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Alle soglie dell' Eternità - Testimonianze di persone uscite dal coma profondo

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2014 12:54
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03/02/2014 16:56
 
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di mons. Michel Aupetit. Vescovo ausiliare di Parigi

Medico chirurgo specializzato in bioetica. Docente di bioetica presso l’ Ecole Catehèdrale di Parigi.


Questo è uno dei libri più belli e affascinanti circa il fenomeno delle E.P.M. (esperienze pre-morte) o, in inglese, N.D.E. (Near Death Experiences)

Mons. Michel Aupetit illustra questo fenomeno con grande competenza, essendo vescovo, medico e docente di bioetica, e nel libro vi troviamo: analisi, testimonianze, statistiche, ricerche ecc. ecc.

Questo libro non parla solo delle esperienze di pre-morte dal momento che mons. Aupetit dedica gran parte del lavoro anche alle esperienze dei mistici cristiani, all’ insegnamento della Bibbia, al Magistero della Chiesa, alla patristica e addirittura alla liturgia.

Uno dei testi più semplici e completi sul fenomeno delle esperienze di pre-morte.

Alle soglie dell' Eternità - Testimonianze di persone uscite dal coma profondo - di mons. Michel Aupetit



pag. 17

ALLE SOGLIE DELL’ ETERNITA’
LA MORTE E DOPO?

Testimonianze di persone uscite dal coma irreversibile.


Chi non ha mai sognato di visitare l’ aldilà e di ritornare per confortare la propria speranza e illuminare la propria esistenza terrena?
Nel passo del Vangelo secondo Luca che mostra un povero di nome Lazzaro ignorato con superbia da un ricco crapulone durante la sua esistenza terrena, Gesù ci parla di quel “dopo la morte” che da sempre interessa l’ uomo.

Nella seconda dimora dei morti, il ricco chiede ad Abramo di inviare un emissario dall’ aldilà per informare i vivi sulla Terra. Conosciamo la riposta di Abramo: “Se non danno ascolto né a Mosè né ai profeti, non saranno persuasi neanche se qualcuno risuscitasse dai morti” (Lc. 16,31).

Pur tuttavia, alcuni hanno fatto un viaggio alle porte dell’ infinito.
Dopo la pubblicazione del libro del dottor Moody, “La vita oltre la vita”, il fenomeno delle esperienze ai confini della morte (N.D.E. = Near Death Experience) è conosciuto universalmente.

In seguito alla pubblicazione di questo libro, molti di coloro che hanno sperimentato questa morte clinica, accompagnata da manifestazioni singolari, lo hanno voluto testimoniare.
I racconti di questi viaggiatori straordinari sono ora numerosi. Pensare che i diretti interessati osavano appena menzionarli per paura di passare per esaltati!

Noi esamineremo questi fatti e li confronteremo con le risposte della scienza e della Fede.
Tuttavia, questa esperienza di morte clinica, stando alle testimonianze di chi è tornato da quella avventura, si ferma davanti ad una frontiera invalicabile. Noi tenteremo di valicare quella frontiera, non partendo da una cronaca impossibile, bensì dalla fede cristiana, visitando quell’ “aldilà” nelle realtà denominate Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Non si tratterà di una visita poetica ed immaginaria come quella di Dante. Cercheremo di fare il punto della situazione sulle conoscenza acquisite dalla Rivelazione, dalla Tradizione vivente della Chiesa e dalle ricerche recenti. E’ importante nutrire la speranza cristiana sulla certezza dell’ eternità dell’ uomo.

Già l’ uomo di Neanderthal ha lasciato sepolture corredate da rituali funerari che attestano una vera spiritualità. Ancora di più, dopo di lui, la fede nella vita dopo la morte diviene certezza. Gli uomini dell’ età della pietra venerano i loro defunti, li “nutrono”, li cospargono di ocra rossa, simbolo del sangue, e li circondano di statuette.

Anche se questo culto dei morti traspare un certo timore dei defunti che alimenterà la venerazione degli avi, è incontestabile che la credenza nella vita dopo la morte è propria dell’ uomo.
Potremo analizzare le diverse civiltà attraverso i secoli trovandovi sempre la stessa costante: la vita non si ferma con la morte; la consapevolezza di esistere ispira all’ uomo una coscienza di durare nel tempo.

Ma oggi il concetto di aldilà, anche in seno alla chiesa, difficilmente rientra negli argomenti comunemente dibattuti. Quando i fedeli osano affrontare ancora l’ argomento, ottengono risposte troppo spesso evasive.

Ecco perché la presente opera desidera tentare di gettare un pò di luce nella nebbia che avvolge ciò che è dopo la vita; essa fa seguito a una serie di conferenze il cui successo inaspettato ha messo ben in evidenza tutto l’ interesse nutrito dai contemporanei per questo argomento.

tratto da:

Alle soglie dell' Eternità - Testimonianze di persone uscite dal coma profondo - di mons. Michel Aupetit

pag. 23

LE ESPERIENZE ALLE FRONTIERE DELLA MORTE

- LE N.D.E. -

Nel 1975 il dottor Raymond Moody pubblicava un libro intitolato La vita oltre la vita che avrebbe sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero.

Nel 1965, il giovane Raymond Moody, studente di filosofia, conosce uno psichiatra, il dottor Ritchie, che gli racconta un’ esperienza straordinaria che gli era accaduta nel 1943.
Durante una grave malattia era entrato in coma e si era “sentito” uscire dal suo corpo, poi gli era apparsa una luce strana, d’ intensità sempre crescente fino a diventare un fulgore mai visto prima. In quell’ alone luminoso aveva distinto una forma umana: “Un uomo fatto di luce”.

Allora gli venne questa certezza prodigiosa: “Tu ti trovi di fronte al Figlio di Dio”, con la misteriosa consapevolezza che quell’ “Uomo mi amava di un amore che era al di là di ogni mia possibile immaginazione”.

La sua vita gli si era spiegata davanti nei minimi dettagli. Poi aveva visitato realtà che in seguito riconoscerà essere quelle che i cristiani chiamano Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Il dottor Ritchie non voleva più lasciare Cristo, in questo lasso di tempo, il suo cuore si era infatti fermato e i medici che lo curavano, lo ritennero clinicamente morto. Tuttavia, il suo cuore ricominciò a battere e, quando tornò in sè, chiese: “Che giorno è oggi?”. Gli risposero: “Il 24 dicembre, vigilia di Natale. Lei è stato in coma quattro giorni”.

Questo racconto fantastico impressiona lo studente di filosofia Raymond Moody che, per caso, ascolterà storie analoghe da altri testimoni mentre è professore di filosofia in Carolina del Nord. Egli si pone seri interrogativi ed intraprende una ricerca che lo porta a raccogliere casi che raccontano episodi simili di “uscita dal corpo”, di “passaggio attraverso un tunnel”, di “incontri con gli angeli”, di “luce abbagliante”, e dell’ "incontro con Qualcuno”.

Decide di diventare medico e, durante il periodo degli studi, il numero di casi riguardanti “morti” che vengono rianimati e che descrivono il “viaggio nell’ aldilà” aumenta. Mentre frequenta il quarto anno di medicina, pubblica un libro, “Life after Life”, che conosce un successo immediato e che sarà tradotto in molte lingue.

Dopo quest’ opera, saranno pubblicati molti testi da scienziati, medici e psicologi, per confermare o smentire questa straordinaria descrizione.

A questo punto, penso sia utile raccontare come mi sono confrontato io con questo fenomeno.

Nel 1979, quando ero un giovane medico, mi fu riferito un caso analogo. A quell’ epoca ignoravo totalmente l’ esistenza di questo fenomeno. Una paziente, originaria del Canada, trasferitasi con la famiglia nella regione di Parigi per quattro anni, mi ha raccontato questa storia da lei vissuta quando era in coma, fino all’ incontro con un essere luminoso.

Questa esperienza l’ aveva completamente cambiata, aveva trovato la Fede e non temeva più la morte (anzi si augurava quasi di morire per assaporare nuovamente quella gioia intensa ma, nello stesso tempo, l’ amore per il marito e la figlia l’ obbligava a continuare a vivere).

Poco tempo dopo ella si rivolse a me perchè accusava un dolore al torace. L’ elettrocardiogramma non lasciava dubbi: infarto del miocardio.
Lei respinse la mia proposta di recarsi in un centro di rianimazione cardiaca specializzata e mi chiese di curarla a casa, nonostante i grandi rischi che ciò comportava per la sua vita. Immaginate la mia inquietudine. Un medico non può obbligare un paziente a farsi ricoverare e i miei tentavi di persuasione non sortirono alcun effetto.

La donna mi ricordò la sua esperienza dicendo che non solo non temeva la morte, anzi, gioiva al pensiero che forse avrebbe ritrovato per sempre quella felicità immensa che aveva intravisto. Posso affermare che nel momento in cui stava per morire, la calma, la serenità, la gioia non l’ hanno mai abbandonata.

Fortunatamente è guarita, ma questa esperienza mi ha colpito e, quando in seguito ho saputo che questo fenomeno viene descritto frequentemente, mi sono ricordato questo episodio.

Alle soglie dell' Eternità - Testimonianze di persone uscite dal coma profondo -

di mons. Michel Aupetit

pag. 25


Il dottor Moody ha tentato di classificare questi racconti di pazienti che si sono trovati alle frontiere della morte (per comodità li chiamiamo N.D.E. dalla dicitura convenzionale inglese Near Death Experiences impiegata nell’ ambiente medico). Tutte queste persone sono andate molto vicine alla morte ed ecco i punti in comune nelle loro descrizioni:


1) La persona asserisce che il linguaggio umano non è in grado di esprimere ciò che ella ha vissuto.

2) La persona sente coloro che la circondano (medici, familiari) mentre la dichiarano morta.

3) La persona prova una pace profonda.

4) Percepisce i rumori (come una suoneria).

5) La persona “esce” dal proprio corpo e “fluttua”.

6) E’ risucchiata in una sorta di tunnel oscuro.

7) La persona incontra gli angeli oppure alcuni suoi familiari deceduti.

8) Vede una luce brillante e, a volte, un “essere luminoso” al centro.

9) La persona rivive la totalità della sua vita avvertendo gli effetti che le sue azioni (buone o cattive) hanno prodotto sugli altri.

10) Si scontra contro una specie di frontiera.

11) La persona si ritrova nel proprio corpo (è rianimata ed esce dal coma).

12) La morte non le incute più timore.




Ecco l’ esperienza completa descritta più frequentemente, ma può succedere che il paziente la viva solo in parte. Molti altri scritti e testimonianze di pazienti, anche giovanissimi, seguirono l’ uscita della pubblicazione del dottor Moody.

In un reparto pediatrico a Seattle, il dottor Melvin Morse (Melvin Morse, Closer to the light, Hardback – Villard, 1990) era totalmente refrattario a queste esperienze al di là della morte, ma il caso di una giovane paziente di nome Kristel Merzloch, lo indurrà a cambiare completamente opinione.

Nel 1984, questa bimba di sette anni, dopo aver conosciuto una “morte clinica” (arresto cardiaco e cerebrale) per più di 19 minuti, descrive tranquillamente al medico sbalordito, tutto ciò che egli aveva fatto per rianimarla (mentre era “morta”). Con molta naturalezza, ella ha parlato dell’ incontro con il suo angelo custode e successivamente con il Padre celeste (ciò che lei descrive corrisponde alle N.D.E. degli adulti).

Il dottor Melvin Morse fece alcun ricerche mediche per tentare di dare una spiegazione scientifica a questo fenomeno. Malgrado la sua determinazione non vi riuscì e pubblicò un libro su questa storia stupefacente. In seguito, altri casi analoghi verificatisi nei bambini sono stati descritti.
Eben Alexander è un neurochirugo americano. Famoso e rispettato in tutto il mondo. Uno studioso, che crede più alla scienza che alle impressioni. Il fatto è che una meningite fulminante lo stava uccidendo. Dopo sette giorni di coma, con il cervello completamente “spento”, si è improvvisamente risvegliato. E ha cominciato a raccontare il Paradiso, che dice di aver visto. Fino all’incontro con Dio. Una storia che ha scosso la comunità scientifica. Ora, Eben Alexander ce la racconta nei dettagli, nell’intervista esclusiva pubblicata da Oggi in edicola.

CERTO DI NON POTER ESSERE SMENTITO – Non è la voce di un invasato né di un fervente predicatore. Ha il tono calmo e rassicurante di chi è certo di non poter essere smentito. Anche se quello che racconta è incredibile. Al telefono dalla Virginia, negli Usa, il neurochirurgo Eben Alexander parla del suo viaggio in paradiso e del suo incontro con Dio. Evoca nuvole colorate, farfalle, vallate verdeggianti, melodie celesti. E li intreccia con la meccanica quantistica e la scienza che studia il cervello.
L’INCREDIBILE ESPERIENZA – Alexander ha insegnato alla Medical School di Harvard, è un neurochirurgo molto rispettato. Ma nel 2008 la sua vita è cambiata. Ha rischiato di non farcela per una meningite fulminante e durante sette giorni di coma è convinto di aver avuto un’esperienza di pre-morte. La sua storia è finita in copertina sul magazine Newsweek e nel suo libro, Proof of heaven (Prova del paradiso), di prossima uscita in Italia.
Professore, ha davvero visto Dio?
«Certo. E molto altro. Sono stato in Paradiso. E non posso averlo né sognato né immaginato perché la mia corteccia cerebrale era completamente fuori uso a causa della meningite da e-coli, una forma rarissima».

Ci descrive l’aldilà?
«Non avevo nessuna memoria della mia vita terrestre, ero senza peso, non conoscevo il concetto di essere umano. Ero fatto solo di sensi. E per me quel viaggio è durato per sempre. È cominciato sottoterra, in un ambiente buio e fangoso. Poi una melodia celestiale mi ha chiamato in alto e mi sono trovato in una splendida vallata, con migliaia di farfalle, fiori e nuvole colorate. Sopra le nubi c’erano creature meravigliose che ho chiamato angeli perché non saprei come descriverle altrimenti. I colori erano brillanti e cangianti. Intorno a me c’era una forza potentissima, era amore puro e incondizionato. Era Dio. Mi sono accorto che stavo viaggiando sull’ala di una farfalla con una donna bellissima accanto a me. Quell’essere celestiale senza parlare mi ripeteva questa frase: “Sei amato e adorato e lo sarai per sempre, non c’è nulla di cui aver paura, non puoi fare nulla di sbagliato. Ti mostreremo molte cose qui ma alla fine tornerai indietro”».
Quella donna aveva il volto di qualcuno che lei conosce?
«Quando l’ho incontrata non lo sapevo, ma era mia sorella. Sono stato adottato e ho ritrovato i miei veri genitori soltanto qualche anno dopo essere uscito dal coma. Mi hanno mandato la foto di mia sorella morta nel 1998 e mi è venuto un colpo. Era proprio lei. La fanciulla del mio viaggio. Quando ho chiesto alla mia mamma biologica di descrivere sua figlia mi ha detto: “Era come un angelo sulla terra”».
Lei è uno scienziato e prima era uno scettico. Si aspetta davvero che la gente le creda?
«Solo gli ignoranti possono non credermi. Ormai ci sono talmente tante prove, racconti, testimonianze. Quello che ho visto è reale. Non è stato partorito dal mio cervello che era come morto. È successo al di fuori di me, in un’altra dimensione».
Come concilia le certezze del neurochirurgo con la fede e il paradiso?
«La mia esperienza ha dimostrato inequivocabilmente che la coscienza è indipendente da corpo e cervello ed è il potere più importante dell’universo. La scienza non è ancora stata in grado di comprenderla, nonostante i tentativi della meccanica quantistica. Io dico che la scienza dovrebbe abbracciare il potere della spiritualità. Non vedo frattura tra scienza e religione».

Però la vedono i suoi colleghi. Molti l’hanno invitata a rinsavire.
«Pubblicamente. Ma tantissimi colleghi che ho interpellato sia per la mia guarigione dalla meningite, che è davvero miracolosa, sia per scrivere il mio libro e dare una spiegazione scientifica al mio viaggio, mi hanno detto che una spiegazione razionale non esiste».
Altri hanno scritto che il suo racconto assomiglia un po’ troppo a un viaggio sotto gli effetti della droga e contiene tutti i cliché del paradiso.

«Non vede? Tutti i racconti di pre-morte sono praticamente uguali. Vuol dire che sono reali! Un’infermiera che lavorava nei campi di sterminio della Seconda guerra mondiale ha raccontato che in tanti lettini del lager i prigionieri avevano intagliato delle farfalle. Questo perché sono comuni nelle esperienze di viaggi nell’aldilà. Compaiono anche nel Libro dei Morti degli antichi egizi. Non sono ricordi, sono reali. E tutti possono vedere Dio».
Intende da svegli?

«Proprio così. Attraverso tecniche come il potenziamento acustico e la sincronizzazione atmosferica. Quando viaggiavo nel Paradiso mi sono accorto che a trasportarmi verso l’alto dal fango era la melodia. Se la seguivo mi elevavo. Attraverso la meditazione sto cercando di ritrovare quella melodia e quindi anche Dio. Possono provarci tutti. Non ci sono ancora riuscito ma, ne sono convinto, è solo questione di tempo».http://www.oggi.it/focus/personaggi/...ben-alexander/

Gli argomenti sono tratti da una discussione dell'utente evergreen nel forum
www.cattoliciromani.com/39-lo-scaffale-di-cr/51349-alle-soglie-dell-eternita-testimonianze-di-persone-uscite-dal-coma-mons...

Franco
[Modificato da francocoladarci 26/04/2014 12:54]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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