Crisi Usa, via libera al super piano Paulson

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lella84
00venerdì 3 ottobre 2008 22:26


La Camera dei rappresentanti Usa ha dato il via libera al superpiano da 700 miliardi di dollari (più sgravi per 150 miliardi), per arginare la crisi dei mutui. La presidente di turno della Camera ha annunciato che il piano è stato approvato con 263 voti a favore e 171 contrari. La maggioranza necessaria era di 218 voti. Nelle prossime ore la legge verrà firmata dal presidente George W. Bush, che prenderà la parola nei prossimi minuti, per il suo varo definitivo. Una prima versione del piano era stata bocciata a sorpresa lunedì dalla stessa Camera. Mercoledì sera, ad ampia maggioranza, il Senato aveva dato il via libera ad una nuova versione del piano, al quale erano stati aggiunti sgravi fiscali per un valore di 150 miliardi di dollari, per conquistare l'appoggio dei deputati più riluttanti.

Bush e Paulson concordi: attuare subito il piano - Il presidente Usa George W. Bush ha dato il benvenuto al piano di salvataggio assicurando che firmerà rapidamente il provvedimento, perché questa legge è vitale per "aiutare gli americani a fronteggiare la tempesta finanziaria". "Ci siamo impegnati con ardore - ha spiegato Bush - per evitare che la crisi di Wall Street diventasse una crisi di tutta la comunità". Anche il ministro del Tesoro Usa, Henri Paulson conferma la propria intenzione di attuare quanto prima i punti del suo piano. "Gli americani - ha detto Paulson - apprezzeranno il lavoro svolto dai loro rappresentanti che hanno preso con decisione delle misure per porre fine alla stretta creditizia in atto che minaccia di far perdere molti posti di lavoro e minare l'accesso al finanziamento per molt americani". Nei prossimi giorni il Tesoro insieme alla Fed - ha spiegato il ministro - "svilupperano strategie per attuare gli strumenti approvati in maniera spedita e metodica per massimizzare l'effetto del rafforzamento del sistema finanziario e sostenere l'economia americana e i posti di lavoro".

Non tutti confidano nella ripresa dell'economia - Il nuovo piano non suscita l'entusiasmo di tutti gli operatori, scettici sul fatto che la nuova versione sia sufficiente a far ripartire l'economia americana, che mostra segni evidenti di rallentamento anche a causa della sempre più scarsa disponibilità delle banche a prestare denaro. Con i rubinetti del credito chiusi, un crescente numero di famiglie fatica ad ottenere finanziamenti, così come le piccole imprese, rallentando di conseguenza i consumi, motore dell'economia statunitense rappresentando i due terzi del Pil. La crisi finanziaria ha contagiato l'economia reale, spingendo gli Usa sull'orlo della recessione.

A ottobre record di licenziamenti - E' in questo contesto che gli operatori danno ormai per scontato un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed già in ottobre. I futures sui tassi indicano che le probabilità di un ribasso di mezzo punto del costo del denaro nella riunione del Fomc di ottobre sono salite al 92%. Il restante 8% accredita un taglio di 75 punti base. Ad avvalorare la tesi di un calo del costo del denaro sono giunti oggi i dati sull'occupazione: a settembre i posti di lavoro persi sono stati 159.000.

Numeri che fanno ancora preoccupare l'America - Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,1% come nelle previsioni. L'emorragia di posti di lavoro - scrive la Bloomberg - è la peggiore degli ultimi cinque anni, e si accompagna ad un incremento dei salari medi (+0,3% su mese) inferiore al previsto che fa presagire un impatto negativo sui consumi. Ad agosto gli occupati erano diminuiti di 73.000 unità, sempre secondo il dipartimento del Lavoro. Dopo il dato di oggi gli Usa, dall'inizio dell'anno, hanno perso 760.000 occupati. Nel 2007 erano stati creati 1,1 milioni di posti di lavoro in più. Il calo degli occupati ha toccato le fabbriche, che hanno perso 51.000 posti dopo i 56.000 di agosto, e il settore delle costruzioni (-35.000 posti dopo i -13.000 di agosto), ma anche la finanza (-17.000) e i servizi (incluse banche, assicurazioni, ristoranti e vendite al dettaglio), con -82.000 posti.

-RunThePlanet-
00venerdì 3 ottobre 2008 22:33
speriamo che così si riesca a far ripartire il sistema... è una situazione molto brutta e delicata...
lella84
00venerdì 3 ottobre 2008 22:38

eh si .. dicono che le banche d'Italia non subiranno danni ma ho qualche dubbio ..
-RunThePlanet-
00sabato 4 ottobre 2008 10:54
Re:
lella84, 03/10/2008 22.38:


eh si .. dicono che le banche d'Italia non subiranno danni ma ho qualche dubbio ..




in una situazione del genere, viste soprattutto le cifre in ballo e gli interessi in gioco, purtroppo è impossibile fare previsioni...
(SimonLeBon)
00domenica 30 novembre 2008 17:33
Guardate quanto è grande la crisi...

Simon

2008-11-30 16:12
Usa: e' corsa agli acquisti nonostante la crisi
WASHINGTON - Sarà pure dipinta come la più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, ma gli americani, almeno a giudicare dal primo giorno dedicato ai saldi natalizi, non sembrano farci caso. Nel cosiddetto 'Black Friday', il venerdì che ogni anno segue la giornata dedicata al Thanksgiving e che apre la stagione del Natale, negli Stati Uniti sono stati spesi in regali e vivande 10,6 miliardi di dollari, contro i 10,3 spesi lo stesso giorno di un anno fa. Significa un aumento del 3% circa. La rilevazione è stata condotta da un istituto di ricerca che ha base a Chicago, la ShopperTrack RCT Corporation, che monitora un campione nazionale di 50mila esercizi commerciali, soprattutto grandi magazzini, sparsi in tutto il Paese. L'ammontare della cifra ha sorpreso non solo i più pessimisti, che prevedevano un calo di vendite anche del 10%, ma anche gli ottimisti, che invece contavano in una buona riuscita del 'Black Friday' soprattutto per i forti sconti applicati sui prezzi di molto prodotti di largo consumo, ma che non si aspettavano vendite nel 2008 tale da superare quelle del 2007. "Date le circostanze, dobbiamo riconoscere che è un dato sorprendente che va al di là delle più rosee aspettative - ha commentato il responsabile della ShopperTrack Corporation, Bill Martin -. Gli sconti applicati sulla grande maggioranza dei prodotti si sono rivelati eccezionalmente efficaci". Pur non essendo sufficiente di per sé per dire come andrà il Natale per commercianti e rivenditori, il black friday è comunque giudicato dagli analisti di mercato un termometro importante per valutare la propensione al consumo degli americani. E il segnale si è rivelato "sorprendentemente positivo" ha commentato Martin. Quello del 'venerdi' nerò è un fenomeno tipicamente americano: segue il Giorno del Ringraziamento ed è una giornata considerata la quint'essenza del consumo di massa. Negozi e grandi magazzini in quel giorno aprono a mezzanotte, alle due, alle quattro del mattino e mettono in vendita la merce a prezzi scontati. Quest'anno gli sconti erano addirittura più marcati che in passato, con alcuni prodotti che sono stati ribassati anche del 70%. Tutto ciò ha scatenato in America una corsa agli acquisti addirittura superiore agli anni precedenti, nonostante la crisi economica che attraversa il Paese. Anzi, è stata così sfrenata che ha addirittura provocato un morto: un commesso di Valley Stream, a Long Island, è morto travolto da almeno 200 persone che all'alba premevano con tale frenesia alle porte del grande magazzino da arrivare a sfondarle. L'uomo ha cercato di opporsi alla ressa. E' stato calpestato e ucciso. (ANSA).
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