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I pareri dei praticanti avvocati sulla Commissione Siliquini

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    Luigi Levita
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    00 06/05/2004 23:12




    [29 Marzo 2004]

    DIRITTO E GIUSTIZIA


    Professioni legali: la commissione Siliquini non piace ai praticanti

    La commissione Siliquini non piace ai praticanti. L'Associazione nazionale praticanti e avvocati ha sparato a zero contro l'iniziativa del sottosegretario all'Istruzione, Maria Grazia Siliquini, che ha costituito una commissione per elaborare un progetto di riforma della Scuole per le professioni legali e, più in generale, della formazione (vedi arretrati del 19 marzo 2004).

    I praticanti e giovani avvocati dell'Anpa definiscono la Commissione appena costituita, della quale non fanno parte: «a senso unico», disconoscendo il Consiglio nazionale forense come loro rappresentante. L'Anpa accusa la maggioranza di governo «di essere politicamente in uno stato di assoluta confusione mentale, dal momento che un Ddl in Parlamento (4470/C) sulla stessa materia, peraltro non condivisibile, è stato firmato paradossalmente da tutti i capigruppo alla Camera dei deputati della CdL».

    Secondo l'Anpa, la competenza politica sulla materia sarebbe del ministero della Giustizia e l'associazione si sorprende per come «il dicastero di via Arenula non si sia già riappropriato delle proprie prerogative istituzionali, insediando una commissione ad hoc sul tema realmente rappresentativa delle diverse identità interessate».

    Nella nota diffusa ieri dall'Anpa non vi è alcuna richiesta esplicita, se non quella di mettere mano all'ordinamento forense anche per riparare alla «palese anomalia» della mancanza di rappresentanza istituzionale per i praticanti.



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    I PRATICANTI CONTRO LA COMMISSIONE "SILIQUINI"

    La cd Commissione "Siliquini" in tema di riforma delle scuole di specializzazione nasce con un vizio insanabile di fondo, ovvero la mancanza di un componente dell'unica associazione riconosciuta come rappresentativa anche dei 60.000 praticanti e specializzandi.

    L'Associazione Nazionale Praticanti e Avvocati - oltre a stigmatizzare la convinta scelta del Sott. Siliquini di impedire alla nostra categoria di esprimersi compiutamente con un proprio rappresentante all'interno del suindicato gruppo di lavoro - ha reso noto immediatamente, a mezzo degli organi di stampa ed il sito internet www.anpaitalia.it - il netto rifiuto a priori ad un riduttivo, qualora prospettato, "ripescaggio" in Commissione.

    I praticanti non hanno neppure la minima intenzione di legittimare, attraverso la presenza della propria storica associazione di rappresentanza in un'inutile audizione, la Commissione "a senso unico" presieduta dal Sott. Siliquini.

    Ciò che più sorprende è che tale posizione di chiusura verso la nostra categoria da parte di un esponente di governo di Alleanza Nazionale, sembra quasi porre nel nulla - a due mesi dalle elezioni "Europee" ed agli occhi delle decine di migliaia di praticanti e studenti di giurisprudenza - la meritoria attività svolta a fianco dell'A.N.P.A. dal Collega di partito On. La Russa, che ringraziamo sentitamente, nella vittoriosa battaglia avverso il DL Castelli in tema di esami forensi.

    Il sistema di accesso, preconizzato dalle prime settimane di lavori della Commissione, sembra avere il solo "pregio" di invertire perfino i paradigmi dell'art 26 del codice deontologico forense, poiché saranno i praticanti a dovere addirittura pagare una lauta iscrizione alle scuole per potersi illudere di diventare avvocati.

    Ancora una volta l'A.N.P.A. si trova, sola contro tutti, a difendere, come già era avvenuto vittoriosamente con il DL Mirone del 1997 e del DL Castelli dello scorso anno, gli interessi dei giovani legali italiani.

    Nelle prossime settimane i Dirigenti locali dell'A.N.P.A., cui com'è noto sono iscritti anche i giovani avvocati fino a sei anni dall'iscrizione all'albo, daranno il via, nei vari Fori Italiani, ad un' intensa campagna di sensibilizzazione circa il pericolo che - intendendosi privilegiare le scuole di specializzazione forensi - vada a scomparire inesorabilmente la pratica tradizionale presso gli studi legali, disperdendosi quel patrimonio rappresentato dal carattere "intuitu personae" che si viene a creare tra tirocinante e dominus.

    Siamo certi che la classe forense compatta vorrà continuare a pregiarsi di formare migliaia di giovani Colleghi, e quindi sapra' condividere questa battaglia condotta dall' A.N.P.A., come sempre, "fuori dal Palazzo".

    Gaetano Romano
    Presidente
    Associazione Nazionale
    Praticanti e Avvocati

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    Questa, in sintesi, l'opinione dell'ANPA. Commenti e pareri sono graditi (ma andiamoci piano!) :-)


    Saluti
    Luigi Levita

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    proficiscor
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    Novizio
    00 08/05/2004 12:54
    ricordi del passato
    Ciao luigi!
    Leggendo le opinioni espresse dall'anpa i è venuto in mente quando il suo presidente nell'ormai lontano incontro a Roma del luglio 2002 ci aveva proposto un abbraccio mortale con la sua associazione dicendo che si sarebbe fatto promotore delle istanze degli specializzandi.
    La coerenza non è di moda di questi tempi!
    un abbraccio Giuseppe da Padova
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    Gianna Garau
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    Registrato il: 27/09/2003
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    Novizio
    00 09/05/2004 14:34
    Maggiore solidarietà e chiarezza aiuterebbe tutti.
    La partecipazione dei cittadini all'attività degli organi di potere e, in particolare il coinvolgimento dei rappresentanti di interessi qualificati,quali l'accesso alle professioni,al procedimento di creazione normativa, rappresenta un principio costituzionalmente garantito. E' un diritto dell'ANPA quindi far valere tale prerogativa.
    Gioverebbe però anche alla suddetta associazione rilevare dei "punti di battaglia" comuni alle associazioni degli specializzandi coinvolte dai lavori della commissione "Siliquini".
    Unendo le forze si hanno maggiori possibilità di vincere, e di rimuovere "lo stato confusionale" di cui è preda chi ha la responsabilità politica di porre ordine al sistema di accesso alle professioni legali.