00 22/02/2006 20:51
CORRIERE DELLA SERA
16 febbraio 2006
«Appalti truccati, tangenti negli ospedali»
L' accusa della Procura di Milano: frodi nelle forniture. Nei guai l' ex ministro Sirchia

Chiusa l' inchiesta sulla sanità milanese durante la quale si era ucciso il primario del Niguarda, Francesco Mercuriali

La Procura di Milano chiude l' inchiesta sulle forniture di apparecchi biomedicali e di materiale destinato ai reparti di immunologia di alcuni ospedali del Milanese. Sono 19 le persone indagate per reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d' asta e all' appropriazione indebita. Tra loro c' è anche l' ex ministro della Sanità Girolamo Sirchia accusato di corruzione per aver ricevuto denaro dalla Immucor quando era primario al Niguarda. Sirchia è indagato per essersi appropriato, tra il 1998 e il 2004, di soldi della «Fondazione il Sangue» di Milano, della quale era presidente. Indagate anche due aziende. L' inchiesta, che riguarda anche forniture agli ospedali di Garbagnate, Vimercate-Sesto San Giovanni e al Policlinico, emerse nell' autunno 2004 con l' arresto di Francesco Mercuriali, il primario del Ca' Granda suicidatosi mentre era ai domiciliari.



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16 febbraio 2006

Appalti sanità, nuova accusa a Sirchia «Dirottò soldi sul conto di un' amica»
Indagine chiusa sull' ex ministro: corruzione e appropriazione indebita

MILANO - Non solo tre ipotesi di corruzione (per l' equivalente complessivo di circa 500mila euro), quale primario di Immunoematologia dei trapianti al Policlinico di Milano pagato in «consulenze» da aziende sanitarie nel 1996/2001, ma anche una contestazione di appropriazione indebita dal 1998 al 2004, quindi anche quand' era ministro della Salute: al professor Girolamo Sirchia la Procura di Milano addebita, infatti, anche d' aver dirottato 300.000 franchi svizzeri dalla «Fondazione Il Sangue» (di cui era tesoriere) al conto 236/658596 presso l' Ubs di Chiasso su cui aveva poteri di firma ma che era intestato alla sua collaboratrice e amica Anna Maria Parravicini (non indagata). La novità emerge dall' «avviso di conclusione delle indagini» notificato ieri all' ex ministro della Salute e agli altri 20 indagati dell' inchiesta sugli appalti nella sanità milanese, condotta con la sezione interforze di polizia giudiziaria dai pm Maurizio Romanelli ed Eugenio Fusco. Per favorire la Immucor Italia spa (che agiva anche per conto dell' americana Healthcare-Id Inc.) nelle forniture al Policlinico per 1 milione e 800mila euro, Sirchia è accusato d' aver ricevuto dal legale rappresentante di Immucor, Gioacchino De Chirico, tre assegni di 15.500, di 9.000 e di 6.000 dollari il 4 giugno 1998, il 9 settembre 1998 e il 24 novembre 1999, nonché tre assegni da 11 mila marchi tedeschi l' uno il 30 giugno 1997, il 7 febbraio 2000 e il 30 giugno 2000: soldi finiti sul conto 236/6037 dell' Ubs di Chiasso intestato a una sua fondazione familiare del Liechtenstein, la «Ecara» di Vaduz. Altri 640 milioni di lire Sirchia ha ricevuto dal 1996 al 2001 (secondo l' accusa per favorire la Ortho Clinical Diagnostic in forniture da 8 miliardi di lire) da dirigenti della Johnson&Johnson Medical Holding spa, gruppo al quale facevano capo sia la ditta Ortho sia la ditta Janssen Cilag spa, quella che materialmente riconobbe a Sirchia «contratti di consulenza annuali» a fronte di fatture emesse dalla società «per prestazioni non realizzate». In questo capo d' imputazione non compare più la segretaria di Sirchia, Daniela Notari, che dunque pare avviata ad archiviazione. Terza corruzione ipotizzata a carico di Sirchia è quella dagli amministratori di fatto della Tersana srl, che dal 1992 al 1997 con la vendita delle quote sociali riconducibili allo stesso Sirchia ma intestate a una fiduciaria, e con altri tre assegni da 10.000 dollari l' uno nel 1997, 1988 e 2000, si sarebbero assicurati un occhio di riguardo di Sirchia per le forniture al Policlinico (valore in tutto: 2,1 miliardi di lire) dei prodotti della ditta giapponese Kawasumi Inc. di Tokyo, di cui Tersana era distributrice esclusiva. Infine c' è l' ipotesi di appropriazione indebita di somme della «Fondazione Il Sangue»: sia del denaro alla Parravicini, sia di tre assegni di 930, di 5.000 e di 12.500 dollari l' 1 settembre 1998, il 9 febbraio e il 15 ottobre 1998, finiti sul conto di Sirchia. Gli altri 18 incriminati (più le multinazionali Haemonetics e Immucor come persone giuridiche) riguardano invece il filone principale dell' inchiesta (su turbative d' asta e corruzioni nella sanità milanese) emersa il 29 settembre 2004 con l' arresto del professor Francesco Mercuriali, l' ex primario del Niguarda uccisosi poi a casa sua mentre si trovava agli arresti domiciliari. Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it L' inchiesta a Milano IL PRIMO FILONE Nasce con l' arresto nel 2004 del primario Francesco Mercuriali (poi suicida a casa sua) e riguarda turbative d' asta e corruzioni nelle forniture a ospedali milanesi LE RELAZIONI L' indagine si è poi estesa ai rapporti tra il primario Sirchia e alcune ditte sanitarie
Ferrarella Luigi


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16 febbraio 2006
REATI CORRUZIONE

«Mazzette in ospedale, truccavano gli appalti»
Forniture di strumenti per le analisi del sangue: 19 persone accusate di corruzione e turbativa d' asta
La Procura ha chiuso l' inchiesta sulla sanità milanese. Sotto accusa anche l' ex ministro Sirchia. Durante le indagini si suicidò il primario Mercuriali
Un giro di appalti truccati, e di denaro che olia gli ingranaggi, gestito da rappresentanti italiani di alcune multinazionali di prodotti biomedicali con la compiacenza degli allora primari di immunoematologia del Niguarda, del Policlinico e dell' ospedale di Treviglio-Caravaggio. È il panorama che la Procura di Milano delinea chiudendo le indagini dell' inchiesta che coinvolge 19 persone tra cui l' ex ministro della Sanità Girolamo Sirchia, accusato di corruzione, e che emerse con l' arresto di Francesco Mercuriali, il primario della Ca' Granda suicidatosi il 4 ottobre 2004 con una coltellata al cuore mentre era ai domiciliari. Tra gli indagati anche due delle società, la Haemonetics srl e la Immucor Italia spa, che vendono sistemi diagnostici e prodotti destinati all' immunoematologia e alle trasfusioni. In base alla legge 231 del 2001, quella che colpisce le aziende che non si organizzano per evitare di cadere nella tentazione della corruzione, se le accuse dovessero tenere in un processo, le società rischiano di vedersi bloccato ogni rapporto con l' amministrazione pubblica, quindi con le Asl. Gli indagati hanno 20 giorni per chiedere di essere interrogati. Poi la Procura farà richiesta di rinvio a giudizio. Corruzione, istigazione alla corruzione, turbativa d' asta, ricettazione sono i reati contestati fino al settembre 2004 dai sostituti Maurizio Romanelli ed Eugenio Fusco. Nel 2002 l' ospedale di Garbagnate doveva comperare un «sistema automatizzato per plasmaferesi e aferesi di multicomponenti da singolo donatore». Costo stimato 1,6 milioni da assegnare con gara di appalto. Ma l' asta sarebbe stata viziata da un accordo tra la Haemonetics e la Baxter a favore della prima. Non solo: Giuseppe Trudu, direttore commerciale della Haemonetics, è accusato anche di aver tentato di corrompere il primario di Immunoematologia dell' ospedale promettendogli soldi se nel reparto si fosse consumato in modo sostenuto il materiale di consumo fornito dalla società. Il dottor Luca Sciariada denunciò tutto. Era il marzo 2003. Fu quello l' inizio dell' inchiesta. Anche per un appalto del maggio 2004 per forniture agli ospedali di Vimercate e di Sesto San Giovanni bastò l' intesa tra le due aziende. All' ospedale Treviglio-Caravaggio, grazie a un «accordo collusivo e fraudolento» con l' allora primario di immunoematologia, sempre nel 2004 sarebbe stata turbata, a favore della Haemonetics, la gara per la fornitura (62.500 euro l' anno per 4 anni) di materiale e strumentazione. Al Niguarda ci volle di più. Una gara da 460 mila euro per 4 anni per i pm sarebbe stata vinta dalla Haemonetics con 90 mila dollari andati all' allora primario Francesco Mercuriali, il quale avrebbe ricevuto su un conto estero 13.500 euro anche da un' altra azienda del settore, la Immucor. Così come l' ex ministro Sirchia, accusato di aver ricevuto denaro dalla Immucor quando era primario al Policlinico. Sempre Sirchia è indagato per essersi appropriato, tra il ' 98 e il 2004, di soldi della «Fondazione il Sangue» di Milano, della quale era presidente. Giuseppe Guastella La scheda L' INCHIESTA La Procura ha chiuso le indagini sulle tangenti ad alcuni ospedali milanesi. Cominciata nel 2003, l' inchiesta riguarda 19 persone tra cui l' ex ministro della Sanità Girolamo Sirchia (foto), accusato di corruzione. Le indagini coinvolsero Francesco Mercuriali, primario del Niguarda morto suicida LE SOCIETÀ Tra gli indagati risultano anche due società, la Haermonetics srl e la Immucor Italia Spa, che producono sistemi diagnostici e prodotti destinati all' immunoematologia e alle trasfusioni. Gli indagati hanno ora venti giorni per chiedere di essere interrogati, poi la Procura chiederà il rinvio a giudizio GLI OSPEDALI Le strutture coinvolte nelle indagini sono Niguarda Ca' Granda, Policlinico, Vimercate-Sesto San Giovanni, Treviglio-Caravaggio e Garbagnate Milanese GLI APPALTI La Procura contesta irregolarità negli appalti assegnati ad alcune società multinazionali di prodotti biomedicali grazie alle tangenti consegnate ai primari
Guastella Giuseppe


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17 febbraio, 2006
REATI CORRUZIONE

L' ex ministro Sirchia: «Accuse infamanti, sempre trasparente»
L' indagine sulla sanità
Respinge ogni accusa «infamante» l' ex ministro della Salute Girolamo Sirchia dopo che la Procura della Repubblica di Milano ha chiuso l' inchiesta su una serie di appalti nei servizi di immunoematologia della sanità milanese nella quale lo stesso Sirchia e altre 18 persone più due società sono accusati a vario titolo di corruzione, turbativa d' asta e appropriazione indebita. Secondo i sostituti procuratori Maurizio Romanelli ed Eugenio Fusco, Sirchia sarebbe responsabile di tre episodi di corruzione per aver ricevuto in tutto 500 mila euro, pagati come consulenze tra il 1996 e il 2001, quale primario di immunoematologia dei trapianti al Policlinico di Milano. L' ex ministro è anche accusato di appropriazione indebita per aver dirottato 300mila franchi svizzeri dalla «Fondazione il sangue», di cui era tesoriere, a un conto svizzero intestato a una sua collaboratrice. L' inchiesta cominciò nel 2003 ma venne alla luce quando, nell' ottobre 2004, fu messo agli arresti domiciliari il primario dell' ospedale Niguarda Ca' Granda Francesco Mercuriali. Il medico, però, si uccise in casa sferrandosi una coltellata. Alle accuse dei magistrati, Sirchia risponde con una breve dichiarazione. «Tutto quello che ho fatto - sostiene l' ex ministro - è stato improntato alla massima trasparenza e alla massima coerenza. Era una consulenza autorizzata dall' ospedale e regolarmente fatturata. Respingo queste accuse infamanti e mi auguro di potere chiarire la mia posizione nel prosieguo della vicenda giudiziaria». Giuseppe Guastella
Guastella Giuseppe


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LA STAMPA
22 febbraio 2006
"Ecco come Sirchia intascava tangenti"
Paolo Colonnello

L’anziana signora si era presentata con la timidezza dei pensionati una mattina dell’11 marzo scorso ai pm Romanelli e Fusco. E aveva impallinato con un verbale di poche pagine uno degli uomini più potenti della Repubblica in quel momento: Girolamo Sirchia, ministro della Sanità nel governo Berlusconi. «Non è vero che intendo cambiare la mia versione - cominciò la signora -. È solo che sono in imbarazzo in quanto lunedì c’è stata l’assemblea della Fondazione Sangue e mi sono incontrata con Sirchia. Mi ha chiesto “come va” e io mi sono sentita un po’ in imbarazzo. Gli ho detto che ero stata convocata in tribunale per la vicenda Tersana. Lui mi ha detto “ma lei cosa c’entra”?».
Ma la signora c’entrava, eccome. Carla Macchi, del ‘29, per anni era stata la compagna del commercialista Franco Calori, amico di gioventù del professore del Policlinico che aveva fatto carriera in politica fino a diventare ministro. Il facoltoso professionista un bel giorno del 1989 le aveva chiesto una cortesia: «Mi chiese se fossi disponibile ad entrare in una società come prestanome di un suo amico. Mi garantì che non avrei dovuto svolgere nessuna attività, tanto meno avrei dovuto investire dei soldi perchè vi avrebbe fatto fronte il socio occulto...Io mi fidavo ciecamente del mio compagno e accettai l’incarico. E quando diedi la mia disponibilità appresi anche dallo stesso Calori che avrei rappresentato il prof. Girolamo Sirchia».
Racconta la signora Carla che venne accompagnata dal commercialista Ghislanzoni preso lo studio del notaio Rosi di Milano. E qui ci tornò una volta all’anno per almeno cinque anni. «Ad eccezione della prima volta, dove firmai solo dei documenti, le volte successive andavo appositamente a ritirare una busta. Anche se non ho mai visto i contenuti di queste buste, ero stata informata da Calori che contenevano somme di denaro. Nella circostanza in cui andavo a ritirare queste buste ho avuto modo di vedere delle scritture contabili, e lì ho dedotto che una volta all’anno si sarebbe dovuto consegnare un importo di denaro pari a 60 milioni di lire al professor Sirchia...In due occasioni le consegnai personalmente a lui. Altre volte le ho date a Calori il quale mi diceva che le avrebbe consegnate a Sirchia».
«Accuse infamanti», le ha definite il professor Sirchia quando, la settimana scorsa, i pm hanno chiuso le indagini depositando le carte dell’inchiesta durata due anni. Accusato di corruzione e appropriazione indebita per essersi intascato oltre 700 mila euro grazie a tangenti sugli appalti di aziende di forniture ospedaliere, l’ex ministro sostiene di aver sempre agito «nella massima trasparenza». Non si direbbe leggendo i verbali di testimoni e coindagati che lo accusano senza mezzi termini. Per non parlare dei documenti contabili, dai quali i pm hanno scoperto che Sirchia, assieme al commercialista Ghislieri, si sarebbe appropriato anche di 300 mila euro in contanti (fino al 2004, quando cioè era ancora ministro) della «Fondazione Sangue», finanziata dal suo amico scomparso Calori. Inoltre, sempre dalla Fondazione, di cui è stato segretario, avrebbe sottratto «il solo Sirchia, 3 assegni di 930, 5.000 e 12.500 dollari», finiti poi sul conto svizzero di una società di Vaduz controllata dall’ex ministro. Da notare che l’assegno da 5.000 dollari era intestato al Centro Trasfusionale del Policlinico dove quei soldi, a quanto pare, non arrivarono mai.
Pesanti anche le dichiarazioni dell’ex numero uno della Immucor Italia, Gioacchino De Chirico, che dopo le iniziali resistenze conferma ai magistrati quanto si era sempre sospettato: e cioè che i tre assegni versati a Sirchia quando era primario al Policlinico di 11 mila marchi tedeschi ciascuno erano il pagamento per consulenze fittizie. E infatti, nota De Chirico, commentando la documentazione prodotta: «Non sono presenti fatture del prof Sirchia; non è allegato alcun contratto di consulenza». Ma di sicuro la Immucor fornì al Policlinico mentre Sirchia era primario, materiale per un miliardo e 800 milioni di lire senza gara d’appalto, «su un presupposto del carattere di unicità dei prodotti». Con lo stesso presupposto di «unicità» Sirchia avrebbe assegnato forniture per 8 miliardi e 400 milioni di lire alla Ortho Clinical del gruppo Jhonson & Jhonson, che, oltre a pagargli la segretaria personale, attraverso un’altra controllata, la Cilag, gli versò pagamenti per consulenze che la Procura ha etichettato come «prestazioni non realizzate»: in tutto 640 milioni di lire.

INES TABUSSO