Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

NDE – George Ritchie

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2013 16:14
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 203
Sesso: Maschile
28/02/2013 19:48
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Parte II
Ancor più grotteschi dei morsi e dei calci che si scambiavano erano gli abusi sessuali che molti praticavano producendosi in febbrili pantomime. Tutt'intorno a noi venivano invano messe in atto forme di perversione che non avevo mai nemmeno immaginato. Era impossibile dire se i rantoli e gli urli di frustrazione che ci raggiungevano fossero suoni reali o soltanto la trasposizione di pensieri di disperazione: in questo mondo disincarnato non sembrava davvero aver importanza. Qualunque cosa uno pensasse, per quanto involontariamente o di sfuggita, diventatva all'istante evidente a tutti quelli che gli stavano intorno, più completa di quanto le parole avrebbero potuto mai esprimere, più veloce di quanto possano viaggiare le onde sonore. Ed i pensieri più frequentemente manifestati avevano a che fare con la superiore conoscenza, con l'abilità o con il rango sociale di chi aveva il pensiero.

"Te l'avevo detto!"
"L'ho sempre saputo!"
"Non ti avevo avvertito?"

Queste grida riecheggiavano nell'aria in continuazione. Con una sensazione di triste familiarità riconobbi che spesso questi erano anche i miei pensieri. In questi lamenti di invidia e di autoimportanza ferita rividi me stesso anche troppo bene. Una volta ancora, comunque, nessuna forma di condanna veniva dalla presenza al mio fianco, solo una compassione per queste infelici creature così profonda da spezzare il cuore.

Cosa le tratteneva in quel luogo? Perché mai ciascuno non decideva di andarsene? Non riuscivo a vedere alcun motivo per cui quella persona ingiuriata da quell'uomo oon una smorfia contorta sulla faccia non andava via di là, semplicemente, o quella giovane donna non metteva mille miglia tra sé e quel tale che la battteva così selvaggiamente con quei pugni privi di consistenza. Essi, quegli esseri così furiosamente rabbiosi, non potevano infatti tratttenere le loro vittime. Non c'erano recinti o barriere. Nulla apparentemente poteva impedir loro di andarsene via da soli.

A meno che… a meno che non ci fosse nessuna possibilità di stare da soli in questo regno di spiriti disincarnati. Nessun angolo privato in un universo in cui non c'erano muri. Nessun posto che non fosse già abitato da altri esseri ai quali ognuno era completamente esposto in ogni momento. Cosa doveva essere, pensai con un improvviso senso di sgomento, vivere per sempre in un mondo nel quale i miei pensieri più privati non erano affatto privati. Nessun mezzo per mascherarli, per celarli, nessun modo di fingere di essere qualcosa di diverso da ciò che realmente ero. Sembrava insopportabile. A meno che, naturalmente, ognuno intorno a noi non avesse lo stesso genere di pensieri; a meno che non ci fosse qualcosa di consolante nello scoprire che gli altri erano repellenti quanto noi stessi, anche se tutto ciò che riuscivamo a fare era di schizzarci addosso il nostro veleno a vicenda.

Forse era questa la spiegazione dell'esistenza di quella disgustosa pianura. Forse nel corso di ere, o semplicemente di secondi, ogni creatura in quel posto aveva ricercato la compagnia di persone altrettanto orgogliose e piene di rancore, finché insieme avevano formato questa società di dannati. Forse non era Gesù ad averli abbandonati, ma erano loro ad essersi allontanati dalla luce che era chiaramente visibile nell'oscurità. C'erano esseri che litigavano per qualche questione religiosa o politica, cercando di uccidere quelli che non la pensavano come loro. Ed io, oosservandoli, pensai: "Nessuna meraviglia se il nostro mondo è una tale baraonda e se abbiamo avuto così tante tragiche guerre di religione. Nessuna meraviglia se tutto questo spezzava il cuore di Cristo, colui che era venuto ad insegnarci la pace e l'amore".

Ci stavamo muovendo di nuovo. Prima mi aveva mostrato un regno infernale, pieno di esseri intrappolati in qualche forma di attenzione per se stessi. Adesso dietro, oltre ed al di là di tutto questo cominciavo a intravvedere un intero regno completamente nuovo. Enormi edifici sorgevano in un bel parco soleggiato, facendomi venire in mente un campus universitario ben progettato. Mentre entravamo nell'atrio di uno di questi edifici, l'atmosfera era così tranquilla e silenziosa che fui sorpreso di vedere persone all'interno del corridoio. Non saprei dire se fossero uomini o donne. vecchi o giovanoi, perché tutti erano coperti dalla testa ai piedi in ampie tuniche con un cappuccio, che li faceva vagamente somigliare a dei monaci. Ma l'atmosfera di quel luogo non ricordava in alcun modo un monastero. Era più come uno straordinario centro di studi, pieno di un continuo mormorio di eccitazione per le grandi scoperte che vii si facevano. Ciascuno di coloro che incontravamo nelle ampie stanze e sulle scalinate ricurve sembrava tutto preso da qualche attività che lo assorbiva completamente. Non si scambiavano molte parole tra loro, e tuttavia non mi sembrava ci fosse inimicizia tra quelle creature, ma piuttosto una mancanza di calore umano dovuta alla totale concentrazione.

Qualsiasi cosa questa gente potesse essere, sembrava completamente e in massimo grado incurante di se stessa, assorbita in qualche supremo compito che andava ben oltre le loro persone. Attraverso le porte aperte potei osservare enormi stanze piene di complesse apparecchiature. In diverse di quelle stanze figure incappucciate erano chine su intricati grafici e diagrammi, o sedevano ai controlli di elaborati pannelli di comando scintillanti di luci. In un certo senso pensai che qualche esperimento di grande portata stava avendo luogo, forse dozzine e dozzine di esperimenti. E tuttavia… nonostante l'ovvia gioia del mio compagno per l'attività degli esseri intorno a noi, sentivo che non eravamo ancora alla fine del viaggio, che aveva cose ancora più grandi da mostrarmi, se avessi saputo vederle. Così lo seguii all'interno di altri edifici in questo dominio dei pensieri, ed entrammo in uno studio nel quale veniva composta e suonata musica di tale complessità che non riuscivo nemmeno a seguirla. Era fatta di ritmi complessi e di tonalità di scale a me ignote. "D'accordo – pensai – Bach è solo l'inizio!"

Poi passammo attraverso una biblioteca grande quanto l'intera università di Richmond. Potei osservare stanze in cui si allineavano, dal pavimento al soffitto, documenti in pergamena, in argilla, in cuoio, in metallo, in carta. "Qui – mi venne in mente questo pensiero – sono raccolti i libri importanti di tutto l'universo". Ma subito pensai che questo era impossibile: come potevano i libri essere scritti in posti diversi dalla Terra? Ma il pensiero persisteva, nonostante la mia mente lo rifiutasse. "Le opere chiave dell'universo", questa frase continuava a ripetersi mentre noi vagavamo attraverso le stanze a volta della biblioteca afffollate di silenti studiosi. Poi improvvisamente, alla porta di una delle stanze più piccole, quasi un ripostiglio: "Questo è il pensiero essenziale di questa Terra".

"Signore Gesù, siamo in paradiso?" azzardai. La calma, lo splendore, erano certamente paradisiaci! E altrettanto lo era l'assenza dell'egocentrismo, della confusione dell'io. "Quando questa gente era sulla Terra si era evoluta al di là dei desideri egoistici?"

"Si erano evoluti, e la loro evoluzione è continuata". La risposta brillava come la luce del sole in quell'atmosfera intenta e piena di interesse. Ma se l'evoluzione poteva continuare, allora questo non era tutto, allora… c'era qualcos'altro che perfino questi esseri sereni non possedevano. Ed improvvisamente mi domandai se non era la stessa cosa che mancava nei regni inferiori. Forse che anche queste creature che ricercavano la conoscenza senza egoismo non erano in grado di riuscire a vedere Gesù? O forse, non riuscivano a vederlo per quello che era? Tracce ed indizi della sua presenza certamente ne avevano: di sicuro quello che ricercavano con tanta dedizione era la verità. Ma forse la stessa sete di verità può distrarre dalla verità in sé, che stava proprio lì, in mezzo a loro, mentre essi la ricercavano nei libri e nelle pergamene…

Non capivo. Ed accanto al suo inesprimibile amore le mie perplessità e tutte le domande che avrei voluto fare sembravano secondarie. Forse, conclusi alla fine, egli non può dirmi più di quanto io non riesca a vedere. Forse non c'è ancora in me nulla che possa comprendere la spiegazione. Questo regno eliminava per sempre l'idea che noi finiamo di imparare o di progredire con la nostra morte. Avrei potuto chiamarlo il regno della ricerca, o il regno della mente e dell'intelletto, o il regno della conoscenza scientifica e religiosa. Sarebbe stato tutto giusto. Questo è il regno in cui io credo che vadano quelle anime che hanno sviluppato un grande interesse in un particolare settore di sviluppo relativo alla vita, coloro che vogliono continuare le ricerche ed apprendere sempre più conoscenze relative a quel particolare settore. Questo rappresenta una speranza per tutti coloro che vogliono continuare ad imparare e che hanno raggiunto una saggezza sufficiente per capire che noi abbiamo appena cominciato a scalfire la superficie in ogni settore delle scienze, al livello di evoluzione in cui ci troviamo qui sulla Terra.

Divenni consapevole che Cristo stava osservando alcune anime impegnate nello studio delle religioni dell'universo e vidi che non dava alcun giudizio su di esse. Anche quelle anime non stavano giudicando le religioni che studiavano ma erano interessate nei molti differenti modi in cui gli esseri viventi nell'universo avevano cercato di pervenire alla comprensione del loro creatore. Di colpo compresi quanto fosse sbagliato per noi sulla Terra giudicare l'approccio di qualcun altro alla divinità o pensera di essere depositari dell'unica risposta. Nel momento in cui questa comprensione si manifestò nella mia mente, questo pensiero proveniente dal mio compagno fece seguito: "Tu hai ragione, perché se l'Amore fosse accresciuto potrei condurre a me tutta l'umanità. Chi riesce a comprendere il Padre conoscerà anche me, e chi conoscerà me saprà che l'Amore comprende tutti gli esseri senza distinzione di razza, fede e colore".

l fatto fondamentale, quello che rappresentava tutto, restava questa personalità al mio fianco. Qualsiasi cosa mi stesse mostrando, restava in ogni momento il vero centro della mia attenzione. Fino a questo momento avevo avuto l'impressione che stessimo viaggiando – anche se in un modo che non riuscivo ad immaginare – sulla superficie stessa della Terra. Perfino quello che ero arrivato a pensare come un più alto reame di profondi pensieri ed insegnamenti, era ovviamente non molto distante dal regno fisico in cui esseri senza corpo erano ancora legati ad un mondo solido. Ora però sembrava che stessimo lasciando la Terra dietro di noi.

Ed ecco che vidi, ad una distanza infinita, così lontano da non poter esser vista con nessuna forma di vista che io conoscessi, una città, una città luminosa, apparentemente senza fine, abbastanza brillante da poter esser vista perfino da quella inimmaginabile distanza. Lo splendore sembrava emanare dagli stessi muri e dalle strade di quella città e dagli esseri che si muovevano in essa, e che io ero adesso in grado di discernere. Infati la città e tutto ciò che era in essa sembravano esser fatti di luce, nello stesso modo in cui lo era la figura che stava al mio fianco.

A quel tempo non avevo ancora letto il Libro della rivelazione. Potevo solo osservare a bocca aperta e con reverenza questo spettacolo fantastico, chiedendomi quanto dovesse essere luminoso ogni edificio ed ogni abitante per poter esser percepito da una distanza di tanti anni luce. Potevano queste creature radiose, mi chiedevo pieno di meraviglia, essere coloro che avevano veramente messo Gesù al centro delle loro vite? Stavo osservando finalmente quelli che l'avevano cercato in ogni cosa? cercato così bene e così intensamente da essere trasformati nella sua stessa sembianza? Mentre mi ponevo queste domande due delle figure risplendenti sembrarono staccarsi dalla città e dirigersi verso di noi, lanciandosi attraverso quello spazio infinito con la velocità della luce.

Ora questa fu una sorpresa, perché era questo il primo luogo nel quale gli abitanti potevano vedere sia Cristo che me. Ancor più sorprendente, essi emanavano una luce quasi così intensa come quella di Cristo. Mentre i due esseri si avvicinavano, potei anche sentire il loro amore fluire verso di noi: la gioia totale che dimostravano nel vedere Cristo era evidentissima. Guardando questi esseri e sentendo la gioia, la pace e la felicità che irradiavano mi indusse a credere che quello era il luogo definitivo, il pù alto di tutti i regni. Gli esseri che vi dimoravano erano pieni di amore. Quello, ne sono tuttora convinto, era il paradiso. Nonostante prima avessi considerato il regno della conoscenza come un luogo meraviglioso, dopo aver dato un'occhiata a questa nuova dimensione cominciai a comprendere per la prima vlta nella mia vita ciò che Paolo aveva scritto nella prima lettera ai Corinzi: "Se avessi il dono della profezia e potessi sviscerare tutti i misteri e tutta la conoscenza, e se avessi una fede tale da muovere le montagne, ma non avessi l'amore, non sarei nulla". Non sto dicendo che le creature del regno della conoscenza non avessero l'amore: l'avevano, ma non al livello raggiunto dalle anime di questo nuovo regno.

Ma altrettanto rapidamente di quanto quegli esseri avanzassero verso di noi, noi ci allontanavamo. Disperatamente gridai al mio compagno di non lasciarmi, di prepararmi perché potessi andare in quella città spledente, di non abbandonarmi in questo posto oscuro e sgradevole. Da quel momento di estrema solitudine della mia esistenza ero pervenuto alla più perfetta condizione che si potesse immaginare. La luce di Gesù era entrata nella mia vita e l'aveva completamente riempita, e la sola idea di dover essere separato da lui era più di quanto potessi sopportare. Allora lui fece una cosa sorprendente: aprì un corridoio attraverso il tempo e mi mostrò una serie di disastri naturali sempre più gravi che si abbattevano su questa Terra. C'era una quantità sempre maggiore di uragani e di alluvioni che colpivano diverse aree del nostro pianeta. Aumentavano anche i terremoti e le eruzioni vulcaniche. Gli esseri umani diventavano sempre più egoisti e superbi: le famiglie si dividevano, i governi andavano in frantumi perché la gente pensava solo a se stessa. Vidi eserciti che marciavano sugli Stati Uniti da sud ed esplosioni di un'intensità che andava oltre la mia immaginazione sconvolgere tutto il mondo. Compresi che se tutto questo continuava la vita umana come noi la conosciamo non avrebbe potuto più esistere.

Improvvisamente questo corridoio fu sigillato ed un altro corridoio cominciò ad aprirsi nel tempo. All'inizio sembravano molto simili, ma più il secondo si sviluppava, più mostrava uno scenario diverso. Il pianeta cresceva più in pace. Tanto l'umanità quanto la natura diventavano migliori. Gli esseri umani non erano più così critici verso se stessi e verso gli altri, non erano più tanto distruttivi nei confronti della natura e cominciavano a comprendere cos'è l'amore. Ci fermammo allora in un posto nel tempo in cui gli uomini erano più simili agli esseri del regno della conoscenza e del regno del'amore. Il Signore mi mandò mentalmente questo messaggio: "È lasciata alla libertà degli esseri umani la scelta su quale direzione prendere. Sono venuto su queso pianeta per mostrare attraverso la vita che ho vissuto come si può amare. Senza il Padre né voi né io potremmo far niente. Ti ho mostrato questo. Tu hai 45 anni".

Poi mi dette l'ordine di ritornare nel regno di questo mondo e mi disse mentalmente: "Hai 45 anni di tempo". In quel momento non avevo la minima idea di cosa intendesse per 45 anni di tempo. La mia gola era in fiamme ed il peso sul mio petto mi stava schiacciando.

Qui termina la NDE di George Ritchie. Il libro di Ritchie Return from Tomorrow (Ritorno dal domani), che descrive la sua NDE, fu pubblicato nel 1985, circa 42 anni dopo che l'esperienza aveva avuto luogo.

Il testo che segue è tratto da un'interpretazione del dottor Ritchie su alcuni aspetti della sua esperienza. Si tratta di un'interpretazione di matrice religiosa, centrata sulla figura di Cristo. Mi sembra comunque che le osservazioni di Ritchie siano coerenti con diversi aspetti della sua esperienza. Inoltre non dobbiamo farci trarre in inganno dall'aspetto umanamente storico e psicologico delle denominazioni. Ritchie chiama Cristo la personalità al suo fianco perché l'associa alla sua immagine psicologica della figura di Cristo, ma certamente si tratta di un'energia personalizzata associata soprattutto ad un'emanazione di amore e di felicità sovrumane che, all'interno della NDE di Ritchie, esiste in sé, indipendentemente dalla figura umana del Cristo (alla quale peraltro può essere ragionevolmente associata).

L'uomo, sotto l'influenza del dogma del cristianesimo occidentale, ha perso la sua strada e si sente compleamente separato da Dio perché il cristianesimo occidentale, attraverso la chiesa cattolica romana ha enfatizzato la caduta dell'uomo, dicendo che Gesù è morto in croce per i nostri peccati. Le chiese non hanno mai spiegato il nostro potenziale divino, il nostro potere creativo datoci da Dio, e quanto sia necessario per noi utilizzare quel potere restando sotto la guida dello Spirito santo. Citando i Salmi (82:6), Gesù chiese: "Non è forse scritto nella vostra legge: Io ho detto, voi siete dei"?

San Ireneo, un famoso leader cristiano dei primi secoli, affermò che Dio divenne uomo affinché l'uomo potesse divenire Dio. Vorrei modificare la sua affermazione solo nel senso che io direi che Gesù ci ha mostrato quell'essere divino per diventare il quale Dio, nostro padre, ci ha creato.

Invece le chiese ci insegnano a credere che alla chiesa è stata data l'autorità di decidere chi dovrà andare in paradiso, e che coloro che non aderiscono a quella particolare organizzazione religiosa saranno condannati. Questo non corrisponde agli insegnamenti di Gesù Cristo, che raccontò la storia del figliol prodigo non solo per aiutarci a capire l'amore ed il perdono di Dio, ma anche per insegnarci che il figliol prodigo è il mito cosmico di ciascun essere umano, nessuno escluso. Abbiamo tutti dimenticato di esser figli e figlie dell'Altissimo, e che la nostrparte spirituale, l'anima umana, ha bisogno di tornare in uno stato di totale fraterna amicizia col Padre. Per far questo dobbiamo rivolgerci a noi stessi e comprendere che in questo piano dell'esistenza terrestre il nostro lato umano ed egoista ci ha condotto sulla via del materialismo e della vita vissuta solo per noi stessi, che ci distrae e ci allontana dal Padre e dal nostro destino divino e ci fa dimenticare chi siamo. Ne consegue la nostra morte spirituale.

Gesù andò sulla croce per mostrarci che questo lato umano egoistico presente in noi deve morire affinché l'anima umana, che porta in sé la coscienza di quello che è e da dove proviene, possa tornare alla vita ed al suo controllo. Questo è il nostro destino ultimo, andare verso Cristo e comincare a comunicare con lui, in modo che ci possa condurre di nuovo alla vera vita (quella perfetta unione col Padre), e lasciare che ci trasmetta il suo amore ed il suo pensiero in modo che noi ce li possiamo scambiare l'un l'altro. Dobbiamo pervenire a riconoscere il Cristo vivente risorto in noi, e fare affidamento nel trasmetterci l'un l'altro il suo amore, rivolgendolo anche a Dio, perché il nostro amore umano non è abbastanza. Quando avremo riconosciuto questa verità, allora, come il figliol prodigo di cui Gesù ci ha raccontato, saremo tornati noi stessi: saremo cioè di nuovo vivi, e decideremo di tornare a casa, perché ci saremo resi conto che perfino essere un servo nella casa del Padre è meglio che essere spiritualmente morti, nel modo in cui avevamo vissuto.
Tratto da
www.neardeath.it
Franco
[Modificato da francocoladarci 01/12/2013 16:14]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:28. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com