Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Nuovo studio scientifico: «la vita continua dopo la morte»

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2015 19:40
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 203
Sesso: Maschile
16/10/2014 20:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

16 ottobre 2014


Che cosa dice la scienza sulla vita dopo la morte? La domanda sarebbe stata assurda fino ad un centinaio di anni fa, eppure oggi qualcosa da dire potrebbe esserci davvero. Forse è qualcosa di sbagliato, o forse no.

Gesù ha insegnato agli uomini: «Io sono la Resurrezione, chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque crede in me non morirà» (Gv 11, 25-26). E ancora: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perchè il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3, 16-17). La Chiesa cattolica, fin dalla sua origine afferma che dopo la morte avviene la separazione dell’anima e del corpo: il corpo dell’uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa dell'”ultimo giorno”, quando sarà riunita al suo corpo glorificato.

Questa è la verità morale di noi cristiani, confermata dalla resurrezione di Gesù. Il supporto dell’opinione scientifica non è necessario. Tuttavia occorre sottolineare che da parecchi anni si è sviluppano un filone di ricerca che indaga le “Near Death Experiences” (NDE, esperienze pre-morte), fenomeni descritti da soggetti che hanno subito un arresto cardiocircolatorio o il coma e hanno poi ripreso le funzioni vitali. Queste esperienze presentano numerosi elementi comuni in numerose testimonianze.

Si tratta di illusioni, allucinazioni, prodotti della mente o meccanismi di difesa psicologica? Forse si, anche se per molti studiosi sono effettivamente una presa di contatto anticipata con l’aldilà. E’ giusto rimanere scettici senza arrivare a conclusioni affrettate. Lo studio scientifico più noto è quello pubblicato nel 2001 sulla prestigiosa rivista “The Lancet” in cui il team guidato dal dott. Pim Van Lommel, dell’ospedale olandese Rijnstate di Arnhem ha concluso: «Dovremmo considerare la possibilità che la morte, come la nascita, potrebbe essere un mero passaggio da uno stato di coscienza ad un altro [...]. La nostra ricerca mostra che fattori medici non possono spiegare l’insorgenza di una NDE: sebbene tutti i pazienti esaminati fossero stati dichiarati clinicamente morti, non tutti hanno sperimentato esperienze di premorte. Se a provocarle fossero semplici fattori fisiologici, dovrebbero verificarsi nella maggior parte dei pazienti». I ricercatori belgi hanno dovuto concludere: «si dovrebbe includere la trascendenza, come concetto e come prospettiva, all’interno di un tentativo complessivo di spiegazione di queste esperienze».

La conclusione, come si nota, è abbastanza insolita per una rivista scientifica di questo calibro e infatti da allora le polemiche sono divampate. Numerosi studi hanno confermato le conclusioni, come quello svolto dai ricercatori dell’Università di Liegi, i quali hanno dimostrato che i meccanismi fisiologici innescati durante le NDE somigliano a chi percepisce realmente gli eventi che descrive e le loro caratteristiche sono più vicine ai ricordi di eventi reali che non all’immaginazione di eventi. Altri studi sono andati in direzione opposta: un’importante ricerca, ad esempio, sostiene che questi viaggi sarebbero dovuti all’attività elettrica del cervello, che continua ad essere molto ben organizzata anche nei primissimi istanti dopo la morte clinica (studio che ha ricevuto a sua volta alcune critiche).

Tuttavia un recente studio, il più grande mai realizzato e pubblicato sulla rivista scientifica “Resuscitation”, ha rimesso tutto in discussione. Sembra infatti abbia fornito una prova che le NDE potrebbero essere reali, «ci sono prove scientifiche che suggeriscono che la vita può continuare dopo la morte», si legge su’“The Independent”, il quotidiano della sinistra laica inglese. Un team scientifico ha infatti studiato per quattro anni le esperienze di oltre 2.000 pazienti con arresto cardiaco, sui 330 sopravvissuti il 39% ha dichiarato di aver sperimentato qualche tipo di consapevolezza mentre era stato dichiarato clinicamente morto. Gli esperti ritengono che il cervello si spegne entro 20 a 30 secondi dopo l’arresto del battito cardiaco, ma gli scienziati hanno riferito di aver trovato una prova convincente che i pazienti hanno sperimentato eventi reali per un massimo di tre minuti dopo lo spegnimento del cervello, riuscendo a ricordare il tutto in modo esatto una volta rianimati.

A guidare l’indagine il dottor Sam Parnia, docente presso l’University of New York ed una delle massime autorità in materia, il quale ha riferito che un paziente in particolare ha fornito un resoconto “molto credibile” di quello che stava succedendo mentre medici e infermieri tentavano di rianimarlo, dicendo di aver osservato la scena della sua rianimazione da un angolo della stanza. Eppure, ha spiegato, «sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore ha smesso di battere. Ma in questo caso la consapevolezza cosciente sembra essere continuata per un massimo di tre minuti. L’uomo ha descritto nei dettagli tutto quello che era accaduto nella stanza, ma ancora più importante, ha sentito due bip di una macchina che fa un rumore a intervalli di tre minuti. Così abbiamo potuto cronometrare quanto tempo è durata l’esperienza. Sembrava molto credibile e tutto ciò che egli ha descritto era realmente accaduto».

Molte persone, ha spiegato il dott. Parnia, hanno vissuto le stesse esperienze ma hanno poi perso i loro ricordi, sia a causa di lesioni cerebrali o di farmaci sedativi sul richiamo della memoria. Uno su cinque ha dichiarato di aver provato un insolito senso di tranquillità, mentre quasi un terzo ha detto che il tempo era rallentato o accelerato. Qualcuno ricorda di aver visto una luce brillante; un lampo d’oro o il sole splendente. Altri hanno raccontato sentimenti di paura, di annegamento o di essere trascinati verso l’acqua profonda. Il 13% ha riferito di sentirsi separato dal loro corpo. Sono tutte esperienze comuni dei pazienti intervistati in tutti gli studi sulle NDE, di qualunque cultura, razza e religione (anche non credenti).

Il dott. David Wilde, psicologo della Nottingham Trent University, ha spiegato l’attuale situazione delle ricerche: «Ci sono alcune buone prove che queste esperienze siano effettivamente accadute dopo che le persone sono morte medicalmente. Noi semplicemente non sappiamo cosa sta succedendo». In un precedente studio, dai risultati molto simili, il dott. Parnia aveva commentato: «Queste persone hanno avuto queste esperienze in una condizione in cui il cervello non avrebbe dovuto essere in grado di sostenere processi lucidi o consentire loro di avere ricordi duraturi. Questo potrebbe fornire una risposta alla domanda se la mente o la coscienza siano prodotte dal cervello, o se il cervello non sia invece una specie di intermediario della mente, la quale esiste indipendentemente».

Bastano queste ricerche per dimostrare l’immortalità dell’anima e la vita oltre la morte? Certamente no, la comunità scientifica ha posizioni opposte su questo e, sopratutto, noi credenti non ne abbiamo per nulla bisogno. Proprio per questo noi siamo gli unici liberi pensatori: se le NDE sono fenomeni di contatto con l’aldilà ben venga, se al contrario sono “allucinazioni” (come siamo tentati di credere) questo non inficerebbe in nulla la fede cristiana nella resurrezione dell’anima. Al contrario, per chi non vuole credere in Dio, le NDE devono per forza essere fenomeni allucinatori chiudendo pregiudizialmente la porta ad altre soluzioni più scomode, altrimenti verrebbero messe in crisi le loro convinzioni. Al di là di tutto, questi studi tuttavia possono segnare un importante passo in avanti nella comprensione dell’incomprensibile: o verso il mistero dell’esistenza oppure, se avessero ragioni i critici, verso il mistero della complessità umana.

La redazione
fonte
www.uccronline.it/2014/10/16/nuovo-studio-scientifico-la-vita-continua-dopo-l...
[Modificato da francocoladarci 28/06/2015 19:40]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:22. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com