Jonsi (PG ESILIATO)

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Bbt
00domenica 19 maggio 2013 20:47
Salve gente! a 484 pt karma posto il bg, perché tanto in serata, col prossimo lavoro, arriverò a 500. Spero non sia un problema, buona lettura!


Lingue conosciute oltre il comune: Norreno e tedesco
Oggetti da bg: L'elsa di un coltello, INUTILIZZABILE come arma, poiché senza lama.
www.softairgun.eu/images/FOTO/COLTELLI/Fantasy/coltello_fantasy_drago_hk26055s.jpg?osCsid=0d6687ead6e92fdb9b46d4bd...
Mantello in pelliccia vichingo: awoiaf.westeros.org/images/thumb/3/32/Ygritte.jpg/250px-Ygr...

Età: 19 anni
Aspetto
Altezza: tra i 176 e i180 cm (Di molto sopra la media rispetto alle donne dell'epoca, ma nella media per un vichingo)
Capelli: biondi e foltissimi, lunghi fino alle ginocchia e spesso raccolti in una serie di trecce.
Segni particolari: i suoi occhi hanno due colori diversi. Il destro è blu, il sinistro verde.
Allineamento: Caotico neutrale
Terre di provenienza: un villaggio della norvegia Norvegia (Clan Nordico)

Carattere: impulsiva, testarda, abbastanza irascibile. Molto istintiva, difficilmente dà ascolto alla ragione. Vendicativa. Non ama uccidere, preferisce ricambiare un offesa con la lotta.

Skill richiesta: Potenza +1

Premesse:
1:La conoscenza della lingua norrena è giustificata da bg in quanto la pg è norvegese. Quella del tedesco è perché ha passato due anni in Germania, lavorando come cameriera.
2:Ho cercato di giustificare il più possibile la skill potenza al liv 1, dicendo sia che fin da piccola è molto forte, sia che lei stessa si allena. Prova anche ad imparare a usare la spada, ma non ci riesce, così decide di diventare più forte.
3: C'è una parte dove si traveste da uomo per stare su una barca. Non ci sono riferimenti alla skill sotterfugio liv 1, ed è più volte specificato che la pg NON sa mentire, motivo per cui non parla con nessuno, sta il più in disparte possibile e si sporca il viso mettendosi un cappello in faccia, proprio perché sa che se dovesse parlare la scoprirebbero subito.
4: il bg è narrato a volte in prima persona, come una sorta di diario, a volte in terza, ovvero le testimonianze di chi l'ha conosciuta.

Storia
Ingeborg del ghiaccio, Skitten sno la neve sporca.
Dicono che nel mio sangue ci sia la genia dei vichinghi, e forse è vero.
Me lo sento nelle ossa, nella carne, in quel freddo in cui sono nata e cresciuta.
Vengo dalla terra di Thor, delle storie del martello e del mio Dio preferito, Loki il caos, Loki il cacciaguai, come diceva mio padre. Alla nascita mi diedero un altro nome.
Ingeborg. Inge era il mio soprannome, ma più spesso mi chiamavano Skitten sno. La neve sporca, perché sono nata sotto infausti presagi, o almeno così dicono, perché di sfortune nella mia vita ce ne.

Dai fogli del diario di Arlond il saggio, consigliere del capo villaggio e medico.
Nella notte del disablot, quando il sangue della vittima sacrificale ha sporcato la neve per inaugurare agli uomini la miglior caccia possibile, sono venute al mondo due neonate. Ingeborg e Arye. La prima è grande e grossa, una neonata le cui urla si sentono lontane chilometri, la seconda è minuscola. Ho aiutato io stesso le levatrici nel procedimento, e sono quasi sicuro che la prima abbia mangiato la seconda quando erano ancora nell'utero. È debolissima e non vivrà a lungo.
Questo è un brutto presagio, la piccola è stata capace di assassinare il suo stesso sangue già nel ventre materno. Dovremo studiarla con cura per renderci conto se sia il caso di lasciarla viva.

Chiacchiere da mercato
-Hai sentito della piccola Inge, la figlia di Hanya e di Hannod? Ha ucciso la sorella ed ha attentato alla vita della madre quando è nata. Sembra che Hanya non potrà più avere figli per colpa sua-
-Sembra abbia mangiato la sorella quando erano ancora nella pancia della madre. Quella minuscola neonata è morta due giorni dopo. Hai visto che abominio? Di sicuro sono due, non mi stupirei di vederle spuntare due teste-

-Ma la vedete? È lunga e magra come una spiga, forte come un piccolo toro, silenziosa, con pochi amici. Impulsiva, rissosa e forte già il capovillaggio vede in lei una futura guerriera, quantomeno per togliersela di torno. I suoi scherzi la mettono spesso nei guai, ma mettono nei guai anche chi li subisce- questo fu il responso del suo maestro personale. I suoi erano abbastanza ricchi per poter pagare qualcuno che le insegnasse -Non ha senso proseguire gli studi con lei, mettetevi l'anima in pace. Sarà una guerriera, se sopravvive abbastanza a lungo da arrivare all'età adulta-

Il diario di Inge
Non mi piace dover saper leggere e scrivere. Cosa serve a un guerriero? Mio padre dice che io non andrò in guerra, perché sono una donna, e quindi non mi permetterà di imparare a usare le armi. Io mi alleno di nascosto, le spade pesano e non sempre riesco a sollevarle.
Mi alleno per essere forte, sempre più forte. Non vogliono insegnarmi a usare le spade, ma io imparerò da sola. Da sola. Il vecchio Olmund mi ha derisa oggi, mentre mi allenavo.
Gli ho infilato una serpe nel letto, e stamattina l'hanno sentito urlare a mille miglia di distanza! Non devono scoprire che sono stata io, o mi ammazzeranno di botte. L'altro giorno due ragazzi cui ho infilato dei ragni in casa mi hanno seguita, ed è stato solo per merito dei miei fratelli se non mi hanno picchiata.

È fatta! Mio padre dice che mi pagherà un maestro quando raggiungerò i sedici anni. Ancora tre anni e potrò avere una spada. Per il momento continuo ad allenarmi per conto mio, ma non sembra che questo serva. Ho deciso di essere più forte degli altri, se non posso essere più abile e veloce. Sollevo dei tronchi di nascosto per rendere le mie braccia robuste e i miei piedi potenti, come ben sa Jinian, che l'altra volta se ne è ritrovato uno sull'inguine. Il capo del villaggio ha detto che questa volta mi avrebbe frustato, ma io ho detto che aveva cercato di picchiarmi. Non è vero, ma quando a dirlo è una donna ci credono tutti, quantomeno lui.
Non credo che Jinian tenterà più di rubare uno dei conigli della mia famiglia, visto che è stato cacciato.
Papà non ha apprezzato, ma poi mi ha regalato un coltello. Non me ne separo mai, è la mia prima arma. Lo porterò con me nella tomba, se necessario.

Riunione del capo e dei consiglieri.
All'ordine del giorno c'è la guerra, il raccolto, la caccia, l'inverno imminente e le scorte di legna.
Ah, e Inge.
Ormai ha quindici anni, ed è tempo che prenda marito, possibilmente qualcuno che non si faccia ammazzare il primo anno di matrimonio. Già qualche pretendente è stato cacciato via a coltellate date alla cieca, con più forza che abilità. Non sa maneggiare le armi, ma è forte.
Qualcuno mormora che Inge è pazza, le voci si diffondono. Secondo la gente è cattiva, una bestia che starebbe meglio in una tana che in una comunità, ma è bella, e c'è chi vorrebbe dormarla, renderla docile come una scimmietta ammaestrata.
L'hanno vista uccidere per il rito sacrificale, alzare il coltello e fare agli dei quell'offerta, hanno visto il sangue schizzare sui suoi vestiti, ed hanno anche visto la sua espressione quieta mentre lo faceva. L'hanno sentita rifiutare ordini che a suo dire erano stupidi, ma hanno anche visto che effettivamente quegli ordini erano stupidi.
Adesso lei è nelle celle, dove l'hanno dovuta portare a forza. Stranamente quieta. Il capo villaggio batte il pugno sul tavolo e decide che è ora che si sposi, e sarà lui stesso a prenderla in moglie, ma non ora, fra due anni.
C'è una guerra imminente da affrontare, devono prepararsi, non hanno tempo.
E in quella guerra manderanno anche Inge.

Al villaggio la chiamano “la lupa”, perché è capace di mangiare molta carne, nonostante il fisico resti sottile e allenato. Qualcuno mormora che quando avrà dei figli mangerà anche loro. Le malelingue prosperano su di lei, perché ha un brutto carattere e non fa nulla per nasconderlo.
Tuttavia la ammirano perché è molto forte. L'hanno vista sollevare una capra e sgozzarla tenendola con un braccio solo, ammirandola mentre con perizia la scuoiava per far sì che le sarte potessero usarne la pelle. Per lei sporcarsi di sangue non è un problema. Spesso la vedono correre per la foresta e catturare piccoli animali, più per fortuna che per vera e propria abilità.
Preferisce stare nelle foreste, da sola. Dicono che è pazza perché Ingeborg non ha paura.
Assiste ai riti lieti e alle torture senza che questo sembri farle effetto. Alcuni ne hanno paura, ma Inge non è veramente pazza. Sta solo facendo credere a tutti di esserlo per rimandere il più a lungo possibile il momento in cui dovrà trovar marito.

La notizia del matrimonio le giunge alle orecchie tramite un amico. Uscita dalle celle si coprta bene, è quieta, stranamente quieta. La notte della guerra, quando tutto è pronto, lei approfitta per andare via. Fain tempo a prendere un vestito pesante e il suo coltello, null'altro.
Scompare nella neve, con una sacca sulle spalle e il coltello nascosto sotto i vestiti.

Diario, a bordo di una nave diretta verso le indie.
Hanno detto che i vichinghi erano bravi navigatori. Io ho il sangue dei vichinghi, se questo è vero, allora su questa nave si svolgerà la mia vita. Siamo diretti in India, un posto dal nome molto bello, ma che non ho mai sentito. Per farmi prendere mi sono dovuta vestire da uomo. Per fortuna durante il viaggio ho conosciuto Irina, che mi ha aiutata. Ci siamo fasciate strette il seno, lei si è tagliata i capelli, mentre io ho indossato gli abiti più pesanti che avessi. Mi sono legata i capelli e sporcata il viso, e non parlo mai. Tutti credono che sia muto, ed è meglio così. Finché non mi vedono in faccia e non parlo, crederanno alla sceneggiata. Per i prossimi anni non dirò una sola parola. Mi hanno preso come tuttofare. In pratica dovrò scaricare le casse e fare il resto dei lavori pensati. Me ne starò il più in disparte possibile, perché non sono brava a recitare come Irina, che tutti credono un ragazzino. Ha detto che sono il suo fratello muto e un po' tonto, quindi è inutile cercare di fare un discorso con me, perché non potrei rispondere o capire. Devono limitarsi a dirmi cosa fare.
Là a...dove hanno detto che eravamo? Ah, Roma. Si, là a Roma dicono che sono un gigante, ma a me sembra che siano loro ad essere piccoli.

Diario di bordo, altra destinazione
In India si moriva di caldo, accidenti! Ho la pelle completamente bruciata, ma per fortuna stiamo andando in un posto più freddo, dicono gli uomini.
Hanno capito che ho sempre caldo, semplicemente perché mi vedono sudare e contorcere il viso, e mi hanno detto che devo levare la maglia. Irina ha detto che sotto ci sono orrende bruciature, perché mi avevano condannato al rogo e poi graziato. Non so dove le pesca queste idee, né come faccia a farsi credere. Se non sapessi che è una bugia, ci crederei anche io.
Secondo loro in Africa fa più freddo che in Norvegia. Non vedo l'ora di rivedere la neve.

Africa
Neve non c'è, mi hanno fatto uno scherzo, ed io li ho fatti finire in mare. Non sarebbe mai morto, siamo vicini alla costa, attraccati, ma il capitano voleva frustarmi, e mi ha chiesto di levarmi la maglia. Non potevo farlo. Irina è intervenuta dicendo che dovevamo parlarne, e non so come è riuscita a farmi accompagnare nella cabina del capitano. Lei è brava con le parole. Gli ha spiegato tutto e finalmente, dopo un anno, ho potuto parlare. La mia voce tremava ed era roca, ma è stato comunque bello. Quello che è venuto dopo è stato tremendo. Mi ha frustata, dicendo che l'essere donna non mi salverà, e che dovrò continuare la mia farsa. Irina mi ha impedito di dargli un pugno.

Là fuori si domandano come urla un muto, e Irina li ha messi a tacere prima che ne buttassi un secondo in mare. Non mi serve recitare, per fortuna, non ne sarei capace. Mi basta tenere un cappello in faccia, tanto sono tutti talmente bassi da non riuscire neanche a guardarmi. Devo solo tacere, nascondere le mani, perché si vede che sono di una donna, e sporcarmi il viso ogni giorno. Non sarei capace di recitare la parte dell'uomo, se non fosse per l'altezza della quale gli dei mi hanno fatto dono, e a dire il vero non recito nemmeno. Mi limito a tacere, a fare il mio lavoro e a ricordare di girarmi quando mi chiamano.

Discorsi di un vecchio marinaio
La rotta è di nuovo verso le Indie, dove le spezie sono più buone, i mercati hanno dei profumi che Inge trova nauseanti tanto è forte l'odore. Questa volta si rifiuterà di entrarci, non vuole trovarsi ancora una volta i vestiti impregnati di profumo.
Sta sollevando con molto sforzo alcune casse che sono da sistemare nella cabina del capitano. Sembra che contengano armi indispensabili. Sono appena sopravvissuti all'attacco di un gruppo di pirati. Il bilancio è stato di due morti tra l'equipaggio, ma se la sono cavata egregiamente.
Il marinaio intaglia un pezzo di legno a forma di donna. Le sue mani sono rozze ma efficaci, e a volte Inge si sorprende a guardarlo. È piccolo di statura, ha i capelli bianchi e la barba dello stesso colore, e le sue ossa sono impregnate di salsedine probabilmente, visto che fa il marinaio da vent'anni.
-Brutti i pirati, vero piccolo muto?- il piccolo qui è ironico. Con un grugnito Inge annuisce. -Sei forte ma privo di grazia. Bel colpo quel fendente- Inge vorrebbe parlare, ma sa bene che non può farlo -Hai spaccato di netto la testa di quel pirata. Bravo- gli occhi azzurri del vecchio marinaio sono impregnati di mare e di leggende. -sei molto forte, hai scaricato quei corpi in mare quasi senza fare alcuno sforzo- altro grugnito di risposta. Non è che non ci abbia fatto alcuno sforzo, diciamo che non è stato facile. Ha ancora i vestiti sporchi del loro sangue, ma per lei non è mai stato un problema. Non è schizzinosa. Sangue e materia celebrale si direbbe, visto che il cervello del pirata è quasi schizzato fuori dal cranio quando è caduto. È stato un colpo dettato dalla foga più che dalla forza, dalla foga e dalla rabbia, dall'adrenalina che le scorreva nelle vene. Non ha mai avuto la morte così vicina a lei, e durante tutta la battaglia l'ha sentita sussurrarle nelle orecchie. Questo le ha dato forza.
Il pirata è in mare, e il suo cervello adesso è il pasto dei pesci. Inge non sapeva cosa fosse quella strana materia avvolta in un liquido e l'ha tranquillamente buttata in acqua. -Sei forte ma non reggi agli impulsi. Controllati prima di spaccare la testa a qualcuno- un lampo di furbizia scorre negli occhi del pirata. Dove accidenti si è cacciata Irina? Ah già...a ricucire le ferite dei marinai e dei pirati sopravvissuti. Li mantengono vivi solo per farli impiccare. Sarebbe stato meglio buttarli in acqua e lasciare al mare la scelta sulla loro fine.
-Quel pirata era senza cervello da prima che tu glielo facessi schizzare via. Ma devo dirti che anche tu lo sei se credi di poterti nascondere a un uomo di mare. So chi sei, so cosa sei, e prima che tu mi prendi e mi getti in acqua ti dico che non ti tradirò, ma impara a controllarti se non vuoi farti scoprire- Inge finì velocemente di scaricare le casse. Dopo il viaggio in India lei e Irina sarebbero andate via da quella nave. La sua impulsività non poteva reggere contro un vecchio lupo di mare, e non voleva che gli altri la scoprissero.

Germania
Dopo due anni ho deciso di andarmene. A bordo la vita era diventata insostenibile. Sono impulsiva, lo sanno anche i sassi, e questo mi ha messo più volte nei guai. Adesso basta. Sono stanca della parte del fratello tonto, sono stanca di farmi fermare da Irina quando qualcuno mi prende in giro, stanca dei rimbrotti del capitano che minaccia di tagliarmi la gola, ed ho paura che gli altri scoprano chi sono. Sono anche stufa di non poter parlare e di vestirmi da uomo.
Ho preso una stanza nell'albergo, comprato un vestito da donna, e finalmente posso essere me stessa. Finalmente posso parlare, finalmente mi sento donna. Amo questa sensazione, anche se secondo Irina finiremo per fare le prostitute. Lei forse, è quello che faceva prima di salire sulla nave. Per questo sa mentire così bene. Lei è la mia voce quando c'è da inventare una bella balla. Non che mi manchi inventiva, è che non saprei come farmi credere.
Io non finirò come lei. Ho ancora con me il coltello, anche se è più la forza che l'abilità che ho nell'usarlo.
Ma cosa potrei fare adesso?
Non so il tedesco, anche se sono certa che lo imparerò col tempo. L'unica cosa che mi piacerebbe, è imparare a combattere, ma non ci sono ancora riuscita.

Ho trovato lavoro come cameriera in una locanda molto bella grazie a Irina, e cambiato nome. Non riuscivano a pronuciare correttamente il mio, e per facilitare loro il compito ho deciso di farmi chiamare Jonsi.
Mi guardano tutti storto, dicono che sono troppo alta per essere davvero una donna, ma che il mio viso li inganna, troppo bello. Quando uno ha provato ad allungare le mani, io stavo per allungargli un calcio, ma Irina mi ha portata via. Quella santa ragazza è la mia coscienza nascosta, o meglio: la mia capacità di resistere alla mia impulsività. Sto imparando il tedesco. Accidenti, come fanno a chiamarla “lingua”? Ogni parola è un esecuzione! È stridente, fatta di consonanti, fastidiosa.

Norvegia.
Sono tornata a casa.
Qua è tutto come un tempo, hanno vinto la guerra anche senza di me. Sono arrivata in tempo per assistere all'Holmgang lanciato da mio fratello a un suo nemico di infanzia, in tempo per vederlo vincere.
Mamma è venuta ad abbracciarmi, i miei fratelli mi hanno accolta. Papà è morto, lo apprendo ora, ma soffro per Irina. Era quanto di più simile a una sorella io abbia mai avuto.
È morta tre mesi fa di una malattia di cui non so il nome. Il medico me l'ha spiegato, gli ho visto applicare orridi animaletti alle sue braccia che le succhiavano il sangue ed ho visto Irina stare peggio dopo le sue visite. L'ho buttato fuori a calci e chiamato un medico migliore, ma neanche questo questo è stato capace di curarla.
Sono stata io a piantarle il coltello nel cuore. La tisi se la stava portando via, soffriva di dolori atroci. È stata pietà, la mia. Le ho spezzato il coltello nel cuore e l'ho sepolta, improvvisando un rito cui ho assistito nell'infanzia. Che gli dei l'accolgano nell'Asgard. Ho ancora con me l'elsa e qualche frammento di lama, mi farò ricostruire il coltello portando così il ricordo di Irina e di papà con me. Il capo villaggio è ancora intenzionato a sposarmi, ed io gli ho detto di sì. È tempo che mi sistemi ed abbia dei figli.

Era solo il suo ultimo scherzo. Invece di ritorcersi contro di lei, coprì di ridicolo il capo, perché il giorno delle nozze videro un maiale con il suo vestito da sposa. Di lei nessuna traccia. Il suo vestito migliore e più caldo, il suo coltello, e la dignità del capo villaggio, erano scomparsi con lei.

Adesso era di nuovo sola.
Non più Ingeborg, non più neve sporca, ma Jonsi.
Durante i viaggi in mare aveva sentito favoleggiare di un certo posto chiamato “Avalon” e di una città vicina di nome “Barringhton”. Le leggende su quel posto la incuriosirono, così prese una nave, diretta in quelle terre. Sarebbe arrivata prima a Barringhton.
Ardia.
00lunedì 20 maggio 2013 14:14
Devo chiederti alcune modifiche al BG e alle caratteristiche fisiche, anche se la maggior parte delle cose che hai scritto vanno bene.

1- I pg umani, se donne, non possono superare i 175 cm d'altezza (comunque è considerata un'altezza fuori dalla media per l'ambientazione di Avalon), quindi, devi abbassarla.

2- Va bene il viaggio via nave e va bene che sia comunque considerata nordica (fino ai 15 anni vive nel villaggio natale e dopo non ha contatti rilevanti), ma 3/4 anni per un viaggio Norvegia --> India --> Africa --> India --> Germania --> Gran Bretagna...è troppo breve, per l'epoca. Devi aumentare il tempo di 3/4 anni, oppure modificare l'itinerario del viaggio. Scegli tu quale strada percorrere, so che nel primo caso ti ritroveresti con un pg più vecchio, quindi, forse ti conviene eliminare l'India come meta e sostituirla con zone più facilmente raggiungibili.

3- Non è possibile arrivare ad Avalon (o Barringhton)via nave. L'Isola si trova in mezzo a un lago e Barringhton non da sul mare...qui basta aggiungere due parole sul fatto che l'ultimo tratto dovrà farlo a piedi, o con altri mezzi (fino alla Gran Bretagna è logico che arrivi via mare).

BG NON APPROVATO, IN ATTESA DI MODIFICHE
Bbt
00lunedì 20 maggio 2013 20:54
E se abbassassi anche l'età in cui è partita aumentando poi l'attuale a 21 anni?
Magari scappa di casa a 13 anni, fa il viaggio e a 21 arriva a Barringhton, che ne dici?
Per quanto l'altezza...argh, me l'aspettavo!
Che dire, ci ho provato xD Peccato :( non è proprio possibile fare un eccezione?
Ardia.
00lunedì 20 maggio 2013 21:50
Sì, va benissimo anche se abbassi l'età di partenza, ma a quel punto aggiungi che il capo villaggio ha intenzione di sposarla da lì a qualche anno (ai tempi a 13 anni non s'era più bambini, ma non entriamo in campi così delicati per l'epoca che viviamo noi).

Per l'altezza no, oltre i 175 cm non si può proprio andare [SM=g7556]
Bbt
00martedì 21 maggio 2013 20:58

Ecco fatto =)
Ho abbassato l'età a 12 anni, dicendo che il capovillaggio l'avrebbe sposata dopo cinque anni. In tutto il viaggio della pg è durato circa 6 anni e mezzo, dai 12 ai diciotto e mezzo, e poi a Barringhton è arrivata a 19. Spero vada bene xD

Lingue conosciute oltre il comune: Norreno e tedesco 
Oggetti da bg: L'elsa di un coltello, INUTILIZZABILE come arma, poiché senza lama. 
www.softairgun.eu/images/FOTO/COLTELLI/Fantasy/coltello_fantasy_drago_hk26055s.jpg?osCsid=0d6687ead6e92fdb9b46d4bd...
Mantello in pelliccia vichingo: awoiaf.westeros.org/images/thumb/3/32/Ygritte.jpg/250px-Ygr...

Età: 19 anni 
Aspetto 
Altezza: 175 cm (Di molto sopra la media rispetto alle donne dell'epoca, ma nella media per un vichingo) 
Capelli: biondi e foltissimi, lunghi fino alle ginocchia e spesso raccolti in una serie di trecce. 
Segni particolari: i suoi occhi hanno due colori diversi. Il destro è blu, il sinistro verde. 
Allineamento: Caotico neutrale 
Terre di provenienza: un villaggio della norvegia Norvegia (Clan Nordico) 

Carattere: impulsiva, testarda, abbastanza irascibile. Molto istintiva, difficilmente dà ascolto alla ragione. Vendicativa. Non ama uccidere, preferisce ricambiare un offesa con la lotta. 

Skill richiesta: Potenza +1 

Premesse
1:La conoscenza della lingua norrena è giustificata da bg in quanto la pg è norvegese. Quella del tedesco è perché ha passato due anni in Germania, lavorando come cameriera. 
2:Ho cercato di giustificare il più possibile la skill potenza al liv 1, dicendo sia che fin da piccola è molto forte, sia che lei stessa si allena. Prova anche ad imparare a usare la spada, ma non ci riesce, così decide di diventare più forte. 
3: C'è una parte dove si traveste da uomo per stare su una barca. Non ci sono riferimenti alla skill sotterfugio liv 1, ed è più volte specificato che la pg NON sa mentire, motivo per cui non parla con nessuno, sta il più in disparte possibile e si sporca il viso mettendosi un cappello in faccia, proprio perché sa che se dovesse parlare la scoprirebbero subito. 
4: il bg è narrato a volte in prima persona, come una sorta di diario, a volte in terza, ovvero le testimonianze di chi l'ha conosciuta. 

Storia 
Ingeborg del ghiaccio, Skitten sno la neve sporca. 
Dicono che nel mio sangue ci sia la genia dei vichinghi, e forse è vero. 
Me lo sento nelle ossa, nella carne, in quel freddo in cui sono nata e cresciuta. 
Vengo dalla terra di Thor, delle storie del martello e del mio Dio preferito, Loki il caos, Loki il cacciaguai, come diceva mio padre. Alla nascita mi diedero un altro nome. 
Ingeborg. Inge era il mio soprannome, ma più spesso mi chiamavano Skitten sno. La neve sporca, perché sono nata sotto infausti presagi, o almeno così dicono, perché di sfortune nella mia vita ce ne. 

Dai fogli del diario di Arlond il saggio, consigliere del capo villaggio e medico. 
Nella notte del disablot, quando il sangue della vittima sacrificale ha sporcato la neve per inaugurare agli uomini la miglior caccia possibile, sono venute al mondo due neonate. Ingeborg e Arye. La prima è grande e grossa, una neonata le cui urla si sentono lontane chilometri, la seconda è minuscola. Ho aiutato io stesso le levatrici nel procedimento, e sono quasi sicuro che la prima abbia mangiato la seconda quando erano ancora nell'utero. È debolissima e non vivrà a lungo. 
Questo è un brutto presagio, la piccola è stata capace di assassinare il suo stesso sangue già nel ventre materno. Dovremo studiarla con cura per renderci conto se sia il caso di lasciarla viva. 

Chiacchiere da mercato 
-Hai sentito della piccola Inge, la figlia di Hanya e di Hannod? Ha ucciso la sorella ed ha attentato alla vita della madre quando è nata. Sembra che Hanya non potrà più avere figli per colpa sua- 
-Sembra abbia mangiato la sorella quando erano ancora nella pancia della madre. Quella minuscola neonata è morta due giorni dopo. Hai visto che abominio? Di sicuro sono due, non mi stupirei di vederle spuntare due teste- 

-Ma la vedete? È lunga e magra come una spiga, forte come un piccolo toro, silenziosa, con pochi amici. Impulsiva, rissosa e forte già il capovillaggio vede in lei una futura guerriera, quantomeno per togliersela di torno. I suoi scherzi la mettono spesso nei guai, ma mettono nei guai anche chi li subisce- questo fu il responso del suo maestro personale. I suoi erano abbastanza ricchi per poter pagare qualcuno che le insegnasse -Non ha senso proseguire gli studi con lei, mettetevi l'anima in pace. Sarà una guerriera, se sopravvive abbastanza a lungo da arrivare all'età adulta- 

Il diario di Inge 
Non mi piace dover saper leggere e scrivere. Cosa serve a un guerriero? Mio padre dice che io non andrò in guerra, perché sono una donna, e quindi non mi permetterà di imparare a usare le armi. Io mi alleno di nascosto, le spade pesano e non sempre riesco a sollevarle. 
Mi alleno per essere forte, sempre più forte. Non vogliono insegnarmi a usare le spade, ma io imparerò da sola. Da sola. Il vecchio Olmund mi ha derisa oggi, mentre mi allenavo. 
Gli ho infilato una serpe nel letto, e stamattina l'hanno sentito urlare a mille miglia di distanza! Non devono scoprire che sono stata io, o mi ammazzeranno di botte. L'altro giorno due ragazzi cui ho infilato dei ragni in casa mi hanno seguita, ed è stato solo per merito dei miei fratelli se non mi hanno picchiata. 

È fatta! Mio padre dice che mi pagherà un maestro quando raggiungerò i sedici anni. Ancora cinque anni e potrò avere una spada. Per il momento continuo ad allenarmi per conto mio, ma non sembra che questo serva. Ho deciso di essere più forte degli altri, se non posso essere più abile e veloce. Sollevo dei tronchi di nascosto per rendere le mie braccia robuste e i miei piedi potenti, come ben sa Jinian, che l'altra volta se ne è ritrovato uno sull'inguine. Il capo del villaggio ha detto che questa volta mi avrebbe frustato, ma io ho detto che aveva cercato di picchiarmi. Non è vero, ma quando a dirlo è una donna ci credono tutti, quantomeno lui. 
Non credo che Jinian tenterà più di rubare uno dei conigli della mia famiglia, visto che è stato cacciato. 
Papà non ha apprezzato, ma poi mi ha regalato un coltello. Non me ne separo mai, è la mia prima arma. Lo porterò con me nella tomba, se necessario. 

Riunione del capo e dei consiglieri. 
All'ordine del giorno c'è la guerra, il raccolto, la caccia, l'inverno imminente e le scorte di legna. 
Ah, e Inge. 
Ormai ha dodici anni, ed è tempo che venga promessa in sposa, possibilmente qualcuno che non si faccia ammazzare il primo anno di matrimonio. Già qualche pretendente è stato cacciato via a coltellate date alla cieca, con più forza che abilità. Non sa maneggiare le armi, ma è forte. 
Qualcuno mormora che Inge è pazza, le voci si diffondono. Secondo la gente è cattiva, una bestia che starebbe meglio in una tana che in una comunità, ma è bella, e c'è chi vorrebbe dormarla, renderla docile come una scimmietta ammaestrata. 
L'hanno vista uccidere per il rito sacrificale, alzare il coltello e fare agli dei quell'offerta, hanno visto il sangue schizzare sui suoi vestiti, ed hanno anche visto la sua espressione quieta mentre lo faceva. L'hanno sentita rifiutare ordini che a suo dire erano stupidi, ma hanno anche visto che effettivamente quegli ordini erano stupidi. 
Adesso lei è nelle celle, dove l'hanno dovuta portare a forza. Stranamente quieta. Il capo villaggio batte il pugno sul tavolo e decide che è ora che si sposi, e sarà lui stesso a prenderla in moglie, ma non ora, fra cinque anni, quando sarà adulta e pronta.
C'è una guerra imminente da affrontare, devono prepararsi, non hanno tempo. 
E in quella guerra manderanno anche Inge.

Al villaggio la chiamano “la lupa”, perché è capace di mangiare molta carne, nonostante il fisico resti sottile e allenato. Qualcuno mormora che quando avrà dei figli mangerà anche loro. Le malelingue prosperano su di lei, perché ha un brutto carattere e non fa nulla per nasconderlo. 
Tuttavia la ammirano perché è molto forte. L'hanno vista sollevare una capra e sgozzarla tenendola con un braccio solo, ammirandola mentre con perizia la scuoiava per far sì che le sarte potessero usarne la pelle. Per lei sporcarsi di sangue non è un problema. Spesso la vedono correre per la foresta e catturare piccoli animali, più per fortuna che per vera e propria abilità. 
Preferisce stare nelle foreste, da sola. Dicono che è pazza perché Ingeborg non ha paura. 
Assiste ai riti lieti e alle torture senza che questo sembri farle effetto. Alcuni ne hanno paura, ma Inge non è veramente pazza. Sta solo facendo credere a tutti di esserlo per rimandere il più a lungo possibile il momento in cui dovrà trovar marito. 

La notizia del matrimonio le giunge alle orecchie tramite un amico. Uscita dalle celle si coprta bene, è quieta, stranamente quieta. La notte della guerra, quando tutto è pronto, lei approfitta per andare via. Fain tempo a prendere un vestito pesante e il suo coltello, null'altro. 
Scompare nella neve, con una sacca sulle spalle e il coltello nascosto sotto i vestiti. 

Diario, a bordo di una nave diretta verso le indie. 
Hanno detto che i vichinghi erano bravi navigatori. Io ho il sangue dei vichinghi, se questo è vero, allora su questa nave si svolgerà la mia vita. Siamo diretti in India, un posto dal nome molto bello, ma che non ho mai sentito. Per farmi prendere mi sono dovuta vestire da uomo. Per fortuna durante il viaggio ho conosciuto Irina, che mi ha aiutata. Lei è grande, ha ormai venti anni, e dice di essere il mio custode, nonostante sia qualche centimetro più bassa di me.
Ci siamo fasciate strette il seno, lei si è tagliata i capelli, mentre io ho indossato gli abiti più pesanti che avessi. Mi sono legata i capelli e sporcata il viso, e non parlo mai. Tutti credono che sia muto, ed è meglio così. Finché non mi vedono in faccia e non parlo, crederanno alla sceneggiata, e poi Irina dice che sono ancora una ragazzina, è facile scambiarmi per un maschio. Non so se sia un complimento o un insulto.
Per i prossimi anni non dirò una sola parola. Mi hanno preso come tuttofare. In pratica dovrò scaricare le casse e fare il resto dei lavori pesanti, come tutti i mozzi. Me ne starò il più in disparte possibile, perché non sono brava a recitare come Irina, che tutti credono un ragazzino. Ha detto che sono il suo fratello muto e un po' tonto, quindi è inutile cercare di fare un discorso con me, perché non potrei rispondere o capire. Devono limitarsi a dirmi cosa fare. 
Là a...dove hanno detto che eravamo? Ah, Roma. Si, là a Roma dicono che sono un gigante, ma a me sembra che siano loro ad essere piccoli. 

Diario di bordo, altra destinazione 
In India si moriva di caldo, accidenti! Ho la pelle completamente bruciata, ma per fortuna stiamo andando in un posto più freddo, dicono gli uomini. 
Hanno capito che ho sempre caldo, semplicemente perché mi vedono sudare e contorcere il viso, e mi hanno detto che devo levare la maglia. Irina ha detto che sotto ci sono orrende bruciature, perché mi avevano condannato al rogo e poi graziato. Non so dove le pesca queste idee, né come faccia a farsi credere. Se non sapessi che è una bugia, ci crederei anche io. 
Secondo loro in Africa fa più freddo che in Norvegia. Non vedo l'ora di rivedere la neve. 

Africa 
Neve non c'è, mi hanno fatto uno scherzo, ed io li ho fatti finire in mare. Non sarebbe mai morto, siamo vicini alla costa, attraccati, ma il capitano voleva frustarmi, e mi ha chiesto di levarmi la maglia. Non potevo farlo! Secondo Irina ho le forme di una donna adulta. Accidenti, da quanto siamo in viaggio? Almeno due anni, se non tre, a volte perdo il conto.
Irina è intervenuta dicendo che dovevamo parlarne, e non so come è riuscita a farmi accompagnare nella cabina del capitano. Lei è brava con le parole. Gli ha spiegato tutto e finalmente, dopo un anno, ho potuto parlare. La mia voce tremava ed era roca, ma è stato comunque bello. Quello che è venuto dopo è stato tremendo. Mi ha frustata, dicendo che l'essere donna non mi salverà, e che dovrò continuare la mia farsa. Irina mi ha impedito di dargli un pugno. 

Là fuori si domandano come urla un muto, e Irina li ha messi a tacere prima che ne buttassi un secondo in mare. Non mi serve recitare, per fortuna, non ne sarei capace. Mi basta tenere un cappello in faccia, tanto sono tutti talmente bassi da non riuscire neanche a guardarmi. Devo solo tacere, nascondere le mani, perché si vede che sono di una donna, e sporcarmi il viso ogni giorno. Non sarei capace di recitare la parte dell'uomo, se non fosse per l'altezza della quale gli dei mi hanno fatto dono, e a dire il vero non recito nemmeno. Mi limito a tacere, a fare il mio lavoro e a ricordare di girarmi quando mi chiamano. 

Discorsi di un vecchio marinaio 
La rotta è di nuovo verso le Indie, dove le spezie sono più buone, i mercati hanno dei profumi che Inge trova nauseanti tanto è forte l'odore. Questa volta si rifiuterà di entrarci, non vuole trovarsi ancora una volta i vestiti impregnati di profumo. 
Sta sollevando con molto sforzo alcune casse che sono da sistemare nella cabina del capitano. Sembra che contengano armi indispensabili. Sono appena sopravvissuti all'attacco di un gruppo di pirati. Il bilancio è stato di due morti tra l'equipaggio, ma se la sono cavata egregiamente. 
Il marinaio intaglia un pezzo di legno a forma di donna. Le sue mani sono rozze ma efficaci, e a volte Inge si sorprende a guardarlo. È piccolo di statura, ha i capelli bianchi e la barba dello stesso colore, e le sue ossa sono impregnate di salsedine probabilmente, visto che fa il marinaio da vent'anni. 
-Brutti i pirati, vero piccolo muto?- il piccolo qui è ironico. Con un grugnito Inge annuisce. -Sei forte ma privo di grazia. Bel colpo quel fendente- Inge vorrebbe parlare, ma sa bene che non può farlo -Hai spaccato di netto la testa di quel pirata. Bravo- gli occhi azzurri del vecchio marinaio sono impregnati di mare e di leggende. -sei molto forte, hai scaricato quei corpi in mare quasi senza fare alcuno sforzo- altro grugnito di risposta. Non è che non ci abbia fatto alcuno sforzo, diciamo che non è stato facile. Ha ancora i vestiti sporchi del loro sangue, ma per lei non è mai stato un problema. Non è schizzinosa. Sangue e materia celebrale si direbbe, visto che il cervello del pirata è quasi schizzato fuori dal cranio quando è caduto. È stato un colpo dettato dalla foga più che dalla forza, dalla foga e dalla rabbia, dall'adrenalina che le scorreva nelle vene. Non ha mai avuto la morte così vicina a lei, e durante tutta la battaglia l'ha sentita sussurrarle nelle orecchie. Questo le ha dato forza. 
Il pirata è in mare, e il suo cervello adesso è il pasto dei pesci. Inge non sapeva cosa fosse quella strana materia avvolta in un liquido e l'ha tranquillamente buttata in acqua. -Sei forte ma non reggi agli impulsi. Controllati prima di spaccare la testa a qualcuno- un lampo di furbizia scorre negli occhi del pirata. Dove accidenti si è cacciata Irina? Ah già...a ricucire le ferite dei marinai e dei pirati sopravvissuti. Li mantengono vivi solo per farli impiccare. Sarebbe stato meglio buttarli in acqua e lasciare al mare la scelta sulla loro fine. 
-Quel pirata era senza cervello da prima che tu glielo facessi schizzare via. Ma devo dirti che anche tu lo sei se credi di poterti nascondere a un uomo di mare. So chi sei, so cosa sei, e prima che tu mi prendi e mi getti in acqua ti dico che non ti tradirò, ma impara a controllarti se non vuoi farti scoprire- Inge finì velocemente di scaricare le casse. Dopo il viaggio in India lei e Irina sarebbero andate via da quella nave. La sua impulsività non poteva reggere contro un vecchio lupo di mare, e non voleva che gli altri la scoprissero. 

Germania 
Dopo neanche so quanti anni ho deciso di andarmene. A bordo la vita era diventata insostenibile. Sono impulsiva, lo sanno anche i sassi, e questo mi ha messo più volte nei guai. Adesso basta. Sono stanca della parte del fratello tonto, sono stanca di farmi fermare da Irina quando qualcuno mi prende in giro, stanca dei rimbrotti del capitano che minaccia di tagliarmi la gola, ed ho paura che gli altri scoprano chi sono. Sono anche stufa di non poter parlare e di vestirmi da uomo. 
Ho preso una stanza nell'albergo, comprato un vestito da donna, e finalmente posso essere me stessa. Finalmente posso parlare, finalmente mi sento donna. Amo questa sensazione, anche se secondo Irina finiremo per fare le prostitute. Lei forse, è quello che faceva prima di salire sulla nave. Per questo sa mentire così bene. Lei è la mia voce quando c'è da inventare una bella balla. Non che mi manchi inventiva, è che non saprei come farmi credere.
Io non finirò come lei. Ho ancora con me il coltello, anche se è più la forza che l'abilità che ho nell'usarlo. 
Ma cosa potrei fare adesso? 
Non so il tedesco, anche se sono certa che lo imparerò col tempo. L'unica cosa che mi piacerebbe, è imparare a combattere, ma non ci sono ancora riuscita. 
Irina mi sta aiutando a sviluppare la mia femminilità. Non sono ancora riuscita ad essere veramente donna, sono partita che ero poco più di una bambina e sono cresciuta fasciata, senza alcuna identità. Grazie ad Irina la sto pian piano recuperando. Appena abbiamo un po' di soldi dice che mi prenderà vestiti di seta, ma preferisco evitare. Non vorrei che intendesse farmi diventare davvero una prostituta.

Ho trovato lavoro come cameriera in una locanda molto bella grazie a Irina, e cambiato nome. Non riuscivano a pronuciare correttamente il mio, e per facilitare loro il compito ho deciso di farmi chiamare Jonsi. 
Mi guardano tutti storto, dicono che sono troppo alta per essere davvero una donna, ma che il mio viso li inganna, troppo bello. Quando uno ha provato ad allungare le mani, io stavo per allungargli un calcio, ma Irina mi ha portata via. Quella santa ragazza è la mia coscienza nascosta, o meglio: la mia capacità di resistere alla mia impulsività. Sto imparando il tedesco. Accidenti, come fanno a chiamarla “lingua”? Ogni parola è un esecuzione! È stridente, fatta di consonanti, fastidiosa. 

Norvegia
Sono tornata a casa. 
Qua è tutto come un tempo, hanno vinto la guerra anche senza di me. Sono arrivata in tempo per assistere all'Holmgang lanciato da mio fratello a un suo nemico di infanzia, in tempo per vederlo vincere. 
Mamma è venuta ad abbracciarmi, i miei fratelli mi hanno accolta. Papà è morto, lo apprendo ora, ma soffro per Irina. Era quanto di più simile a una sorella io abbia mai avuto. 
È morta tre mesi fa di una malattia di cui non so il nome. Il medico me l'ha spiegato, gli ho visto applicare orridi animaletti alle sue braccia che le succhiavano il sangue ed ho visto Irina stare peggio dopo le sue visite. L'ho buttato fuori a calci e chiamato un medico migliore, ma neanche questo questo è stato capace di curarla. 
Sono stata io a piantarle il coltello nel cuore. La tisi se la stava portando via, soffriva di dolori atroci. È stata pietà, la mia. Le ho spezzato il coltello nel cuore e l'ho sepolta, improvvisando un rito cui ho assistito nell'infanzia. Che gli dei l'accolgano nell'Asgard. Ho ancora con me l'elsa e qualche frammento di lama, mi farò ricostruire il coltello portando così il ricordo di Irina e di papà con me. Il capo villaggio è ancora intenzionato a sposarmi, ed io gli ho detto di sì. È tempo che mi sistemi ed abbia dei figli. 

Era solo il suo ultimo scherzo. Invece di ritorcersi contro di lei, coprì di ridicolo il capo, perché il giorno delle nozze videro un maiale con il suo vestito da sposa. Di lei nessuna traccia. Il suo vestito migliore e più caldo, il suo coltello, e la dignità del capo villaggio, erano scomparsi con lei. 

Adesso era di nuovo sola. 
Non più Ingeborg, non più neve sporca, ma Jonsi. 
Durante i viaggi in mare aveva sentito favoleggiare di un certo posto chiamato “Avalon” e di una città vicina di nome “Barringhton”. Le leggende su quel posto la incuriosirono, così prese una nave, diretta in quelle terre. Sarebbe arrivata prima a Barringhton, ma non via nave. Fino alla Gran Bretagna viaggiò da gran signora, concedendosi quei lussi che mai si era concessa prima, e trovandoli noiosi. Appena scesa dalla nave reindossò i vestiti comodi che aveva con sé e camminò a piedi, verso Barringhton.






Ardia.
00martedì 21 maggio 2013 23:55
Benissimo, quindi:

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE - ETEROCROMIA APPROVATA
TERRE DI PROVENIENZA PRESENTI - CENSIRSI NEL CLAN NORDICO
LINGUE PARLATE: NORRENO E TEDESCO
SKILL POTENZA LVL. 1 APPROVATA

OGGETTI DA BG (DA FAR CREARE AGLI MDM):
L'ELSA DI UN COLTELLO, INUTILIZZABILE COME ARMA
UN MANTELLO IN PELLICCIA VICHINGO


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