“O bella ciao”

il Poeta 1
00venerdì 2 maggio 2008 12:55
“ O bella ciao” è il titolo della puntata di Annozero, il programma di Michele Santoro in onda stasera su Raidue alle 21.05.

La puntata d’ieri sera è stata d’uno squallore che m’è dispiaciuto d’aver perso Fiorentina – Rangers.
Alemanno è un qualunquista come gli altri, senza personalità, affidabilità…
Travaglio davanti alla solita furbizia di Sgarbi, sta in silenzio, accetta gli insulti che servano piuttosto a delineare la personalità di Vittorio, un politicante a libro paga. Santoro, da buon anfitrione digerisce la pagliacciata dell’assessore alla cultura di Milano, che oggi più che ieri gira causa il vento...
Il bel viso di Madonna Beatrice non è disteso, comprende che non è serata, Vauro è in silenzio…
L’atmosfera è grigia, novità non ci sono, nessun è vincitore, salvo Grillo che se la ride, s’è toccato il fondo!

Già in altre occasioni Ho conosciuto la leggerezza di Sgarbi:

la Versiliana - Pietrasanta, 15-08-1992, ” Caffè all’aperto” incontro diretto da Romano Battaglia con ospite Vittorio Sgarbi.

Onorevole Sgarbi:
Lei alla trasmissione della Rai TV “macchina della verità” alla richiesta del conduttore Santalmassi: <… dica Sgarbi da dove proviene la sua cultura?>.
Risponde in modo pulito senza lasciar ombra di dubbio: < Devo molto a mio zio, anzi sono un plagio di mio zio>.
Lei Onorevole aggiungeva poi lasciandomi attonito: < Socrate plagiava chi s’avvicinava a Lui facendosi porre domande a cui Lui aveva già risposto>.
Lo incalzo, Sgarbi, il suo esempio che taglia e medica a livello di pseudo cultura pur di cavalcare la tigre è ben visibile a tutti. Il guaio è che pochi sanno discernere il bene dal male per questo il male trionfa...
Onorevole, dal giornale la ”Nazione” leggo anche un suo articolo che dice: <... non cadiamo nella rete> in cui Lei si permette di parlar male di un movimento, ciò è pernicioso ed è maledettamente un modo ignobile di far politica da far vincere le tangenti o la mafia... soprattutto consentire che le cose vadano male per tutti gli Italiani, salvo per coloro che sanno cavalcare la tigre...
Risponde l’Onorevole Sgarbi; < Mi rincresce che io abbia deluso Lei>, aggiunge < Lei comunque ha fatto una sintassi perfetta>, il che provoca un forte applauso del pubblico, e continua < quando sarò lì al trapasso, lei sarà al mio capezzale> al che gli faccio notare che ho qualche anno più di Lui, allora tranquillamente risponde < Sarò io al suo capezzale>.
La “Nazione”, riportava la sintesi Sgarbi alla Versiliana, annotava la presenza di circa 4000 persone ma non riferiva nulla di questo dialogo durato circa 20 minuti.
La morale, Sgarbi è una persona intelligente ed immediata ( per aver sentito la forza del Poeta che sfugge alla consuetudine), però non manifesta saggezza e creatività pur laureato in filosofia, il plagio socratico non è il metodo socratico, ma l’accusa fatta a Socrate dai suoi nemici.
Questa lettera è tratta dal libro “Dal Ventre della Terra” 1994.

Lorenzo Pontiggia
marylory il Poeta

il Poeta 1
00sabato 3 maggio 2008 15:40
Penso che Vittorio Sgarbi rappresenti uno dei rarissimi casi di "isteria maschile". Il fatto che Sgarbi non sta bene è di evidenza palmare e dietro alla teatralità del suo comportamento vi è un dramma autentico. Cui bono? Santoro e Travaglio sono giornalisti di prim’ordine e le loro considerazioni, e ipotesi, sono suffragate, sempre, dall’evidenza dei fatti. Beppe Grillo, dice cose che la gente condivide: riempie le piazze, ovunque. E anche questo è un fatto. Da parte di chi stigmatizza Santoro, Travaglio e Grillo non ho letto però alcuna considerazione in ordine al finanziamento da parte dello Stato di una serqua di c.d. “testate giornalistiche” : operazioni, queste, che malcelano da un lato una delle forme di finanziamento ai partiti e, d’altro lato, la strumentalizzazione politica dell’informazione. Si tratta di milioni e milioni di euro: tutto denaro pubblico. Cui bono? Ora, pare profilarsi altro editto bulgaro nei confronti di Santoro e di Travaglio. Mi auguro che questa volta riempiremo le piazze, tutte, contro questa forma di terrorismo agìta da un potere fine a se stesso, il cui esercizio non ha nulla a che vedere con l’interesse dello Stato che, tra parentesi, siamo noi. O no?

Rispondo
…complimenti alla tua disanima: penso che l’amico non è in pace con se stesso, la sua fede è l’immagine attuale di lui stesso, perciò è un gambero che "l’invidia" lo fa infelice; conseguenza della sua infelicità giovanile!
Vero, i due giornalisti si permettono disquisire su fatti concreti, anche se son pagati dal gioco di potere…
Grillo e l’elenco dei contribuenti, deve esser fiero di pagare tal cifra e contemporaneamente attaccare chi sfugge al pagare…Il fine della sua battaglia è che i soldi dei contribuenti sono per migliorare tutta la Società!

Ciao e grazie...
Lorenzo
lorenzomagnifico
00sabato 3 maggio 2008 17:10
Mi sono chiesto diverse volte: cosa è l'intelligenza? se è quella che certi personaggi esprimono....beh meglio essere solo normali, lasciamo a "loro" l'ntelligenza..........
p.s. caro poeta non sprecare il tuo tempo a scrivere post che stimolano la discussione che vada oltre la poesia....qui è tempo..... sprecato... [SM=g27828]

heimarmene
00sabato 3 maggio 2008 18:13
Sgarbi ha fatto una figuraccia, l'altra sera, ma non sta male, anche se non era a suo agio: è fatto proprio così, è str**** di natura. E' solo che l'altra sera, come a molti altri soggetti, è toccata anche a lui la serata da disturbatore nella trasmissione di approfondimento, l'unica veramente libera e quindi da combattere, nella logica di certi poteri forti. A turno prima o poi tocca a tutti. A me ad ogni modo non pare che Travaglio abbia subito in silenzio, tutt'altro: mi pare che anzi sia stato superbo, più del solito: non si è fatto piegare, continuando ad oltranza a ripetere la verità (e alla fine ha avuto ragione), e non ha ceduto alla tentazione (che sarebbe forte per chiunque) di rispondere con lo stesso tono alla maleducazione dell'assessore. Ha risposto garbatamente, come gli è proprio, ma lasicandolo come un fesso e facendogli fare la figura dell'imbecillle.
Nè mi pare che Santoro abbia dovuto digerire cose iturche: mi ha anzi piacevolmente sopreso il modo magnifico in cui ha diretto il tutto, gestendo il coro e portando la discussione dove voleva lui (è un maestro in questo, ma in quest'occasione si è superato). Sgarbi era stato calcolato, non è che si sia mai smentito da quando ha fatto le sue prime apparizioni da Costanzo, non ci si aspettava certo che stesse buono come un gattino. E Vauro, poi... alla fine la botta gliel'ha data, e non mi riferisco solo al fatto che in chiusura abbia detto "se non mi taglia la dissolvenza, Biagi è stato cacciato dalla Rai, ma al fatto che gli abbia fatto notare quant'è patetico dicendogli "che figura ci faccio se me ne vado da qui senza essermi fatto dare dello str**** da Sgarbi", e si capisce che l'assessore ha capito l'antifona perchè non gliel'ha dato, è rimasto là a guardarlo come un cretino! Insomma, a me come puntata non è dispiaciuta affatto.
Ciao.
il Poeta 1
00domenica 4 maggio 2008 13:11
...grazie...


lettera aperta di Paolo Barnard, ex giornalista di Report a Marco Travaglio da www.censurati.it

Caro Travaglio, io ho le prove che tu non sei libero. Non mi dilungo, te le espongo in breve e ti assicuro che non sto parlando del fatto che, ad esempio, tu ti rifiuti di parlare di temi come il Signoraggio bancario, nonostante esso sia una piaga aberrante artificiosamente inflitta alla vita di ogni singolo italiano, che ne paga un prezzo altissimo.
No, Marco, parlo di altro. Tu non sei libero perché tu oggi sei una Star; perché sei in prima serata TV ogni settimana e proprio nel luogo dove secondo te “…chi non ha il guinzaglio in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha”; perché sei lì anche tu, col trucco di scena, con i riflettori sparati su di te, col megaschermo dietro le spalle che amplifica il tuo verbo; perché giri l’Italia fra il tripudio dei fans club, che ti adorano; perché sei un’Icona. Tutto questo è Potere, è meravigliosamente forte, è oppio. Una volta assaporato, non se ne può più fare a meno. E allora Marco, quando dovesse capitarti di scorgere qualcosa che non va, e proprio nelle strutture che ti garantiscono quel Potere, quell’inebriante vivere, quel tuo oppio, e intendo una stortura, magari proprio del marcio, un’omertà, o la negazione di un qualsiasi principio morale o di un diritto, tu che faresti Marco? Lo denunceresti? Spareresti cioè un siluro alla base stessa delle fonti della tua inebriante fama? Li manderesti a gambe all’aria assieme a gran parte del tuo status di celebrity? Cioè svergogneresti e denunceresti chi ti trasmette e il loro megaschermo? Chi ti pubblica ogni parola senza fiatare? Chi ti amplifica nelle piazze dei centomila? Chi ti fornisce il tuo oppio? Oppure chiuderesti un occhio? E magari anche tutti e due? Perché lo sai bene come reagirebbero alla tua denuncia: sarebbe rancore, veleno, isolamento per te, cellulari che non ti rispondono più, inviti che non ti arrivano più, amici che, ops, non ci sono più, il tuo volto che scompare dagli schermi e dalla memoria.
Te lo dico io, caro Marco: tu li chiuderai gli occhi. E sai perché? Perché una volta assaporata la fama, lo stradom, e cioè il Potere, non se ne può più fare a meno. Dall’oppio non ci si stacca, dal Potere neppure. Tu non torni Guarino, Staiano, Ferrieri, e cioè uno per cui la TV è un oggetto del salotto, spenta più spesso che no, e non un palcoscenico fondamentale. Tu non torni uno da serate con 23 spettatori a chiacchierare pacatamente di un libro da 2000 copie se va bene, forse due autografi alla coppia di pensionati all’uscita. Tu non potresti più oggi vederti oscurato a 360 gradi e sepolto nella dimenticanza del grande pubblico. Non ce la faresti. E allora ti chiuderai gli occhi all’occorrenza, eccome che li chiuderai, e non sei più libero.
Io non so se ti è già capitato di abdicare così alla tua libertà e alla missione di libero informatore; forse sì, forse non ancora. Ma ti porto un esempio dove questo è già accaduto, accaduto a una persona a te vicina, che tu stimi, a un’altra ‘paladina’ della libera informazione a mezzo stardom: Milena Gabanelli. Come te lanciata da quell’emittente pubblica dove, secondo le tue stesse parole, “ci può essere qualcuno che ha il guinzaglio ed è pure bravo, è difficile, ma non è escluso; la regola è comunque che ciascuno deve essere controllabile e ciascuno deve essere prevedibile, ciascuno deve avere qualcuno che garantisce per lui altrimenti sulla base delle proprie forze e delle proprie gambe lì dentro non ci si entra”. Come te adorata, presente sulle riviste patinate, premi a profusione, fama, tanta… oppio. Ebbene quando nel 2004 Milena Gabanelli si trovò a dover scegliere fra l’adesione al principio sacro della difesa della libertà di informazione, con i rischi tremendi che essa comportava per la sua fulgida carriera, o la difesa di quest’ultima, ella chiuse entrambi gli occhi, senza esitazione, né rimorso, né patema alcuno. E gettò alle ortiche la sua missione di ‘paladina’ del coraggio televisivo, per assecondare proprio le fonti del suo Potere, della sua celebrità, del suo oppio. In collusione con l’editore RAI, partecipò a uno dei peggori casi di Censura Legale che si ricordi, e ancora oggi vi partecipa, ovvero un colpo al cuore della libertà d’informazione in questo Paese. Proprio lei.
Concludo Marco. Con dei nomi e tre domande.

Ivan Illich, Noam Chomsky, Howard Zinn, John Pilger, Rachel Corrie… Giovanni Ruggeri, Giorgio Ambrosoli, Corrado Staiano, Ilaria Alpi, Peppino Impastato… Li hai mai visti in prima serata RAI, CBS o FOX, ogni giovedì, tutto l’anno, primo piano, trucco di scena, megaschermo alle spalle?
Sono mai sopravvissuti per 20 anni in RAI, CBS o FOX, scalando i gradini della carriera per poi posizionarsi in prima serata sei mesi all’anno, pubblicità e inserzionisti al seguito, editoriali su riviste di prestigio?
Hanno mai tuonato dalle piazze di Roma, New York o Los Angeles, al culmine di tourné teatrali con biglietti prezzati alla Rolling Stones, e fulmineamente impacchettate in Dvd, libri, compilations, pronta vendita su carta di credito?
Sono mai stati tutto questo, Ivan Illich, Noam Chomsky, Howard Zinn, John Pilger, Rachel Corrie, Giovanni Ruggeri, Giorgio Ambrosoli, Corrado Staiano, Ilaria Alpi, Peppino Impastato?

No.

Il coraggio di chi è veramente libero porta altrove, lo si trova altrove, mai lì dove sei tu. Pensaci Marco.

Cordialmente,

Paolo Barnard


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Sapere è vivere...
ciao...
Lorenzo
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