andare in giro con un senso di colpa, e non avrei dovuto ripetere gli errori: dovevo imparare dai miei errori.
"Ma – dissi – come posso sapere qual è la scelta giusta? Come farò a sapere cosa volete che io faccia?" Mi risposero: "Noi vogliamo che tu faccia ciò che vuoi. Questo comporta fare delle scelte, e non è detto che ci sia una scelta giusta: c'è uno spettro di possibilità, e tu dovrai fare la scelta migliore che potrai nell'ambito di queste possibilità. Se tu agirai così, noi saremo là per aiutarti".

Non mi arresi facilmente. Cercai di persuaderli che nel mondo c'erano una quantità di problemi, mentre là c'era tutto ciò di cui avevo bisogno. Misi in dubbio la mia abilità di compiere le cose che essi consideravano importanti nel mio mondo. Essi dissero che il mondo è una bella manifestazione dell'essere supremo. Ciascuno vi può trovare la bellezza o la bruttezza in accordo con la direzione che dà alla sua mente. Mi spiegarono che la sottile e complessa evoluzione del mondo andava al di là della mia comprensione, ma io sarei stato uno strumento adeguato al Creatore. Ogni parte della creazione, mi spiegarono, è infinitamente interessante perché è una manifestazione del creatore. Esplorare questo mondo con meraviglia e gioia sarebbe stata per me un'opportunità molto importante.

Non mi assegnarono mai una missione precisa o uno scopo definito. Avrei potuto costruire un santuario o una cattedrale dedicata a Dio? Dissero che quelli erano monumenti per l'umanità. Volevano che vivessi la mia vita per amare gli esseri umani, non le cose. Dissi loro che non ero abbastanza in gamba da rappresentare ad un livello umano ciò che stavo sperimentando con loro. Mi assicurarono che mi sarebbe stato dato l'aiuto necessario quando ne avessi avuto bisogno. Tutto quello che dovevo fare era chiederlo.

Gli esseri luminosi, i miei insegnanti, furono molto convincenti. Io ero inoltre acutamente consapevole del fatto che non molto lontano c'era la grande luce, che io sapevo essere il Creatore. Loro non affermavano mai: "Egli vuole così", ma quest'idea era implicita in tutto ciò che dicevano. Io non volevo presentare troppe obiezioni, perché la grande Entità era davvero meravigliosa ed ammirabile. L'amore che emanva era straordinario. Avanzando la mia maggiore obiezione al fatto di tornare indietro nel mondo, dissi loro che il mio cuore non avrebbe retto, e che sarei morto, se avessi dovuto lasciare loro ed il loro amore. Tornare in questo mondo sarebbe stato così crudele che non sarei riuscito a sopportarlo. Ricordai loro che il mondo era pieno di odio e di competizione, ed io non volevo tornare in quel gorgo. Non potevo sopportare il fatto di lasciarli.

I miei amici osservarono che essi non si erano mai separati da me. Spiegai loro che io non ero mai stato consapevole della loro presenza e, se fossi tornato indietro, mi sarei di nuovo dimenticato della loro esistenza. Spiegandomi come comunicare con loro, mi dissero di raccogliermi nella quiete interiore e di chiedere il loro amore: quell'amore sarebbe arrivato, ed io avrei saputo che essi erano con me. Dissero: "Non sarai lontano da noi. Noi siamo con te. Siamo stati sempre con te. Saremo sempre accanto a te fino alla fine". Io dissi: "Ma come farò a saperlo? Voi ora mi dite così, ma quando sarò tornato indietro tutto questo sarà solo una graziosa teoria". Dissero di nuovo: "Ogni volta che avrai bisogno di noi, saremo lì per te". Ed io: "Significa che mi apparirete?" "No, no – dissero – Non interverremo nella tua vita in alcun modo particolare a meno che tu non abbia bisogno di noi. Noi saremo semplicemente vicino a te e tu sentirai la nostra presenza ed il nostro amore".

Dopo quella spiegazione, restai a corto di argomenti, e dissi loro che pensavo di poter tornare. Ed in quel momento fui di nuovo qui. Ritornai nel mio corpo, e ritrovai il dolore, ancora peggiore di prima.

Qui termina la NDE di Howard Storm. Il suo ritorno alla vita non fu facile. Oltre ai problemi fisici dovette fronteggiare tutta l'usuale gamma di incomprensioni e di reazioni negative verso il suo nuovo orientamento spirituale. Questo cominciò già in ospedale. Howard afferma di essersi sentito pervaso d'amore nei confronti di chiunque. Avrebbe voluto abbracciare e baciare ogni persona, ma non riusciva neanche a mettersi a sedere. Si limitava a dire a tutti: "Oh, come sei bello/a!" Era diventato la favola del suo reparto. Tutti lo trovavano molto divertente. Il senso di empatia di Howard crebbe moltissimo, così come la sua capacità di compassione. Egli poteva sentire le emozioni degli altri perfino con più intensità delle proprie.
Tratto da
www.neardeath.it
Franco
[Modificato da francocoladarci 07/07/2014 17:36]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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