Napoli: arresti per televendite false

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CARMINE84
00sabato 3 dicembre 2005 16:01
Napoli, false televendite: arresti
Premi non c'erano,ma vittime pagavano

La polizia ha sgominato una banda di truffatori a Napoli. L'organizzazione, che operava in almeno 4 regioni del Sud, faceva credere a casalinghe e pensionati di aver vinto premi a note televendite e che li avrebbero potuti ritirare soltanto pagando immediatamente l'Iva. La banda incassava così ingenti somme mandando nelle case dei malcapitati finti addetti. La frode è stata scoperta dopo un caso in Basilicata.

La banda ha operato in almeno quattro regioni, avendo come base Napoli, con "missioni" in Campania, Basilicata, Calabria e Molise. In particolare casalinghe e pensionati che vivono in centri rurali ricevevano visite da sedicenti rappresentanti di televendite che i malcapitati vedevano ogni giorno in televisione. I truffatori annunciavano loro che avevano vinto lotti di biancheria, televisori supertecnologici o ciclomotori e che potevano averli soltanto versando l'Iva o le spese di messa su strada e di trasporto (appunto, fra 300 e 600 euro).

Dopo una truffa fatta in Basilicata, gli investigatori della sezione criminalita' organizzata della squadra mobile della Questura di Potenza - partendo da modalita' inusuali per la
regione - hanno cominciato ad indagare e hanno individuato tutta l' organizzazione. L' inchiesta e' stata coordinata dal pm potentino, Ferdinando Esposito, che ha chiesto e ottenuto le ordinanze di custodia cautelare (in carcere, agli arresti domiciliari e con obbligo di firma) dal gip, Gerardina Romaniello.

Uno degli arrestati è senza patente, ma proprietario di 298 automobili. Secondo la Polizia, sarebbe lui il responsabile della "logistica" della banda. L'uomo vive a Napoli, in un piccolo appartamento, dove è stato bloccato dalla Polizia: è intestatario di un "parco" autoveicoli enorme. Secondo gli investigatori, le automobili venivano utilizzate dai componenti dell' organizzazione specializzata nelle truffe: un altro sistema per convincere le vittime che tutto era regolare, ma anche per sparire nel nulla, rendendosi introvabili e non identificabili, dopo aver preso i soldi. Ma la Polizia ritiene che le 298 automobili non servissero soltanto per fare truffe in paesini di montagna o casa di campagna dell'Appennino meridionale: le auto sono state "prestate" anche a organizzazioni criminali, in particolare composte da nomadi, che le hanno usate per compiere furti in case e negozi.
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