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ALZHEIMER (malattia di)

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    miticoberlusca
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    00 12/11/2007 18:06

    Processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale. In Italia ne soffrono 500 mila persona, nel mondo 18 milioni, con una netta prevalenza di donne.
    Decorso della malattia
    Il decorso dell'Alzheimer dura dagli 8 ai 10 anni e attraversa 3 fasi:
    1. La persona è ancora relativamente autosufficiente, ma presenta disturbi della memoria sempre più frequenti: non ricorda i nomi degli oggetti più comuni, può dimenticare l'indirizzo di casa, ripone gli oggetti nel posto sbagliato.
    2. Aggravamento progressivo dei disturbi: oltre a un'ulteriore diminuzione della memoria e a un aumento dello stato confusionale, subentrano le prime difficoltà a camminare e a problemi di linguaggio. Col passare el tempo i sintomi si aggravano, fanno perdere la capacità di riconoscere i familiari, di esprimersi, di mangiare, di muoversi da solo.
    3. Durante questa fase, il malato deve essere assistito e controllato costantemente.


    Cure
    Di Alzheimer (almeno allo stato attuale delle conoscenze) non si guarisce. Ma, una volta diagnosticata la malattia, si può tentare di rallentarne il decorso. Una delle strategie oggi utilizzate è quello di somministrare farmaci che agiscono sull'enzima acetilcolinesterasi che provoca la degradazione dell'acetetilcolina, in modo da frenarne l'azione.

    In fitoterapia, ha dimostrato una certa efficacia il Ginkgo biloba. questa pianta contiene glinkgolidi, sostanze dall'azione antiossidante, neuroprotettiva e colinergica, che notevole importanza nel contrastare i meccanismi dell'Alzheimer.
    Anche la salvia (in special modo il suo olio essenziale) ha mostrato una certa efficacia nel rallentare l'avanzata dei sintomi della malattia di Alzheimer: contiene infatti diverse sostanze in grado di inibire l'enzima acetilcolinesterasi, responsabile della degradazione dell'acetilcolina.


    Sembrerebbe confermato che l'accumulo nel cervello di beta-proteina, responsabile della degenerazione a livello neuronale, abbia inizio ben 20/30 anni prima della comparsa dei primi sintomi.
    La possibilità di rivelare precocemente il grado di accumulo della beta-proteina grazie alla PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) consentirà in un prossimo futuro di mettere a punto sostanze non tossiche in grado di contrastare i fenomeni degenerativi.
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    miticoberlusca
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    00 12/11/2007 19:16
    RICERCA: CANNABINOIDI E MALATTIA DI ALZHEIMER


    I risultati di un ricerca presentati ad Atlanta, durante l'annuale meeting della Society for Neuroscience, dimostrano che il WIN-55212-2, una sostanza sintetica analoga al THC, può prevenire la progressione della malattia di Alzheimer.
    Gli autori dello studio hanno dimostrato che i cannabinioidi possono prevenire il degrado della acetilcolina e la formazione della beta proteina amiloide (il principale marker patologico della malattia di Alzheimer) in maniera più efficace di quanto non facciano i farmaci attualmente disponibili. "



    "La cannabis e' un efficace anti-infiammatorio, e molti ricercatori ritengono che ci sia una connessione tra le infiammazioni croniche e il peggioramento della malattia", ha dichiarato Gary Wenk, coautore della ricerca e professore di psicologia alla Ohio State University. "Questa scoperta potrebbe condurre a trattamenti più efficaci di quelli attualmente disponibili per bloccare la progressione della malattia."
    Fonte: Eubanks LM, et al. A Molecular Link between the Active Component of Marijuana and Alzheimer's Disease Pathology. Mol Pharm, 2006

    pubs.acs.org/cgi-bin/sample.cgi/mpohbp/asap/pdf/mp060066m.pdf
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    miticoberlusca
    Post: 3.071
    Sesso: Maschile
    00 12/11/2007 19:17
    RICERCA: CANNABINOIDI E MALATTIA DI ALZHEIMER


    I risultati di un ricerca presentati ad Atlanta, durante l'annuale meeting della Society for Neuroscience, dimostrano che il WIN-55212-2, una sostanza sintetica analoga al THC, può prevenire la progressione della malattia di Alzheimer.
    Gli autori dello studio hanno dimostrato che i cannabinioidi possono prevenire il degrado della acetilcolina e la formazione della beta proteina amiloide (il principale marker patologico della malattia di Alzheimer) in maniera più efficace di quanto non facciano i farmaci attualmente disponibili. "



    "La cannabis e' un efficace anti-infiammatorio, e molti ricercatori ritengono che ci sia una connessione tra le infiammazioni croniche e il peggioramento della malattia", ha dichiarato Gary Wenk, coautore della ricerca e professore di psicologia alla Ohio State University. "Questa scoperta potrebbe condurre a trattamenti più efficaci di quelli attualmente disponibili per bloccare la progressione della malattia."



    Fonte: Eubanks LM, et al. A Molecular Link between the Active Component of Marijuana and Alzheimer's Disease Pathology. Mol Pharm, 2006

    pubs.acs.org/cgi-bin/sample.cgi/mpohbp/asap/pdf/mp060066m.pdf



    Scienza: I cannabinoidi riducono la progressione della malattia di Alzheimer negli animali

    Una ricerca dell’Università Complutense di Madrid e dell’Istituto Cajal pubblicata nel Journal of Neuroscience ha dimostrato che i cannabinoidi possono ridurre i processi patologici associati con la malattia di Alzheimer. I ricercatori sperano che i

    cannabinoidi potranno essere usati per sviluppare nuove terapie farmacologiche per questa malattia.

    Essi hanno dapprima confrontato il tessuto cerebrale di pazienti morti di Alzheimer con quello di persone sale decedute alla stessa età, trovando un’attività fortemente ridotta dei recettori dei cannabinoidi nei tessuti cerebrali malati, oltre a markers di attivazione della microglia. La microglia attiva la risposta immunitaria del cervello e si trova presso i depositi a placche associati alla malattia di Alzheimer. Quando è attivata, la microglia provoca infiammazione. Le cellule nervose con recettori CB1, presenti in alto numero nei soggetti sani, erano fortemente ridotte nelle aree di attivazione della microglia.

    In un secondo passo, il peptide amiloide-beta fu iniettato in ratti. Questa proteina ha un ruolo importante nell’Alzheimer, perché si suppone che quantità aumentate di amiloide-beta portino all’aggregazione e alla formazione di placche. Gli animali che avevano ricevuto diversi cannabinoidi avevano avuto migliori risultati in test di funzionamento mentale. Le analisi hanno dimostrato che i cannabinoidi prevenivano l’attivazione della microglia e quindi riducevano l’infiammazione. Tali effetti erano mediati anche dai cannabinoidi che si legano solo ai recettori CB2.

    I ricercatori concludono: "I nostri risultati indicano che i recettori dei cannabinoidi sono importanti nella patologia dell’Alzheimer e che i cannabinoidi sono efficaci nel prevenire il processo neurodegenerativo che si ha in questa malattia."

    Ricercatori inglesi, che hanno pubblicato il loro studio nella rivista Sub-Cellular Biochemistry, hanno trovato che la fosforilazione dell’amiloide-beta aumentava la neurotossicità di questa proteina. E hanno dimostrato che i cannabinoidi prevenivano gli effetti dannosi dell’amiloide-beta fosforilato sulle cellule nervose.

    (Fonti: Ramirez BG, et al. Prevention of Alzheimer's disease pathology by cannabinoids: neuroprotection mediated by blockade of microglial activation. J Neurosci 2005;25(8):1904-13; Milton NG. Phosphorylated amyloid-beta: the toxic intermediate in alzheimer's disease neurodegeneration. Subcell Biochem 2005;38:381-402; BBC News del 22 Febbraio 2005)

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    miticoberlusca
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    00 12/11/2007 19:18
    Scienza: Il THC riduce l’agitazione notturna nei pazienti con morbo di Alzheimer
    Ricercatori del Charité di Berlino hanno presentato un piccolo studio con risultati positivi sul THC nell’agitazione notturna in 6 pazienti con demenza avanzata, tra loro 5 pazienti col morbo di Alzheimer. I partecipanti hanno ricevuto 2.5 mg di THC la sera per 2 settimane. Il farmaco ha determinato una riduzione oggettiva dell’attività motoria notturna, misurata da un apparecchio fissato ad un braccio che registra il numero e l’intensità dei movimenti. I movimenti notturni si sono ridotti mediamente al 59% dei valori base.

    In una valutazione dei sintomi neuropsicologici eseguita utilizzando un questionario standardizzato, l’Inventario Neuropsichiatrico (NPI), è stata osservata un’influenza positiva del THC sul comportamento motorio, l’agitazione, l’irritabilità, ed i disturbi dell’appetito. Non si sono rilevati effetti collaterali. Il nuovo studio conferma le indagini del 1997 e 2003, che mostravano la riduzione dell’agitazione tramite il THC nei pazienti colpiti dal morbo di Alzheimer.

    Il trattamento dell’agitazione è spesso insufficiente con i medicinali disponibili come i neurolettici. Gli autori di questo studio osservano che il THC potrebbe essere una nuova possibilità di trattamento per questo gruppo di pazienti e potrebbe aiutare a prevenire costose e lunghe ospedalizzazioni. Un dosaggio leggermente più alto potrebbe forse avere anche un maggior effetto terapeutico.

    (Fonte: Walther S, Mahlberg R, Eichmann U, Kunz D. Delta-9- tetrahydrocannabinol for nighttime agitation in severe dementia. Psychopharmacology (Berl) 7 Marzo 2006; [pubblicazione elettronica pre-stampa])

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    miticoberlusca
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    00 12/11/2007 19:18
    Il delta-9-tetraidrocannabinolo (tetraidrocannabinolo, delta-9-THC,THC) è uno dei maggiori e più noti principi attivi della Cannabis; può essere considerato il capostipite della famiglia dei fitocannabinoidi.
    [Modificato da miticoberlusca 12/11/2007 19:20]
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