Il riflesso di Gabriel Dincht
Ore passate ad allenarsi in palestra, immerso in un bagno di sudore coi muscoli in fiamme dopo lo sforzo subito…
…per cercare di mantenere il proprio fisico dinamico e potente, sforzo necessario se il tuo mestiere consiste nel combattere in duelli all’ultimo sangue, dove al minimo segno di debolezza rischi di essere sopraffatto e finire sconfitto…
…per cercare di superare il proprio livello, aumentare la propria forza diventando sempre più potente di volta in volta. Mai un uomo si deve accontentare della propria condizione attuale…
…per cercare di conservare la propria bellezza, dettata dalla giovinezza e da un fisico scultoreo e definito, cercando di combattere contro il tempo che è tanto desideroso di portare via queste magnifiche qualità…
…Il tempo…
…il più grande nemico della bellezza, per colpa sua tutto ciò che può essere considerato “bello” è destinato a perdere tale nomina, perdendo ogni considerazione…per questo gli uomini dotati di questo dono passano gran parte del periodo del loro massimo splendore manifestando la loro bellezza e facendo qualsiasi cosa per conservarla intatta, sacrificando gran parte del loro tempo a perfezionare il loro aspetto…
Dopo ore passate a lavorare nella propria palestra personale, Gabe si asciuga il sudore sullo splendido volto con un asciugamano, per poi posarlo sulle spalle. Si avvia verso la porta d’uscita, quando la sua attenzione viene rivolta al grande specchio incollato al muro.
Non riesce a resistere alla tentazione di ammirare il proprio aspetto, soprattutto ora che è il suo fisico è definito dallo sforzo appena svolto: guarda i suoi muscoli tonici e si compiace, alza lo sguardo per guardare il suo volto riflesso nello specchio…
Ha un sussulto e fa un balzo indietro…
Si avvicina nuovamente allo specchio, pensando che ciò che ha visto prima sia stato solo una impressione, è deciso a controllare se si è realmente sbagliato o meno…
Mira di nuovo il suo volto riflesso nel grande specchio della sua palestra…
Ha un nuovo sussulto, il suo volto ha qualcosa di diverso rispetto al solito: la bocca presenta una sottile linea sfumata di crudeltà.
Anche nell’espressione stupita dalla sorpresa fatta dopo aver notato quel particolare tale linea rimane, invariata.
La linea è sottile, impercettibile per chiunque altro che non sia il proprietario di quella faccia, solo una persona che passa molto tempo a specchiarsi ammirando la sua giovine bellezza può notare un cambiamento tanto lieve quanto inquietante.
Eppure questa linea mostrante cattiveria seppur sottile c’è e si manifesta in qualsiasi contrazione mossa dal volto, impossibile da scacciare.
L’unica conseguente domanda da porsi è: cosa ha portato al formarsi di questo tangibile segno di crudeltà?
Gabriel Dincht pensa agli ultimi mesi…ma lui sa già la risposta, in quanto è diverso tempo che si pone le solite domande, riguardanti il cambiamento avvenuto in lui da quando ha raggiunto il successo nella sua carriera agonistica.
Prima era un semplice ragazzo viziato desideroso di sfondare nella disciplina che tanto ama, ma negli ultimi mesi ha compiuto azioni degne di un criminale, dal pagare una banda di delinquenti per distruggere un locale a scatenare una rissa in un paese straniero, solo per il gusto di combattere.
Questo suo nuovo atteggiamento ha portato alla creazione di questa sottile linea sulla sua bocca, o solo sul riflesso dello specchio, solo un acuto osservatore esterno potrebbe dirlo.
Questa linea rappresenta lo squarcio che ha ferito la sua anima…
Cosa fare adesso? Tornare sui propri passi sperando che questo segno sparisca?
No, come ha già detto questo sogno è a malapena visibile e forse non è altro che sul suo riflesso, perché preoccuparsene? Per quanto paranormale questa cosa, riguarda solo sé stesso…
Non tornerà indietro per una cosa tanto futile, non lo farà…
“Se il ritratto si alterava, ebbene, si alterasse pure; non c’era più niente da fare. Perché indagare più a fondo?
Anzi, ci sarebbe stato uno strano piacere nel guardarlo. Egli sarebbe stato in grado di tener di tener dietro alla propria mente nei luoghi più segreti. [Da “Il ritratto di Dorian Gray”, O. Wilde]”