Artista uccisa in Turchia: erano in tre!

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(SimonLeBon)
00mercoledì 18 febbraio 2009 22:13
2009-02-18 17:16
MILANESE UCCISA IN TURCHIA: DUE O 3 GLI ASSASSINI
di Furio Morroni

ANKARA - Sono stati sicuramente due i turchi - ma forse c'era con loro anche un terzo uomo - che ai primi di aprile dell'anno scorso prima violentarono e poi strangolarono Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, l'artista milanese di 33 anni che stava facendo un "viaggio della pace" attraverso vari Paesi del Mediterraneo vestita da sposa. E' quanto ha dichiarato oggi all'ANSA l'avvocato Mehmet Eke, legale della famiglia della vittima, rendendo noti i risultati del rapporto medico legale che sarà presentato domani in aula ai giudici del tribunale di Kokaeli, 100 km a Est di Istanbul, nel corso della quinta udienza del processo a carico di Murat Karatash, 38 anni, l'uomo reo confesso dell'omicidio.

"Gli esami effettuati sul corpo e sui vestiti della vittima - ha detto l'avvocato - hanno permesso di accertare la presenza di varie tracce di sperma che, attraverso l'esame del Dna, sono attribuibili all'imputato e sicuramente ad un'altra persona e forse anche ad una terza".

"La presenza di una seconda e, probabilmente, di una terza persona che hanno partecipato allo stupro e all'uccisione della vittima - ha detto ancora il legale - è confermato dai mozziconi di sigarette ritrovati sul furgone dell'imputato sul quale Pippa Bacca salì il 31 marzo dell'anno scorso a Istanbul. Anche le tracce di saliva sono state identificate con il Dna e questo collima con la mia ricostruzione del delitto. Karatash era solo sul furgone quando caricò la vittima a Istanbul ma poi chiamò con il cellulare i suoi "compagni di merenda" e li fece salire strada facendo. Questo spiega perché Pippa Bacca, quando si rese conto del pericolo, non riuscì a fuggire dal veicolo. Karatash guidava e non avrebbe potuto trattenerla".

A far questo ci avrebbe pensato qualcun altro che era sul sedile posteriore, magari minacciandola con un coltello alla gola. Nel corso dell'udienza di domani - cui sarà presente per la prima volta anche la sorella della vittima, Antonietta, che venne a cercarla in Turchia subito dopo la notizia della scomparsa - l'avvocato Eke porrà anche la questione di chi sia stato ad aiutare l'imputato (che non parla l'inglese) a cancellare una sequenza di immagini dalla videocamera (con i comandi in inglese) che apparteneva alla vittima e sulla quale probabilmente erano fissati gli ultimi istanti della sua vita.

Giuseppina Pasqualino era partita in autostop l'8 marzo da Milano insieme con un'amica - entrambe in abito da sposa - per realizzare una performance artistica che avrebbe dovuto portarle in Israele attraversando Paesi dei Balcani e del Medio Oriente. Il 31 marzo, divisasi dalla compagna di viaggio, Giuseppina era scomparsa dopo aver accettato un passaggio dall'uomo che ha poi confessato di averla violentata e uccisa.

Il cadavere della giovane era stato rinvenuto l'11 aprile seguente, senza vestiti e nascosto sommariamente sotto un strato di terriccio e rami in un'area disabitata lungo l'autostrada Istanbul-Ankara.
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