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Esperienze di Morte Condivia

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2014 10:32
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Sesso: Maschile
23/08/2014 10:32
 
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La trattazione di questo argomento è abbastanza lunga e articolata, se si ha pazienza si vedrà un aspetto molto interessante e importante in queste esperienze, le quali in ultima analisi ci vogliono dire che, la vita non è solo questa, ma qualcosa di più meraviglioso ci aspetta.

Un aspetto importante della branca Tanatologica è la morte condivisa, in questo sito/forum si sono messe esperienze di premorte, le quali hanno come oggetto il soggetto stesso che le vive, anche se tali esperienze sono comuni e patrimonio di tutti lo sono fin dagli albori dell'umanità, rimangono sempre esperienze soggettive, anche se indipendenti dalla cultura e dalle radici religiose, in quanto tali esperienze accomunano tutti gli uomini siano essi credenti o non credenti.
Tali esperienze si sono dimostrate in modo non soggettivo bensì oggettivo, veritiere, in quanto la struttura dell'esperienza è uguale per tutti e questo a prescindere.

Vorremmo ora esaminare un aspetto molto interessante, il quale dimostra come tali esperienze avute nei soggetti al limite della morte, sono patrimonio anche di persone le quali nulla hanno a che fare con la situazione critica del soggetto, ossia da colui che è interessato dalla morte.

Tali esperienze le possiamo definire come,” morte condivisa”, le quali interessano due soggetti, il morente il quale non ha esperienza di premorte in quando fine della sua vita, e la persona o le persone le quali sono in qualche misura coinvolte con il morente.
La trattazione che faremo prende spunti dagli studi recenti del dottor Raymond Moody, autore del prestigioso libro, “la vita oltre la vita”, uno dei pionieri degli studi sulla premorte.

Ci fu un avvenimento il quale indirizzò l'attenzione del dottor Moody in una dimensione parallela agli studi da lui effettuati precedentemente sulla premorte, lasciamo che sia lui stesso a raccontarci.

“ Mi trovavo davanti all'edicola della scuola e stavo leggendo un articolo degli anni cinquanta, quando una donna attraente mi si avvicinò, mi porse la mano e stringendomela disse: “Raymond, sono la dottoressa Jamieson”.

La dottoressa era un membro importante della facoltà, tant'è che mi sentii un po' imbarazzato per essermi fatto cogliere in flagrante a leggere un articolo su una rivista maschile. Tentai di nascondere la rivista, ma di fatto la dottoressa non vi prestò alcuna attenzione, sua madre era morta da poco, mi spiegò, che, durante il suo trapasso era accaduto qualcosa che non compariva nella mia ricerca e di cui non era riuscita a trovare notizie altrove.

Con cortesia e insistenza mi chiese di accompagnarla nel suo ufficio in modo da potermi riferire in privato ciò che era successo, quando ci fummo accomodati, mi raccontò una storia diversa da quelle che avevo incontrato fino ad allora.
Disse la dottoressa, “per prima cosa voglio dirle che sono cresciuta in una famiglia non religiosa, questo non significa che i miei genitori fossero contrari alla religione, ma solo che non avevano un'opinione al riguardo, di conseguenza non ho mai pensato alla vita dopo la morte, in quanto in famiglia non se ne parlava.

Ad ogni modo, circa due anni fa mia madre, in modo totalmente inaspettato, ebbe un arresto cardiaco a casa sua, proprio mentre ero passata a farle visita, così tentai di rianimarla, riesce a immaginare cosa significhi eseguire la respirazione bocca a bocca sulla propria madre, è già abbastanza difficile con l'estraneo ma così era quasi inconcepibile.
Continuai a lavorare su di lei a lungo, forse per una ventina di minuti, fino a quando mi accorsi che in qualunque altro sforzo sarebbe stato inutile. Era morta.
A quel punto mi fermai e ripresi fiato, ero esausta e onestamente non mi ero ancora resa bene conto di essere rimasta orfana.

All'improvviso mi sentii sollevare verso l'alto, mi resi conto di essere sopra al mio corpo e di quello di mia madre ormai defunta e di osservare l'intera scena dall'alto, come se fossi stata affacciata al balcone.
Trovarmi al di fuori del mio corpo mi colse di sorpresa, mentre stavo cercando di capire dove mi trovavo, mi accorsi improvvisamente che lo spirito di mia madre stava aleggiando proprio accanto a me.

Guardai verso l'angolo della stanza e mi accorsi di una luce molto intensa si stava riversando da una breccia dell'universo come acqua che sgorgasse da un tubo rotto, dalla luce uscirono alcune persone che avevo conosciuto anni prima, amici ormai defunti di mia madre, c'erano anche altri individui che non riconoscevo, ma credevo fossero amici di mia madre che non avevo mai incontrato.

Vidi mia madre scivolare dolcemente nella luce, ecco, l'ultimo sguardo la vidi avvolta nel tenero abbraccio dei suoi amici, poi, il tunnel iniziò a chiudersi con un movimento a spirale, come il diaframma di una macchina fotografica, e la luce sparì.”

La dottoressa mi chiese, come interpreta questa storia?, Non seppi risponderle potei solamente stringermi nelle spalle, dicendo semplicemente, “è un'esperienza di morte condivisa”.

Segue.

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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