-1973-

“1973”

“Era un giorno di festa per tutto Israele ma una cosa rovinò tutto… un attacco da parte dell’Egitto contro Israele, nel giorno del Kippur… ciò che per gli israeliani diventerà un giorno macchiato di sangue e dolore… un attentato alla civiltà, colpire una nazione ebraica in uno dei giorni più importanti per il calendario lunare ebraico (N.d.A.: gli ebrei non usano il calendario solare bensì quello lunare!) è come se si colpisse il Vaticano che è la culla, la mente e il cuore della religione cristiana nel giorno di Natale oppure far esplodere la moschea situata alla Mecca il giorno del Ramadam.
In questi giorni mi trovavo in Israele per delle mie ricerche personali quando venne attaccata e successivamente la guerra fu dichiarata all’Egitto, le frontiere sono chiuse, chi è dentro in Israele deve rimanere in Israele senza poter uscire e anche se so che la mia compagna della vita è al sicuro a Parigi, pensieri negativi stanno prevaricando nella mia mente, questi pazzi potrebbero colpire anche l’Europa se non l’America!
Si respira un aerea malsana a Gerusalemme (dove sto alloggiando in questi giorni e dove sto scrivendo ora!) si ha paura ad uscire… da quando fu fondato Israele ci sono state troppe guerre per uno stato appena nato (non sono neanche cinquant’anni che l’Inghilterra ha dato una terra ai profughi ebrei europei scampati miracolosamente allo Shoah!) i cittadini tutti temono ancora una morte dolorosamente folle… la paura è il sentimento predominante da queste parte ed io non sono da meno… e nonostante io non mi pento di essere qui ho paura per me e per i miei cari…”

N.d.A.: Questo che avete appena letto è una delle tantissime lettere che Franco Belugi scrisse a se stesso in questo periodo dove si respirava pesantemente la guerra fredda!