Amstaff sta per American Staffordshire Terrier.
Questa:
Premetto che abbiamo un bel giardino grande e spazio a volontà.
Lo scorso anno, mia figlia Cecilia, di ritorno dalle Canarie dove vive, si è presentata con una femmina di amstaff di due mesi.
Noi, a casa, avevamo già due cani maschi, un bastardino trovatello piccolino di 7 anni, nome Pico, sempre recuperato da Cecilia e un mezza taglia sterilizzato di 8 anni, nome Giò, prelevato dal canile municipale di Verona.
Dopo un paio di mesi, si è presentata, a mia moglie, tramite una sua collega, "l'opportunità" causa una cucciolata di labrador mezzi sangue, di far arrivare un altro cucciolo maschio, nome Billy, per far compagnia alla piccola femmina amstaff.
Tra loro i quattro cani giocano, si rincorrono, litigano, si mostrano i denti, combinano una infinità di guai.
Li portiamo tranquillamente fuori a far dei giri, passeggiate nei boschi.
Sin qui tutto ok, a parte la difficile convivenza con i sei gatti di casa abituati ai vecchi cani con in quali convivevano e si scambiano effusioni, ma un po' diffidenti verso i due nuovi arrivati.
Si abitueranno, si pensava, come si sono abituati gli altri.
La cucciola, che si chiama Mia, cresce ma resta una coccolona.
Coccolona nel senso che appena può si butta in braccio per dormire.
Sei in poltrona che guardi la tv e lei casualmente si è intrufolata in casa ?
Lemme, lemme, quatta, quatta, prima una zampa, poi l'altra, poi l'altra ancora, si sistema in braccio e si addormenta.
Un mattino di quattro/cinque mesi fa succede qualcosa di imprevisto che turba ed interrompe la quieta convivenza.
Giò, il maschio adulto, viene aggredito, come ci riferisce la nostra vicina di casa, dalla Mia.
Portato dal veterinario viene ricucito in più parti del corpo.
Passa un mese, un mese e mezzo.
Giò più o meno è guarito, le ferite sono rimarginate, e l'episodio si ripete: il veterinario ci aveva più o meno messo sull'avviso del rischio che la cosa si ripetesse, ma ci sembrava impossibile.
Giò è di nuovo conciato male.
Viene nuovamente ricucito.
Le ferite si rimarginano, ma, per non rischiare ulteriori episodi, evitiamo che i cani possano venire in contatto, soprattutto quando non sono sorvegliati o non sono io presente.
Succede così, che una domenica mattina, provo a lasciarli tutti insieme pronto, comunque, ad intervenire, in caso di necessità.
Dopo aver giocato un po' assieme, soprattutto, la Mia, Billy e Pico con Giò un po' in disparte, la Mia comincia a stuzzicare Giò, abbaiandogli, leccandogli il muso, girandogli attorno, fino a che, Giò, stufo di essere disturbato non cerca di reagire ma, a quel punto interviene anche Pico, mordendolo imitato dalla Mia.
Ho appioppato un calcione prima a l'uno poi all'altra, riuscendo a farli desistere.
Seguendo un suggerimento del veterinario, per il quale l'aggressività poteva essere ridotta con la sterilizzazione, prima la Mia e di seguito Pico, sono stati sterilizzati.
Altri due episodi simili, fortunatamente avvenuti in mia presenza, hanno fatto si che ora, Giò, poverino, viva segregato.
Billy, Pico e la Mia, scorazzano allegramente per il giardino, mentre Giò, se ne sta buono, buono, in garage.
Ieri sera, i tre coalizzati, hanno fatto fuori Miele, uno dei sei gatti.
Già prima di questo episodio io, con tutta la famiglia contro, ero determinato a trovare una soluzione, che seppur dolorosa, mettesse fine a questa situazione.
La Mia, purtroppo, è l'elemento destabilizzante e pericoloso.
Per motivi incomprensibili ai quali non c'è plausibile spiegazione, lei non si ferma.
Tanto è buona, mansueta, paziente e coccolona con noi tutti, tanto diventa irrefrenabile e pericolosa con gli altri cani.
Giò e Miele, per ora, sono i primi ad averne fatto le spese, ma non so cosa potrebbe accadere con gli altri.