=CharismaticEnigma=
00sabato 23 dicembre 2006 22:26
Giornata nuvolosa e non particolarmente invitante per un lungo viaggio in moto, ma ormai l’appuntamento era preso e non ci si poteva tirare indietro. Sarebbero state alcune intense ore di guida con le nuvole minacciose a seguire imperterrite la traiettoria della verde Kawasaki, il tutto per un incontro con un uomo che aveva visto la propria carriera lanciarsi e poi crollare, per poi ritrovare una nuova dimensione per ripartire al meglio.
Una verde zona dell’entroterra della North Carolina, dislocata fra colline di altezze insignificanti tinteggiate da folte macchie boschive, con sentieri evidentemente abituali ma lasciati nelle loro condizioni secolari senza l’invasione di velenoso cemento. Ecco dov’era diretto Charismatic Enigma, una direzione apparentemente magnifica, un paesaggio da far brillare gli occhi…ma ben altro c’era dietro: la vera meta era la prigione situata in quella zona, una paradossale collocazione per un luogo così sinistro.
Il viaggio scorre tutto sommato piacevolmente, l’arrivo nella Carolina del Nord è meno burrascoso del previsto, le nuvole seguono la Kawasaki per tutto il tragitto senza sfogare la loro piovosa ira, e Charismatic Enigma ben presto si ritrova alle porte del carcere. Giunto in prossimità di alcuni segnali, utili certamente in caso di trasporto di detenuti in quella prigione dal fascino ambientale esterno non indifferente, il rapper decide che forse è meglio abbandonare il mezzo di locomozione in un posto sicuro e terminare il percorso con le proprie gambe. Questo per evitare di destare antipatie nei prigionieri, che se vedessero quella ricchezza ostentata involontariamente potrebbero reagire male all’arrivo del wrestler e creare problemi all’interno del Rockfield Detention Center.
Una passeggiata tutto sommato salutare per giungere in quel carcere di media sicurezza, dove quindi dovrebbero essere trattenute persone moderatamente pericolose, secondo un’analisi non troppo scientifica né propriamente sensata. Charismatic Enigma, inquadrato e scrutato dalle telecamere che sorvegliano costantemente il Centro di Detenzione, viene scortato all’interno da due seriosi elementi in divisa, e ben presto si ritrova nell’atrio del carcere, dove un uomo di rispettabile aspetto e dai vestiti eleganti lo accoglie alquanto calorosamente. L’uomo si presenta come Donovan Claxton, direttore capo della struttura, che conduce il ragazzo verso la sala allestita per gli incontri dei detenuti con persone esterne…quest’oggi riservata come da richiesta solo a Charismatic Enigma e al detenuto numero 1600279, tale Josh K. Henderson.
CE:”Finalmente potrò incontrare il leggendario High JK…”
DC:”Come precedentemente esplicitato, l’opportunità di discutere con il detenuto numero 1600279 si racchiude in 60 minuti. Non saranno permessi contatti fisici, non saranno consentiti passaggi di alcun tipo di oggetto. Le guardie resteranno in osservazione all’esterno della stanza.”
CE:”No problem, man. Mi avete già spiegato diverse volte il tutto, so bene che avete necessità della sicurezza massima per i vostri detenuti e gli esterni, ma smettiamo di perdere tempo…right?”
DC:”Totale disposizione. Ora, se vuoi seguirmi…”
I due si incamminano verso l’ala del Rockfield Detention Center dove avvengono gli incontri, quattro guardie sono già disposte all’esterno mentre due stanno scortando a braccia Josh Henderson, che volta momentaneamente il viso verso CE, sorridendo in maniera ironica. Non sono abituali le visite per Josh K., che non ha più una famiglia, avendo passato gli ultimi 16 anni della propria vita dietro le sbarre. La porta viene spalancata, Josh è già seduto, addosso una divisa di colore blu scuro, ai piedi immancabili scarpe da basket, unica concessione vera e propria al talento cestistico dei playground e dei college prima, del carcere in un secondo triste momento.
Charismatic Enigma si avvia con passo deciso verso il tavolo, allungando istintivamente il pugno nel più classico dei saluti da playground…il messaggio arriva, e Josh K. appare soddisfatto di questo atteggiamento amichevole dell’estraneo, ricambia il pugno chiuso e invita con un semplice cenno del capo il visitatore a sedersi. Enigma risponde appoggiandosi appena ad un altro tavolo…
CE:”Josh, suppongo ti abbiano avvisato del perché sono qui. Conosco poco la tua storia, ma a perfezione la tua carriera. Sei un eroe qui, come lo eri sui playground. Devo chiederti diverse cose.”
JH:”Keep it slow, little man. Io sono qui dentro da 16 anni, e avendone compiuti poche settimane fa 34 puoi immaginare come è passata la mia vita. Venni arrestato durante gli anni di college, facevo faville sul parquet ma la mia vita all’esterno dei campi da basket era una scorribanda dietro l’altra…”
CE:”Anche io sono cresciuto sulla strada…”
JH:”Amico, le cose sono diverse. Io sono dentro perché ho parato il culo alla mia crew, nessuno mi crederà mai perché le autorità ritrovarono la droga nella macchina che stavo guidando. Quella macchina e quella droga NON mi appartenevano. Ovviamente nessun vigliacco ha provato a difendermi, e io sconto anni su anni per “possesso a fini di spaccio”, come segnalato a verbale da quei maledetti…”
CE:”Calma…che storia assurda…Dentro senza avere colpe, dentro per aver protetto compagni che in risposta ti hanno voltato le spalle…”
JH:”Proprio così…fatto sta che avevo una vita sportiva eccellente, realizzavo e dominavo i parquet del college, così come facevo sulla strada, su quel cemento contornato da deliziose reti metalliche…poi quel fattaccio, l’arrivo in carcere, la infinita serie di processi senza ricavare nulla…”
CE:”Ma qui hai ritrovato la tua vera dimensione cestistica da dominatore…”
JH:”Affermativo ragazzo…ma non è la stessa cosa…ero lanciato verso l’Olimpo della pallacanestro, e invece sono qui…detenuto prima, giocatore dopo…”
CE:”Questo non toglie che nel tuo universo sei il numero 1!”
JH:”Troppo facile dirla così…E’ vero, domino i rivali, c’è grande rispetto per me, ma ti assicuro che non è la cosa più semplice del mondo essere visto da tutti come il migliore…”
CE:”E’ proprio a questo che alludevo quando sono arrivato…Io, voglio dire, essere il più seguito dai fan, il più tifato…è un privilegio o è una condanna?”
Momenti di attesa, mentre Josh K. Henderson appoggia le potenti mane rovinate dai segni del tempo e degli anni di carcere sul tavolo e si solleva in posizione eretta, spostando il corpo roccioso verso la sala e iniziando a camminare avanti e indietro.
JH:”Non devi guardare ai due estremi…devi vedere la cosa in maniera più profonda, perché in nessuna cosa della tua vita avrai mai una definizione così netta degli eventi…”
CE:”…”
JH:”Non c’è privilegio o condanna, prova a pensare che c’è la condanna del privilegio, e al contempo il privilegio della condanna…”
CE:”Onere e onore dell’essere un vincente…un numero 1…”
JH:”Proprio così…Devi sempre ricordare questa cosa…”
La porta della stanza si apre improvvisamente, e da essa entrano due guardie, che indirizzano i loro passi verso i due interlocutori…
G1:”L’orario per la visita è ufficialmente terminato.”
G2:”Ragazzo, sei pregato di uscire dalla stanza. Verrai scortato all’esterno da nostri compagni che ti attendono nell’atrio.”
G1:”Detenuto 1600279, verrai ora ricondotto alla tua cella.”
Charismatic Enigma esce dalla stanza celermente, osservando subito dopo i passi forti e decisi di Josh K. Henderson, diretto nuovamente verso la sua cella, senza grosse speranze di uscirne a breve. Quell’uomo ha in qualche modo illuminato il rapper con la sua esperienza nel campo dei migliori…
All’improvviso una voce spezza i pensieri di Charismatic Enigma.
DC:”Scusami, ora ti riconduco all’uscita…”
CE:”Ti seguo…”
DC:”Spero sia andato tutto bene, buon ritorno a casa.”
CE:”Josh Henderson è realmente un mito.”
Charismatic Enigma esce dalla struttura del Rockfield Detention Center, lasciandosi alle spalle i massicci cancelli e gettando un ultimo sguardo a quell’imperioso edificio in mezzo a quelle verdeggianti colline del North Carolina. Il sentiero sterrato che ricondurrà alla moto il rapper di Orlando è ancora ben illuminato dalla luce del giorno che trapassa fra le minacciose nuvole che coprono il cielo. Mani in tasca, sguardo fisso sul terreno, il rapper si avvia verso la sua Kawasaki verde, ripensando come a una interminabile melodia alla grande verità rivelata poco prima…
Non importa in quale disciplina o universo senti di essere il numero 1.
Continua a pensarlo, senza cercare una distinzione fra l’eventuale privilegio o l’eventuale condanna.
Non c’è privilegio O condanna.
Nessuna distinzione, le cose coesistono.
Esistono privilegio E condanna!